Il prete anti pedofili: “è un errore dare strumenti informatici avanzati ai bimbi, il web è un mare pericoloso”

Il prete anti pedofili: “è un errore dare strumenti informatici avanzati ai bimbi, il web è un mare pericoloso”

di Bruno Volpe

DON FORTUNATO DI NOTO, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE METER: “SPESSO VEDIAMO GENITORI A TAVOLA CHE CHATTANO OGNUNO PER CONTO SUO, AL POSTO DI PREOCCUPARSI DEI FIGLI E DEI LORO PROBLEMI”

“Un errore dare strumenti informatici avanzati ai bambini, la rete è un mare pericoloso”: lo dice in questa intervista al nostro sito il coraggioso parroco siciliano don Fortunato Di Noto, Presidente dell’Associazione Meter, in prima linea nella lotta agli abusi sessuali su minori e alla pedopornografia.

Don Di Noto, come siamo messi in tema di abusi sessuali su minori e pedopornografia?

“Il fenomeno è molto presente, direi preoccupante e lo si è fatto maggiormente con e dopo la pandemia. Dai dati diffusi dal Ministero degli Interni risulta un più 6.000 casi di abusi su minori e quelli di natura strettamente sessuale, sempre su minori, ammontano a 1.800”.

Che fare?

“Occorre un corretto uso del cellulare e soprattutto che le famiglie vigilino quello che vedono i ragazzi e peggio ancora i bambini. Io non sono contro la tecnologia in sè, grazie ad essa si possono fare tante cose buone. Il problema è il cattivo uso, spesso deviato,  contro legge”.

Darebbe apparati di ultima generazione a bambini come talvolta capita?

“No, è un errore. Certi strumenti non vanno affidati, perchè comportano rischi e problemi con conseguenze spesso devastanti ed irreparabili. Tuttavia a mio avviso, il problema sta a monte. E’ la famiglia  che risulta in crisi. Notiamo uno sfilacciamento nelle relazioni di famiglia dove ciascuno, per svariati motivi, fa quello che vuole. Ci si parla poco e spesso vediamo genitori a tavola che chattano ognuno per conto suo, al posto di preoccuparsi dei figli e dei loro problemi”.

Che cosa ha prodotto il mondo del digitale?

“Io non sono contro, ha dei lati buoni che bisogna apprezzare. Tuttavia questo mondo finisce col diluire o addirittura annullare le relazioni umane. Ci si parla con messaggi ed invece sarebbe bello ed  umano parlarsi di persona, si agisce con faccine e non  si dichiarano gli stati di animo veri. Ecco, per quanto riguarda bambini e ragazzi non arrivo al punto di proibirne l’ uso, ma di limitarlo certamente sì. E di controllare la navigazione. Ma qui occorre un impegno serio da parte delle famiglie. Purtroppo non sempre questo impegno che auspico è  all’ altezza della situazione, un poco per mancanza di tempo, altre volte per incapacità dei genitori. E quando  entra in crisi la famiglia, tutta la società me risente”.

Dal punto di vista legislativo come siamo messi in Italia  in tema di abusi sessuali su minori e pedopornografia?

“La normativa esiste ed è  avanzata  a livello legislativo siamo molto attrezzati, tuttavia il problema è l’applicazione. In ogni caso rimango del parere che il lato maggiormente preoccupante resta la famiglia”.

Quali sono le emergenze?

“Io direi che sono tre. Prima di tutto la scuola che deve  educare e formare, poi la famiglia ed infine la sanità sulla quale occorrerebbe investire di più. Ma il ventre molle di tutto resta la famiglia, alla quale  è giusto chiedere maggior impegno e più vigilanza sulla educazione dei figli, sulle frequentazioni e su cosa vedono in rete. Più saggio prevenire che poi reprimere o correre ai ripari”.

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