Separazioni, divorzi e fughe sono frutti di chi non è in Cristo
di Padre Giuseppe Tagliareni
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RIFLETTIAMO
Il matrimonio nasce da un disegno di Dio: “l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne” (Ef 5,31= Gen 2,24).
Ma il prototipo è Cristo che si unisce alla Chiesa sua sposa e per lei sacrifica se stesso, per farla comparire “tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata” (Ef 5,27).
Poiché i cristiani sono membra del Corpo Mistico, devono con la grazia di Dio sposarsi in Cristo: la donna sottomessa per amore allo sposo, come fa la Chiesa col suo Sposo; l’uomo zelante di amore per la sua donna, fino a sacrificarsi per lei, come fa Gesù per la sua Chiesa.
“Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito” (v. 32-33).
Ecco tolti di diritto: litigi tra marito e moglie, ripicche e cattiverie, vendette e tradimenti, adulteri e separazioni, divorzi e femminicidi, fughe e suicidi: tutti frutti di chi non è in Cristo.
Il Regno di Dio viene senza fare rumore e senza dare all’occhio. Inizia con una semplice parola di Dio annunziata da qualche apostolo.
Una volta accolta nel cuore, comincia a svilupparsi con la logica del seme, cioè col potere di generare un albero o con la logica del lievito, che fa fermentare la pasta, cioè l’ambiente di vita. Una potenza invincibile c’è dentro!