Sospesa nei mesi bui della pandemenza vi racconto cosa ho vissuto…
di Gian Piero Bonfanti
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“NON CHIAMATEMI NO VAX. CRONACHE DI UN’INSEGNANTE SOSPESA”: IL LIBRO DI UNA PROFESSORESSA CHE NON SI E’ CONFORMATA AL PENSIERO UNICO
Oggi presentiamo un libro scritto da un autrice anonima che ci racconta la sua testimonianza di insegnante di scuola superiore, sospesa nei mesi bui del periodo pandemico. Il libro si intitola “Non chiamatemi no vax: Cronache di un’insegnante sospesa”.
Il valore del libro lo si riscontra nella sua semplicità. È il racconto delle attese, delle preoccupazioni e delle frustrazioni di un periodo surreale. Ma nonostante tutto l’autrice è stata capace di leggere, in filigrana, anche l’azione della Grazia, che ha fatto nascere nuove amicizie, rafforzare alcuni rapporti e suscitato gesti di inaspettata solidarietà.
Nella panoramica del libro leggiamo: “…Chi ha rifiutato l’iniezione imposta dallo Stato è stato privato del lavoro, della possibilità di bere un caffè al bar, di andare dal parrucchiere, in posta, in banca, al ristorante, al cinema, in un museo, in palestra, a teatro… Chi non ha accettato il trattamento sanitario imposto per legge è stato discriminato da amici, parenti e colleghi, tacciato come il pericoloso untore, deriso e rappresentato come caricatura grottesca sui mass media. Qui viene raccontata la storia della Professoressa Effe, ma è una storia comune a tutti coloro che hanno fatto la sua stessa scelta, una storia che è urgente raccontare, affinché quei mesi terribili non ritornino mai più, ma rimangano vivi nella memoria. Una precisazione: chi non si è vaccinato contro il Covid, perdendo il diritto di vivere in società, non è un “no vax”, ma una persona che rifiuta che il proprio corpo sia soggetto a imposizioni.”
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