Convertitevi e credete nel Vangelo!
di Giuliva Di Berardino
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COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO A CURA DI UNA TEOLOGA LITURGISTA
Mc 1, 14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Oggi nella liturgia rientriamo nel tempo ordinario, iniziando un tempo in cui la predicazione di Gesù ci accompagnerà nel quotidiano, dopo il tempo di Natale. Il Vangelo ci presenta l’inizio della predicazione di Gesù che avviene subito dopo l’arresto di Giovanni da parte del re Erode (Lc 3,18-20).
Notiamo che Gesù inizia la sua predicazione in un tempo difficile, come tutti i profeti, inserendola in continuità con la predicazione profetica del popolo d’Israele. Eppure quella di Gesù è una predicazione che ha degli elementi specifici, anzi… unici, rispetto alla predicazione dei profeti precedenti.
Se pensiamo anche solo allo stesso Giovanni, profeta precursore, la predicazione di Gesù assume toni meno marcati e non introduce segni rituali particolari.
Il testo sintetico del Vangelo secondo Marco, infatti, ci informa che la predicazione di Gesù non è fatta di tante parole, ma solo in una frase: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Eppure in questa frase c’è tutto il senso della sua missione: “il tempo è compiuto” significa che è giunto il tempo in cui si realizzano tutte le profezie. E già questa affermazione rendeva unica la predicazione di Gesù, perché non sono un richiamo all’osservanza della legge, come gli altri profeti, ma ne annunciano il compimento.
Se infatti, per i farisei, il Regno di Dio sarebbe arrivato solo dopo che tutto il popolo avesse osservato la legge, Gesù annuncia una novità incredibile: “Il Regno è vicino”, che nel testo vuol dire “il Regno è proprio quì, adesso”.
Gesù dunque, pur presentandosi come profeta, fa fare un salto evidente alla profezia fino ad allora predicata perché Egli predica la presenza del Regno di Dio senza che il popolo sia perfettamente capace di applicare la legge di Dio. Gesù non offre condizioni, oracoli, possibilità perché il popolo torni all’osservanza della legge in vista di un futuro in cui sarebbe venuta la pace e il Messia, ma la sua predicazione fonda la sua forza nel tempo presente, nell’oggi, l’oggi in cui il tempo si compie per fare misericordia a tutti, senza che abbiano acquisito meriti.
La liturgia riprende il tema dell’hodie, oggi, soprattutto nelle festività del Signore, in cui la Chiesa sperimenta la salvezza. L’hodie è in relazione con la salvezza.
La predicazione di Gesù è annuncio di salvezza per tutti, senza meriti particolari. L’esortazione di Gesù alla conversione, cioè al cambiamento del modo di pensare e di vivere, quindi, non è un richiamo a praticare norme morali o sforzi ascetici, ma è semplicemente accogliere la chiamata di Gesù e mettersi dietro di Lui, come hanno fatto Simone e Andrea, giacomo e Giovanni che non erano studiosi della legge o religiosi praticanti, ma semplici uomini che hanno saputo accogliere l’annuncio del regno di Dio e cambiare vita.
Gesù comincia la sua predicazione in Galilea: “convertitevi e credete al vangelo” sono le parole con le quali il Vangelo secondo Marco espone il riassunto di tutta la predicazione di Gesù. Non un discorso, ma un invito, un annuncio.
Convertitevi, che, nel linguaggio biblico, può essere più assimilato “al cambiamento di direzione verso un obiettivo” piuttosto che all’assimilazione di un concetto e credete al Vangelo, cioè date fiducia a chi annuncia il bene, il bello che dona speranza e che attira alla santità di Dio, come sono stati attirati i primi uomini che hanno incontrato Gesù.
Oggi allora ci viene richiesto di cercare nelle cose che facciamo, nel nostro lavoro o nella nostra vita quotidiana, una direzione diversa da quella che riusciamo a vedere noi, una prospettiva che ci dia speranza e che ci attiri verso la bellezza di Gesù.
Cerchiamo di fare insieme questo esercizio oggi: ripetiamo spesso, nel segreto del cuore, queste parole “oggi desidero cambiare direzione alla mia vita e camminare verso un obiettivo ulteriore, allargare lo sguardo e andare oltre quello che io penso sia impossibile per me. Voglio fidarmi di Dio, di Gesù e del Vangelo!“.
Lo Spirito Santo ci metta questo desiderio nel cuore perché anche noi, come Gesù, possiamo seguire le vie del Padre e chiamare altri a partecipare alla nostra stessa gioia, quella di vivere tutti nella pace, una pace che il Vangelo ci può rendere possibile anche oggi.
Chiediamo oggi a Dio che ci doni lo Spirito Santo per accogliere anche noi, con maggiore coscienza e amore, la chiamata a seguire Gesù e camminare con gioia dietro di Lui.