Il milite dell’Immacolata non è un devoto ma un cavaliere che si dona totalmente alla Dama celeste
di Diego Torre
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IL FULCRO DELLA SPIRITUALITÀ KOLBIANA
Il fulcro della spiritualità kolbiana è “consacrazione totale di sé all’Immacolata… [che] non esige che si entri in convento” (SK 1226). E’ un tema trattato da altri maestri dello spirito a cui Massimiliano apporta nuovi e originali contributi.
Lo ribadisce anche nello statuto originale della Milizia dell’Immacolata: “1) Consacrarsi totalmente alla Beata Vergine Maria Immacolata come strumenti nelle Sue mani immacolate. 2) portare la Medaglia Miracolosa” (SK 1369).
Può sembrare un giochino devozionale: partecipare ad un rito e portare addosso un sacramentale; è invece il tratto fondamentale del carisma M.I. “L’associazione è innanzitutto “I” vale a dire “Immaculatæ”, dell’Immacolata … Essere Suoi, senza alcuna costrizione, irrevocabilmente e per sempre. E divenire Suoi sempre più, in modo sempre più perfetto, farsi simili a Lei, unirsi a Lei, divenire in certo qual modo Lei stessa, affinché Ella prenda sempre più possesso della nostra anima, si impadronisca totalmente di essa, ed in essa e per mezzo di essa Ella medesima pensi, parli, ami Dio ed il prossimo ed agisca. Ecco l’ideale: divenire Suoi, dell’Immacolata (SK 1211).
E’ una donazione totale, senza riserve e che deve tradursi in una vita consequenziale …”divenire… Lei stessa” . E’ un orizzonte alto e affascinante: l’Immacolata che prende possesso dell’anima.
E Massimiliano non teme l’uso di espressioni ancora più forti per esprimere tale appartenenza: “Noi vogliamo essere così e più ancora, illimitatamente ossessi di Essa, che Essa stessa pensi, parli agisca per mezzo di noi. Vogliamo essere fino a quel punto dell’Immacolata che non soltanto non rimanga niente in noi che non sia di Essa, ma che diventiamo quasi annientati in Essa, cambiati in Essa, transustanziati in Essa … Essa è di Dio fino a diventare Sua madre e noi vogliamo diventare la madre che partorisca in tutti i cuori che sono e saranno l’Immacolata” (SK 508).
Altro che lunghe richieste di grazie per curare gli acciacchi! Altro che rosari biascicati in modo annoiato! Altro che salottino devozionale! Altro che agitarsi scomposto ad ogni notizia di manifestazioni (vere o false) del sovrannaturale!
Abbiamo qui il primo gradino dell’ascetica kolbiana.
Il milite non è un devoto, ma vuol divenire un cavaliere che si è totalmente donato alla Dama celeste fino a pensare, volere, agire, sentire come Lei, e, cosi, diventare Lei.