La cantautrice Mirael: “Benedetto XVI non si poteva fraintendere, né interpretare a proprio comodo”
di Mirael
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IL SANTO PADRE BENEDETTO XVI È STATO UN VERO TEOLOGO, SERIO, RAZIONALE, MAGISTRALE, INEQUIVOCABILE
“Benny give me five” è lo striscione che mi ha colpito la prima volta che ti ho visto. Lo sventolavano giovani che ti hanno amato come ho fatto io. Perché sei stato il Papa. E non altro. Consacrato, riservato a Dio. Il Santo Padre. Un vero teologo, serio, razionale, magistrale, inequivocabile. Un grande professore, uomo di spessore che ci ha aiutato a volare sempre, come insegnava Papa Giovanni Paolo II, con le due ali che Dio ci ha dato: la fede e la ragione, la scienza e la religione.
La tua limpida chiarezza ha custodito l’unicità della verità, l’unitarietà della dottrina cattolica e l’unità della Chiesa. Senza fraintendimenti, interpretazioni di comodo, strumentalizzazioni ideologiche e senza creare divisioni. Grazie per non aver abbassato la fede al piano dell’ideologia, la chiesa al piano della politica, la Sacra Scrittura al piano dell’opinabile e della letteratura relativista.
Anni di profondo studio teologico, una cultura infinita. La capacità di governare tra cielo e terra. Hai parlato con misura e prudenza, a proposito, perlopiù in modo ufficiale. Sei stato sapiente e vigile. Non hai dato confidenza a lupi travestiti da agnelli e hai custodito dai lupi tutto il gregge. Sei stato profetico, hai lanciato allarmi nei momenti opportuni, hai smascherato il laicismo di certi ambienti accademici, hai difeso i cristiani perseguitati e hai chiesto al mondo il rispetto della libertà religiosa.
Hai chiamato le cose con il loro nome. Con parole precise, logiche e puntuali. Fondate sulla tradizione, sulla patristica, sul magistero e la rivelazione. Difficile smuoverle. Grande. Grazie per aver vissuto cristianamente l’attualità senza aver osato riscrivere il Cristianesimo a modo tuo e senza inventare niente di eclatante per il gusto di distinguerti dal passato.
Sapevi bene che, nelle verità divine, nessuno può inventarsi nulla di nuovo. Hai avuto grande rispetto della storia e hai fedelmente trasmesso il deposito di 2000 anni di cristianità mettendo in secondo piano la tua persona. Sei stato umile. Hai dato lustro alla tradizione come elemento fondante l’identità. Chi sa da dove viene, sa chi è e dove deve andare. Non si perde.
Grazie per aver difeso la fede cattolica dalle eresie contemporanee, dal relativismo culturale, dal sincretismo religioso, dalle identità liquide. Grazie per averci ricordato che la verità è fuori di noi, ed è dentro di noi nella misura in cui la riconosciamo e ospitiamo nella sua oggettività. Non è un prodotto soggettivo “made in noi”. Grazie per non aver assecondato il consenso facile volendo piacere ad amici e nemici.
Non hai sottratto al Cattolicesimo la sua pretesa salvifica. Non hai illuso nessuno di potersi salvare senza il Salvatore. Sei stato onesto con tutti. Con noi e con Lui. Noi difficilmente potremo ricompensarti, Lui lo farà abbondantemente. Ora riposa nella sua pace. E suona il pianoforte anche lassù. Chissà che acustica!
Arrivederci e grazie di tutto, grandissimo Papa Benedetto XVI.