Don Antonio Ruccia: “Sul battesimo della bambina salvata dalla termoculla deciderà la famiglia adottiva”
di Bruno Volpe
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MIRACOLO DELLA VITA NEL NATALE BARESE…
Un miracolo di Natale e il trionfo della vita nel tempo in cui sembra non valere niente. E’ accaduto a Bari la mattina del 23 dicembre, antivigilia del Natale. Alle 7, 15 del mattino squilla il cellulare di don Antonio Ruccia, parroco della chiesa San Giovanni Battista al rione Poggiofranco. Non è una chiamata di auguri, ma il suono che indica che nella termoculla attigua al muro perimetrale della parrocchia ci sta una nuova arrivata. Il parroco, dalla canonica, si affretta, chiama 118 e istituto di neonatalogia del Policlinico, bisogna fare presto. E ha salvato la vita di una bimba che urlava impazzita. E’ il secondo caso dopo tre anni. Abbiamo intervistato don Antonio Ruccia.
Don Antonio, ci risiamo, un secondo salvataggio. Come è andata?
“Stavo per prepararmi alla messa quando ha suonato il cellulare collegato alla termoculla che ho fatto costruire in parrocchia, sul muro perimetrale. Significava che dentro vi era qualche bambino. Ho immediatamente allertato 118 e Policlinico, reparto neonatologia, diretto dal prof. Nicola Laforgia e la bambina che gridava all’impazzata è stata salvata”.
Era accaduto tre anni addietro con un maschietto..
“Si, esatto e sono doppiamente felice. La cosa incredibile è che questo fatto, questa vita salvata sia successo alla vigilia o quasi della festa nella quale appunto celebriamo la vita, il Natale e non mi pare casuale. Sembra che il Signore giochi con noi, che compia fatti strani e quasi ci metta alla prova”.
L’ha battezzata?
“No, l’ho benedetta, ma sul battesimo deciderà autonomamente la famiglia che la avrà in affido o adozione, non è decisione che può prendere spontaneamente il parroco”.
Ci vuole stomaco a lasciare una bambina…
“Meglio questo che metterli nel cassonetto o peggio ancora negare la vita con l’aborto. Io capisco il travaglio di quella mamma, magari non aveva mezzi per allervarla e ha pensato di darle un futuro migliore. Noi non possiamo o dobbiamo giudicare e puntare il dito. Bisogna solo ringraziare che una vita è stata salvata”.
Tre anni addietro accadde la stessa cosa..
“Certo e fui contento. Non ho più notizie di quel bambino, ma sono felice. Ora per qualche giorno vedrò questa bimba, poi una volta affidata, sparirò di scena”.
Si sente padre?
“Non ho vergogna a dire di si, anche se ovviamente questa bambina non nasce da un mio atto fisico, tuttavia non è quello che conta nella genitorialità e pensiamo a Maria. L’ importante è dare amore ed affetto, tutto il resto viene dopo. Bisogna soltanto essere felici che in prossimità del Natale abbia vinto la vita”.
Alcuni parrocchiani tempo addietro criticarono la scelta della termoculla dicedo che era denaro buttato, alla lunga ha avuto ragione lei…
“Non mi interessa aver ragione. La cosa bella è che due creature si sono salvate. Conta solo questo, il resto, parroco incluso, passa in seconda fila”.
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