Esistono ancora gli scrittori cattolici? Eccome!
di Paolo Gulisano
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IL LIBRO DI NATALE: LAMPADA ARDENTE– MAURA MAFFEI, EDIZIONI PARALLELO45, 2023
Esistono ancora gli scrittori cattolici? Eccome. Soltanto, non hanno visibilità, o non ricevono gli adeguati riconoscimenti. Ma nonostante questo sono amati dai loro lettori, che spesso tributano loro grande affetto e stima. Era accaduto anni fa con uno dei giganti misconosciuti della Letteratura italiana del ‘900, Eugenio Corti, e accade oggi con Maura Maffei, scrittrice ligure di nascita e piemontese di adozione, giunta quest’anno alla diciottesima opera letteraria.
Maura, che è per titolo accademico erborista e soprano lirico, è soprattutto una profonda conoscitrice della storia e della cultura irlandesi, e vanta diverse pubblicazioni sull’argomento, a partire da Il traditore, sua opera di esordio, al romanzo settecentesco Dietro la tenda, a La Sinfonia del Vento, Primavera d’Irlanda, e i due romanzi che narrano la tragedia dell’Arandora Star, avvenuta nel 1940, quando il governo inglese decide di deportare centinaia di suoi sudditi col solo torto di essere di origini italiane e che venne affondata da un sommergibile tedesco: Quel che abisso tace e Quel che onda divide.
Maura Maffei è una scrittrice controcorrente. I suoi romanzi ci parlano di valori importanti, di buoni sentimenti, di storie commoventi e profonde.
Se in campo cinematografico c’è da sempre l’abitudine del film di Natale, un tempo una pellicola per tutta la famiglia, finalizzato ad essere uno spettacolo divertente e spesso commovente, sostituito poi dai desolanti cinepanettoni e oggi dagli ancor peggiori film woke, in campo letterario si sente oggi come non mai la necessita di una buona lettura, e pertanto mettiamo in cima alla lista questa ultima fatica della brava scrittrice che non hai fatto mistero della propria fede profonda.
Lampada ardente è un romanzo storico, come nelle migliori tradizioni dell’autrice. Un romanzo dove possiamo ritrovare avventura, sentimento, mistero nel senso migliore del termine. La storia è ambientata alla fine del ‘700 in Francia, all’alba della Rivoluzione.
Siamo al tramonto di un’epoca, e per certi versi lo scenario ci richiama quello in cui stiamo vivendo. Mentre l’aristocrazia francese scivola a passo indolente verso il baratro, s’intrecciano i destini di quattro giovani assai diversi tra loro.
Maura Maffei conosce e ama profondamente l’Irlanda, conosce questa fame di eroi, e l’ha raccontata a più riprese, in diverse sue opere. Nelle sue storie, in venticinque anni di carriera, ci ha presentato figure drammatiche e appassionanti, ripercorrendo momenti significativi della storia irlandese. Anche in questo suo ultimo romanzo troviamo personaggi che appartengono a questa Irlanda bella e tragica.
Antain è un letterato irlandese, costretto a impartire lezioni d’inglese per mantenersi, e si innamorerà – un amore tragico- di una sua nobile allieva. Anche Fursa, suo lontano cugino, è di origine irlandese e si fregia del titolo di barone per i meriti acquisiti dal nonno nella Brigata Irlandese al servizio del re di Francia. Ma è appena stato eletto agli Stati Generali come semplice deputato della borghesia. Erwan, invece, è l’erede di un marchese bretone d’antico lignaggio: il suicidio del fratello maggiore lo trasformerà drammaticamente. Infine c’è Léon, un giovane fresco di laurea in Diritto, un poeta trasgressivo e licenzioso, in linea coi tempi e con le idee della Rivoluzione.
Con la presa della Bastiglia, tutto muta e uno solo fra loro, forse proprio quello che sembrava più distante dalla carriera politica, assumerà un ruolo tale da reggere tra le mani, nel bene e nel male, la sorte della Francia negli anni della Rivoluzione e del Terrore.
La storia dell’Europa è stata dolorosamente percorsa da tante immani tragedie, risultato non solo dei diversi totalitarismi, ma soprattutto del clima ideologico determinato dai sogni (sarebbe meglio dire incubi) della ragione, che ha voluto violentare la natura e l’uomo in forza delle pretese dell’utopia e delle sue realizzazioni pratiche. Reiterati tentativi di costruire, oltre che nuove società, “uomini nuovi”.
Questi tentativi hanno tutti lasciato una spaventosa scia di sangue, e l’origine può essere individuata proprio nella Rivoluzione francese, madre di tutte le rivoluzioni.
Il romanzo di Maura Maffei non rappresenta solo una scrittura appassionante e coinvolgente, ma aiuta anche a comprendere un po’ di più i meccanismi della nascita di una Modernità in lotta spietata contro Dio. Ogni progetto di nuovo ordine e di uomo nuovo è stato impegnato dal 1789 in poi nello sbarazzarsi, ideologicamente e materialmente, della ingombrante presenza di chi si definì, 2000 ani fa, Via, Verità e Vita.
Non conosco ancora quest’ultimo lavoro di Maura Maffei, ma ne ho letti altri tre o quattro e dall’articolo di Paolo Gulisano sembra essere all’altezza dei suoi lavori storici, pieno di emozioni, di grande ammirazione dell’Irlanda e di coinvolgente lettura. Leggerlo sarà un vero piacere.