Una malattia che si conclude con la morte procurata è sempre una sconfitta

Una malattia che si conclude con la morte procurata è sempre una sconfitta

di Jacopo Coghe

LO STATO PENSI A TUTELARE LA VITA, NON A SPEGNERLA COME IN TOSCANA

Una malattia che si conclude con la morte procurata è sempre una sconfitta. Le istituzioni dovrebbero riflettere proprio nel giorno in cui viene alla luce un caso di eutanasia in Toscana – un quarantenne di Piombino, con una grave invalidità, che risale a inizio anno – ma anche il nuovo e triste record della natalità italiana, con 7mila nascite in meno nel 2022 rispetto all’anno precedente (-1,7%). Sono questi gli effetti di una cultura dello scarto e che predilige l’utilitarismo all’umanità.

Una società dove la vergognosa sentenza Cappato ha come conseguenza la morte di Stato spacciata come “fine dignitosa” e che sta avendo una vera e propria deriva dopo i casi di Friuli, Veneto, Marche e ora, appunto, anche in Toscana. L’unica dignità, al contrario, è quella di una vita messa sempre in condizione di nascere e di essere accompagnata in ogni sua fase e condizione, anche e soprattutto verso la naturale fine: dunque con cure palliative, assistenza alle famiglie, ai caregiver e agli Hospice.

Chiediamo allo Stato di cambiare rotta e moltiplicare i finanziamenti e gli investimenti sulla palliazione e proseguire, come è stato più volte dichiarato dal Governo, sulla strada degli incentivi alla natalità, alle mamme e ai papà e alle famiglie.

 

 

* Portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus

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