Cosa vuole dirci Gesù a proposito di Giovanni Battista?

Cosa vuole dirci Gesù a proposito di Giovanni Battista?

di Giuliva Di Berardino

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO

Mt 11,11-15

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

II vangelo di oggi presenta un linguaggio criptico e quindi ha bisogno ci essere spiegato: è facile che venga frainteso in alcune espressioni che Gesù utilizza. Innanzi tutto bisogna conoscere il contesto per cui Gesù esprime la sua opinione su Giovanni il Battista. Ci troviamo infatti verso la fine della missione di Giovanni, quando lui aveva mandato i suoi seguaci a chiedere a Gesù: “E’ il Signore o dobbiamo attenderne un altro?” (Mt 11,3).

Secondo alcuni studiosi del Nuovo Testamento, quì Giovanni avrebbe espresso i suoi dubbi rispetto a Gesù, ma in effetti non si tratta tanto di un dubbio di Giovanni su Gesù, perché sa che la sua vita è in relazione al Messia. Piuttosto Giovanni desidera ricevere una conferma della sua missione che lui vede volgere a compimento. E quì Gesù proferisce parole che, come dicevo, possono sembrarci contraddittorie: Giovanni è il più grande di tutti i profeti antichi, ma è inferiore a tutti nel regno dei cieli.

Cosa vuole dirci Gesù a proposito di Giovanni? Innanzi tutto le parole che Gesù proferisce sono in relazione alla missione di Giovanni come profeta precursore che si pone ultimo dei profeti antichi, ma ultimo anche dei nuovi, perché unico, prima che la profezia fosse donata a tutti i credenti per mezzo della fede in Gesù, per mezzo del battesimo. Ma Gesù ci indica qualcosa di più profondo che riguarda Giovanni, potremmo dire che si tratta di una “qualità spirituale”, una virtù che oggi possiamo accogliere perché il Precursore è il più piccolo del Regno dei cieli, quindi può insegnarci a diventare piccoli per poter anche noi aprire la via di Dio nei nostri cuori e nei cuori di tante persone che sono in ricerca, che ci passano accanto e che ci chiedono, anche indirettamente, di aiutarli a trovare la pace. Ecco la virtù di Giovanni: la violenza del Regno. Cerchiamo di capire: “ll regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono“, dice Gesù. Nel testo greco è usato il verbo  βιαζω che vuol dire spingo, costringo, uso violenza. Non si tratta quindi di violenza, intesa come esito, ma intesa come dinamica, come spinta! Il testo può essere tradotto così: “il regno dei cieli viene spinto, e solo coloro che lo spingono riescono a prenderlo con sé“. Giovanni è il più piccolo nel regno di Dio, perché è grande agli occhi di Dio! Egli ha dato una spinta forte per la venuta del Regno di Dio: ha dato la sua vita, col martirio, anticipando anche il martirio salvifico di Gesù. Ecco allora la grazia che oggi, in questo giovedì della seconda settimana di Avvento il Signore ci concede: oggi i tempi si fanno brevi, perciò, come Giovanni il Precursore, ciascuno di noi è chiamato a spingere, ad accorciare i tempi, perché il Signore possa venire presto. Allora oggi facciamo come Giovanni!! Cerchiamo conferme, cerchiamo di cogliere i segni di Dio, cerchiamo di spingere anche noi il Regno di Dio un pò più verso di noi offrendo i nostri piccoli gesti d’amore, i nostri pensieri di bene e di pace, la nostra preghiera perché il Regno di Dio venga e la nostra preghiera sia quella che la Chiesa fa propria in questo tempo bellissimo dell’Avvento: “Maranatha! Vieni Signore Gesù!“.

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