A Dubai un altro passo verso il baratro

A Dubai un altro passo verso il baratro

di Pietro Licciardi

ENTRO IL 2050 ENERGIA SENZA PIU’ COMBUSTIBILI FOSSILI. UNA FOLLIA ECONOMICA E AMBIENTALE

A Dubai, dove era in corso dal 30 novembre la Cop28 – il vertice Onu sul clima – i 198 delegati hanno approvato il Global Stoktake, una serie di impegni per arrivare entro il 2050 a produrre energia senza l’impiego di combustibili fossili ma ricorrendo alla energia cosiddetta rinnovabile e, in misura solo marginale e secondaria, al nucleare.

A quanto pare prosegue la folle corsa verso il baratro economico e il tracollo industriale dell’ Occidente, Europa in testa, considerati i costi astronomici necessari per la transizione, oltretutto non giustificati da una reale e accertata necessità. Nonostante il condizionamento e il totalitarismo mediatico sono sempre più numerosi gli scienziati che – sia pure silenziati e perfino minacciati dall’ establishment internazionale – sono scettici sia sulla responsabilità della famigerata CO2 – e dunque sulla necessità di ridurre l’uso dei combustibili fossili – derivante dalle attività umane nell’influenzare il clima globale che sulla stessa eventualità che il clima stia veramente cambiando o che le supposte variazioni abbiano conseguenze così dannose.

Alimentate dal terrorismo climatico le misure che si vorrebbero mettere in campo per fare fronte alla supposta emergenza stanno facendo girare montagne di soldi e non è certo da “complottisti” supporre che una rivoluzione economica e industriale di così ampia portata se porterà alla rovina certi settori industriali ne farà schizzare altri verso le stelle.

Secondo il Global Stocktake si dovrà triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale e raddoppiare la media globale del tasso annuo di efficienza energetica entro il 2030. Nessuno però ovviamente parla e si preoccupa delle conseguenze catastrofiche per l’ambiente che avrà l’estrazione dei minerali necessari alla produzione di pannelli fotovoltaici, pale eoliche, batterie che serviranno per rimpiazzare o incrementare le attuali centrali energetiche a carbone, derivati del petrolio o gas. A meno che gli oligarchi che tramano dietro le quinte, e che a quanto pare sono in grado di manovrare anche i governi, non stiano pensando di far regredire l’umanità di un paio di centinaia di anni, facendoci ripiombare nell’epoca pre-industriale.

Pare proprio di essere in uno di quei nodi della storia in cui le ideologie hanno portato gli uomini ad un livello tale di corruzione intellettuale e morale da non rendersi più conto delle conseguenze delle proprie azioni, accecati come sono dalla illusione di poter essere come Prometeo, sciolti da ogni vincolo e artefici del proprio destino, capaci di asservire a sé la natura e l’intero Universo.  Qualcosa del genere è avvenuto alla vigilia delle grandi rivoluzioni della storia: nel 1789, nel 1917, nel 1968. Salvo accorgersi presto che le magnifiche e progressive sorti che erano state immaginate non erano altro che l’anticamera di un inferno di desolazione, violenza, sangue e miseria.

Dietro questa corsa dissennata verso il nostro suicidio economico e ambientale non è difficile scorgere, per noi cattolici, la zampaccia di Satana, che dopo aver fatto intravedere a chi si crede padrone del mondo – ogni riferimento ai vari Soros, Bill Gates, e all’altro 2% di stramiliardari che controlla l’80% delle risorse finanziarie mondiali non è casuale – la possibilità di diventare gli unici arbitri dei destini dell’umanità, i satrapi di un nuovo e perfetto totalitarismo – di cui la “pandemia” da Covid-19 è stata una prova generale su scala planetaria- li farà regnare su un mondo ridotto al caos.

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