Ai superbi Dio si nasconde, anche se sono biblisti e monsignori
di Padre Giuseppe Tagliareni
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RIFLETTIAMO!
Giobbe, davanti l’immensità di Dio presente nella creazione e nella storia, si umilia: “Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto. Perciò mi ricredo e mi pento sopra polvere e cenere”(Gb 42,5).
A Dio piace l’umiltà; Egli si fa severo con i superbi, i duri di cuore, gli ipocriti, i negatori dell’evidenza. Ma a chi ama la verità Dio si rivela, anche se per contattarlo gridano, si lamentano, piangono. Dio rigetta i tiepidi: li vomita, perché impigriscono senza mai accendersi del fuoco che da Dio stesso viene dato a coloro che lo cercano.
Dio premiò Giobbe per non aver perso la fede e per la fiducia che una risposta plausibile sarebbe arrivata dall’Alto. La prova servì a fare vedere che tutti i beni della terra sono volatili; che anche il giusto ha bisogno di un Redentore e che questi è solo Dio stesso. I suoi amici invece, furono castigati per i loro giudizi insipienti, che non seppero mostrare il vero volto di Dio.
Le potenze degli Inferi non possono nulla contro gli inviati di Dio, i cui nomi sono scritti nel cieli. La ragione è perché in loro c’è Gesù. Lui solo può rivelare il Padre e lo fa con i “piccoli”, perché così a Dio piace. Ai superbi Dio si nasconde, anche se sono biblisti e monsignori. Beati gli occhi che sanno vedere il Cristo vivo.