L’Immacolata Concezione schiaccia la testa del serpente: sempre
di Diego Torre
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NOI DOBBIAMO ESSERE IL “CALCAGNO DI MARIA”
L’Immacolata, la piena di grazia, è l’unica che riceve alla Sua concezione, mantiene ed accresce per la vita, perfettamente immacolate le facoltà delle sua anima (nè il suo corpo si corrompe al termine del pellegrinaggio terreno come verrà definito successivamente dal dogma dell’Assunzione). Ma non è così per le altre creature.
Il dogma è la puntuale conferma del limite umano e della sua inclinazione all’errore ed al peccato, superabile solo per grazia divina ad intercessione di Colei che è via, strumento e modello; non ribellandosi a Dio come Eva, ma essendogli fedeli come Maria, di cui Egli “ha guardato l’umiltà”, grazie alla quale “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc.1,48).
Il dogma quindi nega in un sol colpo il “buon selvaggio” ed il “contratto sociale” di Rousseau, l’autosufficienza dell’uomo ed il “progresso indefinito”, il “razionalismo” ed il “materialismo”, il “paradiso dei lavoratori” e l’anarchia, l’uguaglianza e la libertà giacobinamente intese, la pretesa di prescindere dalla Chiesa e dalla grazia divina nella ricerca della verità e della giustizia.
Esso invece ricorda e riafferma l’evento del peccato originale ed i suoi effetti sul genere umano, la superiorità dell’ordine sovrannaturale, la disuguaglianza gerarchica e feconda di complementarietà nella natura come nella grazia, la fisiologicità della mediazione nella materia come nello spirito, l’indispensabilità della Redenzione di Cristo, i limiti della ragione umana, il potere della Chiesa di definire la verità, il ruolo profetico dell’Immacolata.
Non sembri troppo: Dio, che è perfezione infinita, ha un infinito potere di sintesi. Dietro tante antinomie stanno ancora, contrapposti, due mondi, due città e l’Immacolata, partecipe di questo scontro, ha un ruolo determinante “nella diffusione, nelle battaglie, nei trionfi della fede cattolica” (Leone XIII, Auditricem Populi 05.09.1885), oggi più che mai, poichè “viviamo in un epoca che potrebbe essere chiamata l’inizio dell’era dell’Immacolata” (San Massimiliano M. Kolbe, Miles Immaculatae 1939).
Lo stesso santo ci ricorda che “sotto il suo vessillo si combatterà una grande battaglia e noi inalbereremo le sue bandiere sulle fortezze del re delle tenebre. E l’Immacolata diverrà la Regina del mondo intero e di ogni singola anima, come la beata Caterina Labouré prevedeva” (Lettera a P. Floriano, 1931). Infatti “per mezzo della Santissima Vergine Maria Gesù Cristo venne nel mondo; ancora per mezzo di Lei deve regnare nel mondo”.
[Noi dobbiamo essere quel] “calcagno di Maria, e cioè gli umili servi e figli che Ella susciterà per muovergli [ al demonio] guerra” (Montfort, Trattato della vera devozione a Maria)… calcagno umile, insidiato dal morso del nemico, ma decisivo per schiacciare il capo del diavolo.
A noi il compito di preparare per il XXI secolo quel Regno di Maria, profetizzato dai Suoi Santi e da Lei stessa promessoci a Fatima: “Infine il mio Cuore Immacolato trionferà”.