Perché dovremmo stare tutti con Israele
di Francesco Pisani
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VOGLIAMO FINALMENTE AMMETTERE CHE NON ESISTE UN ISLAM MODERATO?
Ciò che sta avvenendo in Israele dovrebbe spingere ciascuno di noi ad una profonda riflessione sul drammatico momento storico che stiamo vivendo, ma soprattutto sulle cause scatenanti. Oggi si ha sempre più la percezione di vivere in una realtà che ha scordato cosa è accaduto a partire dall’11 settembre 2001 e la strage compiuta lo scorso 7 ottobre da Hamas ad Israele non è che l’ultimo atto di una storia il cui capitolo finale appare ben lungi dall’essere scritto.
A riguardo ci avevano già messo in guardia da lungo corso alcune grandi donne e vere intellettuali come Oriana Fallaci e Ida Magli, senza considerare la famosa Lectio Magistralis tenuta da Papa Benedetto XVI nel 2006 dove affermava che una Religione che non usa la ragione non può realmente considerarsi tale.
Alla luce dei fatti di questi ultimi decenni vogliamo finalmente ammettere che non esiste un Islam moderato? Dobbiamo partire dalla considerazione che con l’Islam non esistono vie di mezzo. Lo scopo dell’Islam non è infatti quello di convivere con le altre popolazioni nel dovuto rispetto tra le diverse fedi religiose, com’è tipico delle società secolari, ma adoperare una vera e propria sostituzione etnica e religiosa del territorio occupato. Basterebbe osservare la profonda arroganza e assenza di empatia verso le altre popolazioni – quelle non islamiche – dove interi quartieri delle principali città italiane vengono trasformati in nuove casba costringendo di fatto la popolazione locale ad emigrare altrove. A Roma, ad esempio, provate a farvi un giro per quartieri come Tor Pignattara, il rione Esquilino, l’Infernetto e vedrete se per un romano è ancora possibile vivere in queste zone.
Come può esistere, infatti, convivenza con chi ci odia e “ci vorrebbe vedere morti”? Parole testuali di un bambino di tredici anni intervistato nel 2015 in un servizio di LA7 in cui dichiarava che era giusto morire per Allah e che gli attentatori di Parigi erano dei martiri.
Se non capiamo o non vogliamo ammettere che l’Islam odia tutto ciò che non è Islam non arriveremo mai a comprendere il reale significato del problema. In fondo non è un caso se tutti i teologi musulmani illuminati siano stati accusati di eresia e, in molti casi, costretti alla fuga quando non giustiziati, e le loro opere messe letteralmente al rogo.
Vogliamo forse negare che tutti i principali attentati terroristici a partire dall’11 settembre 2001 hanno radici filoislamiche? È comprensibile che ad una certa frangia politica, in particolare quella pseudo sinistra italiana, buonista, radical chic, da salotto e sempre più avulsa dai reali problemi della gente, tutto questo non basti, perché davanti all’evidenza dei fatti e all”‘eppur si muove” l’ideologia – che potremmo definire una malattia mentale dell’intelligenza – continua imperterrita a tenere i prosciutti sugli occhi e a mietere le sue vittime. Ciò che è tipico dell’ideologia, infatti, è negare la realtà in virtù di un principio astratto e molto spesso utopistico perseguendo, di fatto, la via del nichilismo e dell’assenza di valori.
Ovviamente la pseudo sinistra ha tutti i suoi interessi a difendere a spada tratta l’Islam, e sono interessi di natura economici e politici, agendo un po’ come l’ingenuo che nutre il coccodrillo nella speranza di essere mangiato per ultimo. La perdita della ragione nell’Occidente moderno e il suicidio a cui sempre più sta andando incontro l’Europa è riscontrabile, ad esempio, nelle manifestazioni da parte di comunità LGBT in difesa di Hamas, il che visto e considerato il trattamento riservato agli omosessuali da parte dei tagliagole è un po’ come se gli ebrei ai tempi di Hitler fossero scesi in piazza in difesa del nazismo.
Ovviamente la stessa pseudo sinistra che si dice femminista e dalla parte delle donne che cosa ha da dire al trattamento a cui costantemente vengono sottoposte milioni di donne nei regimi islamici come l’Iran? Talmente tanta ipocrisia, incongruenza e contraddizioni da fare arrossire uno schizofrenico. Dobbiamo comprendere che l’attacco del 7 ottobre ad Israele è l’inizio di una guerra, che presto potrebbe prendere forma anche in Europa – d’altronde una immigrazione sempre più folle e incontrollata ha già permesso a migliaia di cellule di Hamas di installarsi nelle principali metropoli europee – ed è l’ennesimo attacco ad una civiltà occidentale, che è sempre più agonizzante, anche per colpa delle scelte assurde e masochistiche dei propri leader politici.
Le manifestazioni Pro Hamas sono anche il sintomo di un antisemitismo sempre più preoccupante, che non a caso va di pari passo con l’odio sempre più crescente nei confronti del cristianesimo. È un odio dell’Occidente contro se stesso, dal momento che le nostre radici occidentali sono giudaico-cristiane. Stare con Israele diviene oggi sempre più un dovere etico e morale per chi ancora crede nei valori della libertà, della democrazia e dell’uguaglianza.