Continua a non avere pace la Onlus Pro Vita & Famiglia
di Rita Lazzaro
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DOPO GLI ATTI VANDALICI DI STAMPO TRANSFEMMINISTA ORA ARRIVA LA CENSURA DI TIK TOK
Continua a non avere pace la Onlus Pro Vita & Famiglia che, dopo gli atti vandalici di stampo transfemminista successi a fine ottobre, adesso si becca anche la censura di Tik Tok. Ma andiamo per ordine.
Partiamo dallo scorso 28 ottobre, quando, durante una manifestazione pro-Palestina e contro il conflitto in corso con Israele, le transfemministe e collettivi di sinistra, hanno vandalizzato la sede di Pro Vita & Famiglia con scritte «“Giù le mani dai nostri corpi”, “Pro Vita m***e” e simboli transfemministi.
Questo è solo l’ennesimo attacco che subisce la Onlus. Tra i più recenti da ricordare quanto successo lo scorso marzo, a Pisa, dove “Non una di Meno” ha vandalizzato i manifesti a tutela della Vita, con tesi antiscientifiche quali, ad esempio, «”Il feto non esiste di per sé”.
Tra gli atti vandalici da ricordare altresì quanto successo nel marzo del 2022, quando la sede di Pro Vita & Famiglia Onlus in Viale Manzoni, a Roma, è stata attaccata da collettivi di sinistra e vandalizzata con pesanti insulti e volgarità scritti a caratteri cubitali sulle saracinesche e sui muri all’ingresso.
Un atto di inciviltà successo dopo la decisione dell’Assessore alle Pari Opportunità di Roma, Monica Lucarelli, di ordinare alla polizia locale la rimozione dei manifesti affissi a Roma dalla associazione in occasione dell’8 marzo.
Manifesti raffiguranti una bimba nel grembo materno accanto allo slogan “Potere alle donne? Facciamole nascere!”, in difesa del diritto alla vita delle donne contro il fenomeno, molto diffuso in diverse parti del mondo, di ricorrere agli aborti selettivi sulla base del sesso femminile del feto.
Una decisione presa sulla base dell’articolo 12-bis del regolamento comunale, secondo cui è vietata l’esposizione pubblicitaria che “contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile e il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici”.
Anche se verrebbe da chiedersi dove si trovi tutto ciò in un manifesto in difesa di una vita nel ventre materno. Ma la Onlus non ha subito censure ed atti vandalici solo per le sue battaglie contro l’aborto ma anche per quelle contro l’indottrinamento Gender nelle scuole.
Basti pensare quanto successo nell’ ottobre del 2022 quando a Roma, Milano, Torino e le rispettive province, ma anche a Bologna, Cesena, Pavia, Imola, Pontedera in provincia di Pisa, e in tante altre città su tutto il territorio nazionale ha avuto luogo la campagna di affissioni della Onlus Pro Vita & Famiglia.
L’obiettivo? Sensibilizzare l’opinione pubblica sulla libertà educativa dei genitori, proteggere l’educazione dei bambini e puntare il dito contro le derive della teoria gender nella scuola italiana, ma anche dei cartoni animati e delle trasmissioni per bambini. «Una campagna di denuncia, la nostra, che però non è piaciuta al pensiero unico dominante e a tutta quella politica che ormai da anni, lo sappiamo, difende e porta avanti le istanze gender, le istanze di una sessualità fluida e di una biologia che non ha più, secondo loro, dei limiti», così riportava un comunicato di Pro Vita & Famiglia Onlus.
Infatti, l’associazione ha denunciato non solo atti vandalici come imbrattamento dei loro manifesti ma anche una condotta antidemocratica delle Istituzioni e dei membri delle assemblee cittadine: «Utilizzano la censura del libero pensiero espresso, attraverso delle richieste di rimozione dei messaggi che di fatto calpestano ogni diritto alla libertà di pensiero e di espressione».
«La sinistra, infatti – riportava il comunicato -, ancora una volta si è fatta voce del pensiero unico, ergendosi a portabandiera del pensiero corretto, l’unico “giusto” da dover per forza abbracciare. Pena l’essere etichettati come omofobi, discriminatori, violenti e sessisti. Nulla di più falso!».
Una censura che si è spostata anche su Tik Tok, come successo in questi giorni dove il social network cinese ha impedito a Pro Vita & Famiglia di mostrare il video della prima consegna all’Istituto Superiore della Sanità della petizione contro le nuove linee guida sulla medicina di genere LGBTQ.
“Mentre ci impegniamo sul fronte della protezione della vita e dei bambini, qualcuno cerca di mettere un bavaglio alla nostra voce anche sulle piattaforme digitali”, ha scritto Tony Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia nella newsletter inviata ai sostenitori della Onlus da lui fondata. Il video è stato rimosso per “incitamento all’odio”.
Un semplice video in cui i cattolici stavano consegnando la loro petizione ai rappresentanti del Ministro della Sanità. “Questi attacchi digitali si sommano a quelli fisici, dimostrando che la strada che stiamo percorrendo è scomoda… ma è quella giusta”, scrive ancora Brandi che annuncia: “Hanno cercato di silenziarci, ma la nostra risposta sarà forte e chiara. Vogliamo far vedere a tutti che ogni vita è preziosa e merita di essere protetta”. E ancora: “Non è un caso che la censura di Tik Tok sia arrivata proprio ora: stiamo dando fastidio a potenti lobby con le vittorie rese possibili dai nostri sostenitori”.
Da parte dei collaboratori del ministro della Sanità c’è stata la disponibilità a esaminare nuovamente le linee guida sulla medicina di genere Lgbtq al fine di proteggere i minori.
Si tratta di linee guida che promuovono e sostengono l’ideologia gender, dove si raccomanda ai medici di invitare i minori con dubbi sulla propria identità a rivolgersi alle “associazioni LGBT+ del territorio”.
Si chiede altresì a tutto il personale medico e sociosanitario “di fingere l’inesistenza clinica proprio di quelle differenze, maschili e femminili, che in realtà dovrebbero valorizzare”.
Linee guida da cui emerge chiaramente il perché, secondo i cattolici, queste spingono i minori “tra le braccia di associazioni ideologizzate, esponendoli a un percorso di transizione che può causare gravi danni fisici e psicologici, con effetti irreversibili sulla loro vita”.
Censura ed atti vandalici, questi sono gli ostacoli costanti che Pro Vita & Famiglia affronta ogni giorno e che confermano il detto: “per capire chi vi comanda basta scoprire chi non vi è permesso criticare”.