Ridateci l’acqua santa!
di Pietro Licciardi
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IL COVID E’ SPARITO DA TRE ANNI MA LE ACQUASANTIERE IN MOLTE CHIESE RESTANO ASCIUTTE. PERCHE’?
A pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca e a quanto pare noi di Informazione cattolica ci abbiamo azzeccato quando scrivemmo che il Covid-19 per qualcuno è stata una magnifica occasione per spazzare via quelle manifestazioni di devozione popolare che danno così fastidio ad un certo clero modernista ed eretico – per papa Pio X il modernismo era la sintesi di tutte le eresie – come l’uso dell’acqua santa.
Sono passati tre anni dall’emergenza pandemica e il Covid-19 non c’è più da un pezzo, quasi subito rimpiazzato dalle sue varianti – ad oggi ne sono state individuate oltre 4000 – divenendo una normale influenza stagionale, anche se in tv e alla radio prosegue la terroristica e sconsiderata conta dei morti; ovviamente occultando la notizia che ogni anno, da quando esiste l’influenza, ci sono – fonte Istat – dai 7000 ai 9000 morti a seconda della virulenza.
Insomma, il Covid non c’è più ma le acquasantiere in molte, troppe, chiese sono ancora vuote. Resiste invece imperterrito il flacone di “santa” Amuchina, che preti, fedeli, e chierichetti-ministri straordinari usano a profusione per impiastricciarsi le mani prima di impartire la Santa Comunione, come se il Corpo e il Sangue di Cristo fosse un qualcosa di insano da manipolare. Peccato che di insano ci sia solo l’abitudine, anzi l’abuso, di comunicarsi in piedi e sulla mano.
Lo diciamo solo per gli ignoranti che con la cosiddetta pandemia hanno spento il cervello ma dare la Santa Comunione sulla lingua è il metodo più sicuro per comunicarsi. Il sacerdote infatti prima della Messa è tenuto a lavarsi e purificare le mani che toccheranno gli oggetti sacri sull’altare e le particole consacrate, dunque se tutto è custodito con cura non vi è pericolo di contaminazione. Idem per la deposizione dell’ostia sulla lingua, se fatta con la dovuta attenzione e cura, come si dovrebbe in presenza di una cosa così sacra e preziosa. Comunque non meno della deposizione sulla mano.
Invece è proprio il sacerdote a dare purtroppo il cattivo esempio il quale, dopo aver abbandonato la pratica del lavaggio delle mani in sacrestia, si contamina col gel sanificante, ancora imitato dal gregge parrocchiale.
Ma torniamo a noi. L’acqua santa dicevamo; un potente scudo a protezione dei nostri corpi e delle nostre anime contro gli assalti del demonio, nonché un mezzo col quale ottenere il perdono dei nostri peccati veniali se ci si asperge con contrizione e devozione una volta entrati in Chiesa. Molto utile anche in casa, per il segno della croce prima di uscire dalla porta o per benedire i propri familiari. Insomma una roba che in questi tempi sciagurati dovrebbe circolare a ettolitri. Ma a quanto pare il cattolico e il prete adulto, di certe “superstizioni” sentono di non avere più bisogno, anche perché ormai il demonio per loro non è che l’invenzione di una Chiesa arretrata che per tenere appiccicati a sé i fedeli li spaventava con mostrifici racconti da Halloween.
Ma noi, che siamo felicemente e convintamente “indietristi”, non abbiamo alcuna intenzione di cadere nel tranello modernista e se vediamo le acquasantiere desolatamente asciutte andiamo dal prete a chiedere spiegazioni pretendendo di poter tornare a intingere le dita nella nostra sana, cara e indispensabile acqua santa.