La nostra Chiesa ha bisogno di uomini della caratura di Mons. Athanasius Schneider

La nostra Chiesa ha bisogno di uomini della caratura di Mons. Athanasius Schneider

di Gian Piero Bonfanti

UN VESCOVO TUTTO D’UN PEZZO MA CON UNA GRANDE UMANITÀ

Sabato 21 ottobre scorso si è tenuto uno straordinario evento nella Chiesa di San Bernardino in via Pignolo a Bergamo, una di quelle occasioni alle quali risulta sempre più difficile partecipare essendo le stesse sempre più sporadiche.

Accolto da squilli di trombe e dal suono d’organo ha fatto il suo ingresso in Chiesa Mons. Athanasius Schneider, Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Maria Santissima in Astana, nel Kazakistan.

La Santa Messa prelatizia, celebrata dal vescovo secondo il Missale Romanium del 1962 in onore del beato Carlo d’Austria, è stata accompagnata dal coro Schola Cantorum San Bernardino da Siena di Bergamo.

Una celebrazione impeccabile, molto sentita, con una sacralità che dovrebbero avere tutte le Messe domenicali.

Ma Mons. Schneider ha donato molto di più a questo evento più unico che raro. Prima dell’Adorazione Eucaristica e della recita del Santo Rosario, Mons. Schneider ha tenuto una catechesi memorabile, nella quale ha sottolineato il valore della liturgia, partendo dall’indistruttibilità della Chiesa proclamata da San Tommaso d’Aquino fino ad arrivare alle considerazioni sul cosiddetto Sinodo sulla sinodalità.

Mons. Schneider ci ha ricordato che nessuno ha il potere di distruggere la fede cattolica, e quanti più errori e attacchi subirà la Chiesa, più forza ne trarrà, e continuerà a vivere.
Si potrebbe distruggere se fosse una creazione umana, ma così non è, poiché la Chiesa è una creazione divina ed è perciò eterna.

Poi il vescovo ha posto l’accento sul fatto che la Chiesa è Cristocentrica in quanto solo Gesù è l’unico salvatore, e non dovrebbe essere basata sull’antropocentrismo, su una visione ecologista non più attenta al soprannaturale. Quello che invece si riscontra in ambiente ecclesiale oggi è un antropocentrismo figlio di un modernismo che vuole attaccare la nostra cultura bimillenaria, il Magistero e gli insegnamenti dottrinali .

Chiari consigli per affrontare questi tempi sono stati dati dal vescovo ai fedeli cattolici:
– essere fermi nella fede;
– condurre una vita di preghiera;
– essere apostoli e diffondere la parola di Dio;
– compiere atti di riparazione;
– ammonire con riverenza chi distorce la fede cattolica.

In sintesi, come affermato dal venerabile Fulton Sheen, oggi è il tempo dei fedeli laici, che saranno coloro che salveranno la Chiesa.
Ad essi l’onere di aiutare i religiosi a comportarsi come religiosi.Oggi è necessario impegnarsi maggiormente testimoniando la nostra fede.

Altri espliciti riferimenti hanno riguardato il nostro tesoro più prezioso: la Santa Messa.
Riprendendo le parole di Papa Benedetto XVI, è stato sottolineato che ciò che le generazioni passate consideravano sacro rimane sacro anche per noi.

Un pomeriggio edificante quindi, un richiamo alla tradizione ed ai nostri doveri di fedeli, parole di conforto per coloro che non condividono la deriva modernista della nostra Chiesa.

Un vescovo tutto d’un pezzo, senza sconti per nessuno, che però non si è sottratto ai saluti cordiali di tutti i fedeli che a fine giornata sono accorsi in sagrestia per ringraziarlo della indimenticabile catechesi. La nostra Chiesa ha bisogno di uomini di questa caratura.

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Conosco questo vescovo dai tempi che Telepace lo mostrava in brevi cortometraggi mentre esercitava nella sua terra natale. Una figura religiosa e ligia ai suoi doveri.