La deriva “anticristica” e San Pio X
di Daniele Trabucco
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SAN PIO X: IL PAPA CHE VIDE IL FUTURO
Il grande Papa san Pio X, nato a Riese (allora territorio del Lombardo/Veneto) il 02 giugno 1835 e pontefice della Chiesa universale dal 1903 al 1914, non fu solo “uomo del suo tempo”, come tendono a rimarcare certe riletture storicistiche del suo pontificato che si colloca alle “soglie del secolo breve” (Sanguinetti), ma intravide le gravi conseguenze della modernità la quale, dopo aver combattutto Dio (il marxismo materialistico) e dopo averne annunciato la morte (Nietzsche), si avviava a non aver più bisogno dell’idea stessa di Dio (Augusto Del Noce), sostituita da quella dell’uomo quale prodotto del “nuovo umanesimo”, in possesso della scienza e della tecnica e, dunque, capace di creare una nuova oggettività.
Papa Sarto, nella sua prima Lettera Enciclica, “E supremi apostolatus” del 04 ottobre 1903 (nella quale vennero delineate le linee programmatiche del pontificato), non solo intuì le derive del moderno, ma, attraverso quel suo motto di “restaurare omnia in Christo”, indicó anche la via da seguire per prevenire gli errori o disattivarne le conseguenze.
Pio X si accorse del graduale ma inesorabile tramonto dell'”humus cattolico” e per ristabilirlo sapeva che non vi era altra soluzione che riportare l’umanità, anche con tutte le sue contraddizioni, sotto il faro di Cristo, unico e solo Salvatore del mondo.
L’Enciclica, primo atto del suo magistero ordinario, sottolinea molto bene gli effetti del rifiuto del rapporto, della relazione tra uomo e Dio: la sostituzione del secondo con il primo.
Papa Pio X, e la lettura del documento pontificio sopra richiamato lo illustra in modo esemplare, vide in tutto questo una deriva “anticristica”, volta cioè a negare la regalità di Cristo, esaltando quella umana con tutte le nefaste conseguenze che ció ha comportato e comporta. Una perfetta fotografia della nostra contemporaneità.