Il “decreto Rave” del governo Meloni ha azzerato i rave party

Il “decreto Rave” del governo Meloni ha azzerato i rave party

a cura della Redazione

DECRETO 162 DEL 2022: DOPO UN ANNO SONO STATI AZZERATI I NUMERI DI RAVE PARTY ILLEGALI, FERITI, ARRESTATI O DENUNCIATI LEGATI A QUESTE INIZIATIVE DISTRUTTIVE

Dodici mesi dopo l’introduzione del Decreto-legge n. 162 del 2022, chiamato semplicisticamente “Decreto Rave”, i rave party illegali, che inondavano l’Italia anche con il loro potenziale distruttivo di consumo di sostanze alcoliche e stupefacenti, sono spariti.

Infatti nessun rave party illegale si è tenuto da ottobre 2022 fino ad oggi mentre, lo ricordiamo, tra ottobre 2021 e ottobre 2022 ci furono ben 66 rave party illegali, dieci dei quali con oltre mille partecipanti, ventitré con un numero imprecisato che va dai cento ai mille partecipanti, trentatré rave con meno di cento partecipanti. Questi 66 rave avevano favorito 15 feriti tra gli appartenenti delle forze dell’ordine e della polizia e tra i giovani oltre a numerosi casi di problematiche legate all’abuso di alcolici e all’uso di sostanze stupefacenti.

Dopo l’introduzione del Decreto Legge in questo 2023 non ci sono stati poi casi di intossicazione per abuso di sostanze stupefacenti o di overdose conseguenti ai party clandestini, che invece nell’anno precedente avevano coinvolti oltre 10 ragazzi. Inoltre, rispetto agli anni precedenti, non ci sono stati party organizzati alla bene e meglio, non ci sono stati ragazzi riuniti per sballarsi, non ci sono stati festini che hanno occupato la proprietà altrui.

Nell’ottica di ricostruire una società che non ammette l’uso di sostanze stupefacenti – e quindi il loro abuso – l’esecutivo di centrodestra ha approvato negli ultimi mesi il cosiddetto Decreto Caivano, che, tra l’altro, per combattere la baby criminalità, prevede l’arresto in flagranza per spaccio di lieve entità.

A tornare su questo decreto è stata la Commissione Giustizia e Affari costituzionali del Senato che nei giorni scorsi ha discusso sull’attenuante per la “lieve entità”.

Fratelli d’Italia mirava ad aggiungere un comma a quello della legge sugli stupefacenti per sottolineare che “non possono considerarsi di lieve entità i fatti con finalità di lucro”. Il senatore Lisei, primo firmatario dell’emendamento, aveva spiegato che la proposta “mira a contrastare lo spaccio di strada, anche perché purtroppo oggi la giurisprudenza tende a considerare troppe cose di lieve entità”. In un primo momento il governo ha dato luce verde a tale emendamento, ma poi ha deciso di modificare e continuare il lavoro in altro modo. Così è stato presentato un emendamento che non ha ritoccato l’attenuante ma ha aumentato la pena minima da 6 mesi a 18 per i fatti di lieve entità. Un segnale forte che conferma la linea di Fratelli d’Italia contro qualsiasi tipo di droga, senza eccezioni.

Copertina: Foto di Janno Nivergall da Pixabay

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