La Parola ci custodisce nel palmo della mano di Dio
di Giuseppe Lubrino
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OGGI E’ LA FESTA DI SAN GIROLAMO. SACERDOTE E DOTTORE DELLA CHIESA, NATO IN DALMAZIA, NELL’ODIERNA CROAZIA, FU UN UOMO DI GRANDE CULTURA LETTERARIA. COMPÌ A ROMA TUTTI GLI STUDI E QUI FU BATTEZZATO. RAPITO DAL FASCINO DI UNA VITA DI CONTEMPLAZIONE, ABBRACCIÒ LA VITA ASCETICA E, RECATOSI IN ORIENTE, FU ORDINATO SACERDOTE. TORNATO A ROMA, DIVENNE SEGRETARIO DI PAPA DAMASO E, STABILITOSI POI A BETLEMME DI GIUDA, SI RITIRÒ A VITA MONASTICA. FU DOTTORE INSIGNE NEL TRADURRE E SPIEGARE LE SACRE SCRITTURE E FU PARTECIPE IN MODO MIRABILE DELLE VARIE NECESSITÀ DELLA CHIESA. VOGLIAMO RICORDARE IL SANTO CON UNA RIFLESSIONE SULLA BELLEZZA DELLA SACRA SCRITTURA
“Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita”. (Sal 15,5)
“Abbi cura di me come la pupilla dell’occhio, nascondimi, all’ombra delle tue ali” (Sal 17,8)
Questo articolo non è un manuale tecnico con le dovute istruzioni per un approfondimento esegetico sulla Bibbia ed un approccio ad essa critico letterario. Tale riflessione è il resoconto di un’esperienza. La Parola di Dio per chi crede si pone quale strumento privilegiato per fornire ai lettori i presupposti adeguati per fare un’ esperienza significativa di Dio. Leggere e meditare la Sacra Scrittura non è semplicemente un pio e devoto esercizio riservato ai fedeli per lo più anziani, bensì è dialogo vitale, attivo con Dio. Tale dialogo costituisce un’opportunità peculiare per la crescita e la maturazione personale di chi si accinge a scrutare la Parola di Dio. Essa, appunto, amplia gli orizzonti inesplorati dell’esistenza e consente di acquisire uno sguardo poliedrico sulla vita, sulla realtà, sul mondo.
Accostarsi alla Bibbia significa predisporsi a compiere un esodo a partire dal proprio ‘io’ interiore. Tale “pellegrinaggio”, cosi come il popolo di Israele peregrinante nel deserto, costituisce una tappa fondamentale sul sentiero della crescita affettiva, intellettiva e culturale dei fedeli. È come se Dio “prendesse per mano” i suoi discepoli e come un padre alleva e cura i suoi figli, Egli ha cura e alleva i “suoi” facendoli progredire nella sapienza della vita.
Leggere e comprendere la Bibbia è come iscriversi ad una palestra dello spirito è una scuola di “paideia” ed educazione per affrontare il quotidiano e conseguire uno sguardo acuto sull’esistenza e sul reale. È ovvio che occorre munirsi degli strumenti giusti, approcciarsi al Testo Sacro in maniera adeguata richiede impegno, fatica e sacrificio. Luogo privilegiato per l’ascolto, la comprensione e la meditazione della Parola di Dio è la celebrazione eucaristica durante la quale la Bibbia è proclamata. Solitamente durante le celebrazioni domenicali vi sono quattro letture: un brano dell’antico Testamento, un salmo, una epistola del Nuovo Testamento e una pericope del Vangelo. Tali brani sono collegati tra loro da una tematica di fondo che attraversa come un filo rosso tutta la narrazione biblica. Ciò allo scopo di accompagnare i fedeli lungo il “cammino” della propria vita e predisporli con animo lieto e sereno a fare fronte con fortezza alle avversità che la vita può riservare installando nel cuore di ogni credente la certezza che Dio c’è.
Vivere la Parola, assaporarla nella Liturgia e coltivarne la lettura in forma privata (familiare) e comunitaria (lectio divina) è intraprendere un percorso volto alla crescita interiore che amplierà le conoscenze in maniera macroscopica attivando in ogni lettore un vero e proprio processo di piena umanizzazione. Le parabole riportate dalla tradizione dei Vangeli – ad esempio – costituiscono un tesoro inesauribile di sapienza e saggezza per affrontare la vita e per lasciarsi modellare dal Signore al fine di diventare dei veri portatori di pace all’interno della società.
La Bibbia è cultura ha una capacità intrinseca di “tenere insieme”, fomenta unità e comunione. Si pensi all’incidenza che il Testo Biblico ha avuto sulla cultura occidentale e come sia stato fonte di ispirazione in ambito artistico -letterario: la Divina commedia del poeta Sommo Dante Alighieri così come all’ultima cena di Leonardo da Vinci e così via. Tali esempi sono adotti al fine di fornire un’idea di come possa essere importante e al contempo interessante un approccio alla Bibbia nell’attuale contesto socio-culturale. Il disagio che in più campi colpisce le giovani generazioni: dipendenza dalle droghe e dall’alcol, da internet e dal lato oscuro del web, depressione, problemi di identità, violenza e baby gang.
Queste realtà sono sotto gli occhi di tutti e ognuno propone una ‘soluzione’ differente ai problemi suddetti. Detto questo, ritengo, che un percorso Biblico finalizzato ad una maggiore conoscenza del ‘Se’ e improntato ad illuminare i problemi che caratterizzano l’esistenza quotidiana può costituire un valido supporto in tal senso. Prendere coscienza della propria dimensione affettiva e relazionale accrescere e gestire la propria emotività è un aspetto cui il Testo Biblico può offrire diversi e interessanti spunti di riflessione. Si pensi ai Salmi, alle vicende dei patriarchi, l’esperienza di Giobbe, il caso di Giona e il combattimento interiore del profeta Geremia. Questi racconti biblici e tanti altri possiedono una forza motrice che se ben messa in evidenza può davvero essere in grado di rischiarare ogni oscurità. Tali acquisizioni, infine, ci testimoniano di come il Dio della Bibbia sia presente e operante nella vita dei fedeli. P
roporre un percorso volto alla conoscenza del multiforme universo biblico in ambito didattico può risultare uno strumento efficace cui gli insegnanti di religione dovrebbero tenere conto. L’IRC all’interno del panorama scolastico italiano si pone quale disciplina di senso capace di contribuire ad una formazione integrale degli studenti. Ciò pare molto suggestivo riguardo la secondaria di secondo grado, in cui i ragazzi vivono quel periodo della vita in cui -solitamente- sono alla ricerca di un senso, bisognosi di risposte esistenziali capaci di offrire alla loro vita uno scopo. Or bene, dunque, ripensare un approccio alla Bibbia di tipo culturale in tale direzione può essere e deve essere un problema da tenere conto.