La polveriera libanese
a cura di Pietro Licciardi
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TESTIMONIANZA DI UN SACERDOTE MISSIONARIO
Padre Damiano Puccini è un missionario, in Libano da venti anni. La sua parrocchia è a Damour, nel distretto dello Chuf a una quindicina di chilometri da Beirut. Nel 1976 questa cittadina fu teatro di una strage di cristiani maroniti ad opera di palestinesi, strage mai ricordata, a differenza di ciò che avvenne nei campi palestinesi di Sabra e Shatila di cui si occuparono i media di tutto il mondo. Qui padre Damiano ha incontrato l’associazione Oui pour la vie, formata da volontari cristiani dediti all’assistenza dei poveri. Grazie ai contatti del sacerdote con l’Italia e alle offerte dei benefattori l’associazione dal 2000 è cresciuta, aprendo via, via, una cucina per preparare pasti da distribuire alle famiglie povere, un ambulatorio medico – in Libano l’assistenza medica è totalmente a carico dei pazienti – e ultimamente una scuola per i giovani, non solo libanesi ma anche i figli di profughi siriani e iracheni, che non possono pagare le spese scolastiche.
Ultimamente la cucina riesce a distribuire circa 400 pasti al giorno ad una quarantina di famiglie mentre le classi per la prima alfabetizzazione dei bambini sono due. Anche l’ambulatorio riesce ad assistere un buon numero di persone, non solo per quanto riguarda le malattie più estreme, come l’abuso di droga e l’Aids, ma anche per la distribuzione di medicine e il sostegno economico in caso di interventi chirurgici più onerosi.
Tenere in funzione questa opera di assistenza in questo momento, ci dice padre Damiano, è un miracolo perché definire tragica la situazione economica del Libano è un eufemismo. Cinque anni fa si comprava un dollaro con 1.500 lire libanesi; oggi ne occorrono 90mila ma il prezzo è arrivato a oltre 100mila lire il che significa che pensare di acquistare qualsiasi cosa che costa appena 10 dollari significa investire un intero stipendio medio mensile. Questo fa si che ormai l’ottanta per cento della popolazione libanese è in miseria, per non parlare dei milioni di profughi provenienti dalla Siria e dall’Iraq sconvolte dalla guerra che già da prima della crisi libanese vivevano nella precarietà di campi profughi spesso improvvisati.
Caratteristica dei cristiani è di aiutare tutti, indipendentemente dalla loro provenienza e dalla religione che professano. Ciò fa parte anche della tradizione del Libano, unico paese del Medioriente in cui islamici di diverse confessioni riescono a vivere pacificamente grazie proprio ai cristiani. Gli stessi volontari di Oui pour la vie ogni mese sul loro bollettino raccontano di come molte famiglie islamiche riescono a superare la diffidenza se non l’odio che magari nutrivano dopo aver costatato il potere della carità.
Ci sono persone, racconta ancora padre Damiano, che arrivano a condividere quel pochissimo che hanno e questo nonostante l’inflazione sia del 200% e il paniere alimentare si sia moltiplicato ottocento volte. Ormai qualsiasi cosa costa almeno venti volte in più rispetto a prima. A determinare questo stato di cose sicuramente il fatto che in Libano, come del resto in tutto il Medioriente, vi sia una grande corruzione nella classe politica, dovuta anche al disimpegno dell’Occidente, che ha cessato ogni collaborazione con questo paese con la conseguenza che specialmente le banche, non hanno più remore ad imporre condizioni insostenibili; come l’impossibilità per i cittadini di accedere ai propri conti e prelevare denaro.
Tutto è cominciato con le manifestazioni del 2019, quando i libanesi vedendo lievitare il costo del dollaro hanno capito che il loro denaro non avrebbe avuto più valore. Eppure, a dispetto della situazione esplosiva, in libano c’è ancora una certa tenuta sociale. Questo secondo il missionario si deve al fatto che c’è tanta gente che prega affinché non riesploda la guerra civile. Il Libano era stato pensato come un Paese stabile e affidabile, con una struttura politica che impedisce alle diverse fazioni presenti di prevalere sulle altre. Ciò ha sempre funzionato come deterrente contro le dittature, che è il problema principale del Medioriente, ma il sistema poteva reggersi fintanto l’Occidente – Stati Uniti, Russia, Europa, – aveva un disegno comune e l’attuale guerra in Ucraina di certo influisce sul destino del Paese dei Cedri.
Eppure, ci dice il sacerdote missionario, quando l’Occidente si si è preso cura del Libano, senza cercare di sfruttarlo, questo si è rivelato affidabile. Il patriarca di Beirut Ignace Youssif III Younan si è speso molto per cercare governi o organizzazioni internazionali che aiutassero il paese ad uscire dalla sua tragica situazione eppure neppure dopo il tragico terremoto che ha colpito la Siria e la Turchia lo scorso Febbraio sono state tolte quelle sanzioni internazionali e il boicottaggio delle transazioni economiche e commerciali responsabili in buona parte della miseria in cui versa non soltanto il Libano. Nazione che, ricordiamo, ospita ormai due milioni di profughi su una popolazione di quattro milioni. Una situazione che a livello internazionale nessuno sembra voler affrontare.
Ma se i governi non muovono un dito in favore del Libano almeno noi possiamo fare qualcosa? Padre Damiano Puccini invita a dar voce a chi tenta in libano di resistere ai venti di guerra. A Damour anche in un momento di gravissima crisi come quello attuale, con l’aiuto di molte parrocchie italiane, Oui pour la vie è riuscita a realizzare opere che stanno riavvicinando persone fino a ieri nemiche. Nella scuola dell’associazione, come in tutte le scuole libanesi del resto, si festeggiano le ricorrenze religiose di tutte le confessioni rafforzando il messaggio di pacifica convivenza che da sempre il Libano incarna.
Anche la Chiesa del Libano si sta adoperando per smorzare le tendenze estremiste, in un Medioriente in cui la religione riveste anche un aspetto pubblico. Là nessuno rinnega l’esistenza di Dio e nessuno ritiene che una legge morale non sia necessaria. Insomma c’è un terreno comune sul quale lavorare. Purtroppo l’equilibrio numerico su cui si regge l’intera impalcatura sociale e politica del Libano si sta gravemente alterando a causa della massiccia emigrazione di cristiani e della forte immigrazione di islamici il che mette una grossa ipoteca sul futuro non solo del Libano ma di tutto il Medioriente.
Per un aiuto concreto: Per testimonianze in Italia tel 333/5473721, pdamianolibano@gmail.com Per inviare offerte: Bonifico sul conto: Oui pour la Vie, presso Unicredit Cascina (PI). IBAN: IT94Q0200870951000105404518; (BIC-Swift: UNCRITM1G05 se richiesto). Indicate nella causale del bonifico il vostro email / telefono cell e avvisateci dell’offerta scrivendo a info@ouipourlavielb.com.