La morte delle università, sempre più simili alle sette

La morte delle università, sempre più simili alle sette

di Flavia Corso

IL “MONDO ACCADEMICO” SEMBRA UN SISTEMA FEUDALE CON I SUOI SCHIAVI E PADRONI

Le università stanno morendo lentamente. Non avrei mai pensato di poter arrivare ad affermare qualcosa del genere, se non avessi fatto esperienza diretta del clima che si respira all’interno degli atenei (purtroppo, non solo quelli italiani).

Se si intende conseguire un dottorato per diventare accademici, la strada, si sa, è già in salita. Ma non si tratta più solo di questo. Nel momento stesso in cui decidete di entrare nel “mondo accademico”, accedete ad un sistema feudale di stampo medievale, con i suoi schiavi e padroni.

Tutti i novizi accademici sono schiavi. A meno che non facciate parte del “sistema” già da tempo e ne condividiate più o meno consciamente le condizioni, rimarrete sorpresi nel constatare che quello che voi credevate essere un ambiente in cui menti illuminate collaborano insieme per progredire nella conoscenza e migliorare la condizione umana, è in realtà un covo di personalità tendenzialmente sadiche e/o masochiste, ognuna delle quali ha una propria specifica posizione nella scala gerarchica (sì, perché le università sono fortemente gerarchiche).

Quando entrate nel mondo accademico, vi ritrovate improvvisamente in una caserma militare. Venite addestrati al servilismo, non al rispetto; all’obbedienza senza se e senza ma, non al pensiero critico. Venite puniti con ostracismo e mobbing, se osate mettere in dubbio questa impostazione, o anche se fate semplicemente troppe domande.

Un paradosso notevole, dal momento che la conoscenza può proseguire solo grazie al porsi continuamente nuovi interrogativi.

D’altronde, come si può non intravedere nella comunità di ricercatori un potenziale concorrente al modo di pensare omologato e politicamente corretto (perlomeno idealmente)?

Ecco allora la necessità di creare, appunto, dei militari al soldo dell’esercito della Verità inconfutabile; se prima non siete disposti a farvi fare il lavaggio del cervello per arrivare a non dubitare mai degli ordini impartiti dai grandi boss accademici, non siete adatti a proseguire.

L’accademia è simile ad una setta. Vi sono i leader/padroni a cui tutti si rivolgono e a cui tutto è dovuto. Nulla sfugge a questi individui dall’autoproclamata semi-divinità. Non si limitano ad essere onnipresenti nella tua vita professionale, tentano di infilarsi anche nella tua vita privata.

L’aspetto totalizzante è quello che più vi inquieterà, se siete amanti della libertà e della privacy. Il gossip è infatti spesso utilizzato come arma contro le personalità che non si conformano alla militarizzazione e al settarismo accademici.

Le università stanno morendo lentamente. Le menti che vi accedono vengono incoraggiate a “fidarsi” di chi si trova in una posizione gerarchica superiore, non ad indagare la realtà con stupore filosofico.

A fare da collante della comunità scientifica, poi, non c’è una reale solidarietà, ma solo un malsano rapporto schiavo-padrone. Torture psicologiche, ricatti sessuali, il degrado in ogni sua manifestazione si trovano lì, dove meno ve li aspettereste. Se non andate a genio al capetto di turno, l’intelligenza dello sciame verrà utilizzata contro di voi.

Certo, o perlomeno si spera, vi sono delle rare eccezioni. Ma in linea di massima, se volete intraprendere il cammino accademico, preparatevi in anticipo all’aut aut che vi si proporrà: siate disposti a smettere di pensare, o scappate.

 

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Forse, fra 5 anni, festeggeranno il 60° delle rivolte studentesche…….(io c’ero)