Pillon: “Il Generale Vannacci ha ragione, per questo il sistema reagisce violentemente contro di lui”
di Maria Bigazzi
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SIMONE PILLON: “SI FA UN GRAN TANTO PARLARE DI MEDIOEVO COME FOSSE LA SENTINA DELL’OPPRESSIONE UMANA, EPPURE QUEL TEMPO CI HA REGALATO FORME DI ARTE STREPITOSA, DALLE CATTEDRALI A GIOTTO, E PAGINE INEGUAGLIABILI DI CULTURA (SI PENSI A DANTE). COSA LASCEREMO NOI AI POSTERI? DISCARICHE E CANZONI DI FEDEZ?”
“Il maledetto ‘diritto all’aborto’ è una costruzione ideologica del ‘68 … La nostra generazione sarà guardata con orrore dai nostri posteri”. La denuncia arriva da Simone Pillon, uno dei più noti esponenti pro-life italiani che è stato Senatore della Repubblica nella XVIII Legislatura (dal 23 marzo 2018 al 13 ottobre 2022) per il partito della Lega – Salvini Premier.
Senatore lei rimane una delle poche voci presenti all’interno dell’ambito politico italiano, pronto a difendere le origini della nostra cultura e tradizione, contrastando i vari tentativi di disgregazione della nostra identità e di tutti quei principi non negoziabili oggi sempre più attaccati… È necessario riscoprire tali valori e l’importanza che essi rivestono all’interno della società e sfatare il solito luogo comune del “ritorno al Medioevo”, quando invece rappresenterebbero un rifiorire non solo di un singolo Paese, ma dell’umanità intera. Possiamo infatti vedere come la cancel culture avanzi indisturbata nel nome di un falso rispetto e spesso con l’appoggio delle istituzioni. È importante oggi ritornare ai veri valori e portare avanti una politica che contrasti ogni atto contro tali principi, facendo proprio il fine della dottrina sociale della Chiesa.
La questione di fondo non è portare avanti l’agenda della dottrina sociale della Chiesa per ragioni clericali, ma difendere ciò che è veramente e autenticamente umano e, dunque, cristiano. Valori come l’identità delle persone, l’armonia tra i due sessi, la famiglia fondata sul matrimonio, la difesa della vita umana, senza se e senza ma, non sono appannaggio della Chiesa, ma di tutte le persone umane di buona volontà. Oggi tuttavia i valori sono stati sostituiti dai piaceri. Ognuno pensa di poter fare ciò che gli piace, ma in realtà riflettendo possiamo tutti scoprire che alla fine ci troviamo a fare ciò che qualcun altro ha deciso che ci piaccia. Si fa un gran tanto parlare di medioevo come fosse la sentina dell’oppressione umana, eppure quel tempo ci ha regalato forme di arte strepitosa, dalle cattedrali a Giotto, e pagine ineguagliabili di cultura (si pensi a Dante). Cosa lasceremo noi ai posteri? Discariche e canzoni di Fedez?
Sempre in riferimento ai principi non negoziabili è necessario soffermarsi su quelle che costituiscono le piaghe più dolorose ai giorni nostri: aborto, maternità surrogata, eutanasia. La perdita della consapevolezza del valore sacro e inviolabile della Vita, ha fatto sì che idee distorte e pericolose diventassero una normale prassi e, come nel caso dell’aborto, una legge. Nel pensiero comune, le accuse che vengono fatte al mondo pro-life e in particolare anche a lei, sono quelle per cui tali pratiche vengono rivendicate come “diritto” della persona. Sarebbe opportuno soffermarsi sul vero significato di “diritto” magari affiancato anche a quello di “dovere” oggi molto spesso dimenticato, senza dimenticare che nel caso dell’aborto, della maternità surrogata e di altri crimini verso i bambini, a non essere considerati sono gli stessi diritti (sanciti anche dal nostro C.C.) dell’interessato, indifeso.
Il maledetto “diritto all’aborto” è una costruzione ideologica del ‘68. Fin dai tempi antichi la madre, come è giusto che sia, ha avuto la preferenza sulla vita del figlio quando entrambe le vite siano a rischio, ma il diritto naturale ha sempre avuto orrore per l’aborto, considerandolo un gravissimo crimine. Si pensi che già nell’antica Grecia, agli albori della medicina, Ippocrate centinaia di anni prima di Cristo vietò col proprio giuramento ai medici di praticare aborto ed eutanasia. Oggi si blatera di aborto ma nessuno mai considera la questione dal punto di vista del bambino, ingiustamente eliminato. I numeri sono da ecatombe, con oltre 6 milioni di bambini abortiti dal 1978 ad oggi solo in Italia, più di un miliardo nel mondo. Una follia mai vista. La nostra generazione sarà guardata con orrore dai nostri posteri.
Nel giro di questi ultimi anni la società ha accettato in modo sempre più repentino una concezione anti Vita e di conseguenza contraria alla persona e alla sua dignità. Pratiche contro la Vita, a cominciare dall’aborto, non possono che portare alla disgregazione dell’essere stesso della persona e all’approvazione di ogni tipo di manipolazione della Vita, dove ogni cosa diventa lecita (una sorta di ritorno al nichilismo). L’utero in affitto, la maternità surrogata e la sempre più diffusa pratica del congelamento di embrioni, sono presentati dal mainstream come sicuramente accettabili, senza contare il grande problema dell’ideologia gender che sta riguardando molto da vicino il nostro Paese ed è un rischio reale per i bambini che nelle scuole vengono manipolati e indirizzati a false teorie. La battaglia continua a favore della vita è uno degli strumenti per arginare tale deriva, ma il rischio che molti genitori deleghino il fondamentale compito dell’educazione alle istituzioni è ormai una realtà consolidata.
In alcuni paesi più avanzati, dove ormai le ideologie dilagano nella scuola, le famiglie si stanno riappropriando dell’educazione dei loro figli mediante le scuole parentali. Anche in Italia abbiamo pregevoli esempi, uno tra tutti la scuola “Chesterton” di san Benedetto del Tronto, che è un vero modello in materia. Resta l’amarezza di vedere il sistema scolastico incapace di emendarsi dalle follie ideologiche del gender e del politicamente corretto, ormai penetrati con le “carriere alias” e con i programmi di inclusione delle persone e di lotta al bullismo, trasformate spesso in lezioni di gender.
Il caso Vannacci ha evidenziato in modo ancora più evidente quanto il “concetto” di normalità sia oggi completamente stravolto, in nome di un dilagante politicamente corretto che vede la creazione di una società ideologicamente chiusa e impostata, dove il concetto di vera libertà e di libertà di parola, diventano un nemico pericoloso per il pensiero unico che avanza andando a colpire la dignità dell’uomo, la sua personalità e il diritto naturale. Una volta creata una società alienata, unificata e ideologizzata, l’uomo viene considerato come mero individuo, destinato ad essere schiavo di sé stesso, privato della dignità e libertà con cui è stato creato, mentre se si oppone alla dittatura del pensiero unico o del suo annullamento è socialmente emarginato ed etichettato.
Vannacci ha ragione, ed infatti il sistema reagisce violentemente contro di lui. L’obiettivo delle ideologie è esattamente quello: trasformare il nostro tessuto sociale da comunità di persone in relazione tra loro a coacervo di individui isolati, chiusi in casa davanti al display. Combattiamo per fermare questa follia.
Ringraziamo il Ministro della Difesa x la “involontaria pubblicità ” fatta, nell” esercizio delle sue funzioni”, al libro: il mondo al contrario
130.000 copie vendute fino ai primi di settembre.
Da leggere con calma, senza arrabbiarsi, e riflettendo ci sopra alla fine di ogni capitolo.
In 1 mese, sono al 6° capitolo.
Non capisco i “delegittimato che hanno informato il Ministro 5 giorni dopo la sua uscita….senza averlo ovviamente letto
Grazie comunque: il Fine giustifica i mezzi!
I Deleggittimstori” …a comando…
Tristezza.