Torna la “Festa dell’amicizia” della Dc, dopo 30 anni!

Torna la “Festa dell’amicizia” della Dc, dopo 30 anni!

di Angelica La Rosa

ACCADRA’ A RIBERA (AG), DAL 5 AL 7 OTTOBRE

La balena bianca è risorta? A Ribera, in provincia di Agrigento sembra di sì. E così, dopo 30 anni ritornerà, dal 5 al 7 ottobre, la storica festa della D.C.: “La festa dell’amicizia”.

La piazza centrale del comune che ha dato i natali all’ex Presidente del Consiglio Francesco Crispi, piazza intitolata a San Giovanni XXIII, sarà il luogo di convegni, incontri, dibattiti alla presenza di esponenti nazionali e regionali del mondo della politica, dell’imprenditoria e del volontariato per discutere dei temi del momento. Ci saranno anche spettacoli musicali con artisti nazionali.

Nel piccolo villaggio della Dc che verrà realizzato nel centro storico del paese agrigentino verranno allestiti anche degli stand all’interno dei quali i visitatori potranno apprezzare le eccellenze siciliane.

“Alcuni si preoccupano e altri si indignano perché, tornato libero dopo aver scontato per intero la mia condanna ed aver sempre avuto rispetto e fiducia per le istituzioni della giustizia, torni a coltivare la mia passione per la politica”, ha dichiarato Totò Cuffaro, segretario nazionale della D.C., già Presidente della Regione Siciliana. “Molti, per i più disparati, si ergeranno a censori per tutto o per niente. Così è la vita. Viviamo la ricompensa che essa ci da: vivere”.

Intanto l’ennesima battaglia giudiziari per lo scudo crociato bianco rosso è stata vinta nei giorni scorsi dall’Udc. Il tribunale di Roma ha respinto proprio il ricorso di Totò Cuffaro.

Nell’ordinanza del giudice Paolo Goggi, è “fondata” l’eccezione sollevata dal partito guidato da Cesa secondo cui Cuffaro e “la sedicente Dc che sostiene di rappresentare” (che attualmente è associazione non riconosciuta “Democrazia cristiana”) sono “privi di qualsivoglia legittimazione ad agire, in quanto l’associazione non sarebbe espressione dello storico partito” e Cuffaro “non sarebbe in alcun modo legittimato ad agire quale suo rappresentante”. Il giudice rileva che non ci sono “elementi sufficienti da cui poter desumere la necessaria continuità associativa” fra l’associazione di Cuffaro e “lo storico partito della Democrazia cristiana”.

“Non presenteremo ricorso”, ha commentato l’ex senatore e presidente siciliano, affermando che l’operazione ha senso “solo se tutte le diverse anime di ispirazione democristiana troveranno le ragioni per farlo e per tornare insieme, ma è una decisione politica. Per quanto riguarda noi abbiamo già il nostro simbolo e il nostro nome che nessuno può toglierci. Andiamo avanti col nostro segno al quale ci siamo affezionati, che è stato riconosciuto e convalidato dal ministero degli Interni e apprezzato dagli elettori e che ci sta dando grandi soddisfazioni”.

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