Russia-Ucraina, massacro senza fine

Russia-Ucraina, massacro senza fine

di Pietro Licciardi

L’OFFENSIVA UCRAINA NON STA OTTENENDO I RISULTATI SPERATI MENTRE PROSEGUE IMPIETOSO IL CONSUMO DI UOMINI E MEZZI

La troppo annunciata offensiva ucraina doveva dimostrare all’Occidente che Kiev non soltanto era in grado di resistere ma che, se opportunamente sostenuta con nuove, moderne armi e rifornimenti di munizioni e materiali, avrebbe anche potuto riprendersi i territori occupati dai russi. Invece non è andata così.

Come si apprende dal canale Youtube Parabellum, quella che prima di Agosto sembrava essere la fase preparatoria della vera e propria spallata che sembrava dover coinvolgere la cittadina di Bakhmut – ma che successivamente si è andata orientando sul tratto di fronte tra Donetsk e Zaporizhzhia nel presumibile tentativo di spezzare in due lo schieramento russo e isolare la Crimea – in realtà era già l’inizio della offensiva. Offensiva che però sta procedendo molto a rilento e con scarsi risultati.

L’aver annunciato con enfasi e ampio preavviso l’avvio di una operazione militare ha consentito alle truppe di Mosca di prepararsi e anche l’area scelta da Kiev si è rivelata non essere delle migliori, in quanto il tratto sud del fronte, quello verso la Crimea, era stato in precedenza fortificato con tre e anche quattro linee di trincee e sbarramenti anticarro. Un ruolo nell’attuale scarso successo l’ha avuto anche la fretta da parte ucraina, che ha si ricevuto i carri armati, i blindati da combattimento per la fanteria e altri sistemi d’arma moderni dalla Nato, come richiesto, ma tutto questo materiale è stato affidato a truppe non ancora bene addestrate. Le conseguenze le abbiamo viste all’inizio dei combattimenti, quando intere colonne corazzate si sono trovate esposte al tiro dell’artiglieria russa o si sono infilate nei campi minati senza essere in grado di trarsi rapidamente d’impaccio. Inoltre vi sono anche notevoli problemi di coordinamento tra le unità, alcune addestrate secondo le dottrine Nato e altre guidate da comandanti ancora di scuola sovietica.

Insomma i progressi sono molto lenti e relativi: gli ucraini hanno ripreso circa 300 chilometri quadrati di territorio mentre i russi, pur in difesa, se ne sono ripresi oltre 100 mentre il costo in termini di vite umane è stato altissimo per entrambi. Sarebbero circa 500mila tra morti e feriti le perdite dall’inizio del conflitto. Crescono a dismisura anche le spese.

Il presidente Usa John Biden ha in questi giorni chiesto al Congresso di stanziare altri 24 miliardi di dollari ma il consumo di munizioni e armi resta ancora, da parte ucraina, molto alto e se la guerra dovesse continuare, il che è assai probabile considerata la scarsa progressione sul campo, sarebbe insostenibile per la Nato, che sta già cercando di attingere alle riserve di alleati, come il Giappone, avendo esaurito le proprie scorte disponibili mentre la produzione industriale annuale di parte occidentale, soprattutto di missili e proiettili di artiglieria, è sufficiente solo per qualche mese di guerra.

Considerata la situazione continuano a levarsi voci che invitano ad accordo tra le parti. L’ultima quella di Stian Jenssen, direttore dell’ufficio privato del segretario generale della Nato, che avrebbe proposto l’ingresso dell’Ucraina nell’alleanza in cambio di una cessione parziale dei territori conquistati alla Russia. Una proposta subito rigettata con forza da Kiev e poi ritrattata dallo stesso Jenssen.

Agli ucraini resta ancora un mese o poco più per raggiungere almeno l’obiettivo minimo di conquistare Tokmok, nodo ferroviario a sud di Orichiv, ben dentro il territorio in mano russa, e interrompere i rifornimenti diretti a buona parte del fronte sud est. Dopo arriveranno le piogge e le operazioni dei corazzati si dovranno fermare. Intanto i russi non stanno a guardare e mentre tengono a sud hanno cominciato ad attaccare a nord di Bakhmut. Piccole operazioni, che tuttavia hanno richiamato riserve ucraine e creato le condizioni per un possibile movimento di aggiramento che costringerebbe le brigate di fanteria e corazzate di Kiev a ripiegare verso Lyman.

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