Sette allegrezze e sette dolori di San Giuseppe

Sette allegrezze e sette dolori di San Giuseppe

Informazione Cattolica vi offre una pagina al giorno (in una nostra versione nell’italiano odierno) del libro scritto da San Giovanni Bosco, nel lontano 1867, ma tuttora attuale, sulla VITA DI SAN GIUSEPPE SPOSO DI MARIA SANTISSIMA «PADRE PUTATIVO DI GESÙ CRISTO».

Indulgenza accordata da Pio IX ai fedeli che reciteranno questa corona che può servire di pratica per la novena del Santo.

Il regnante Pio IX, ampliando le concessioni de’ suoi predecessori, specialmente quelle di Gregorio XVI, accordò ai fedeli dell’uno e dell’altro sesso, i quali dopo aver recitali i seguenti ossequi, detti comunemente le sette Allegrezze ed i sette dolori di s. Giuseppe, per sette consecutive domeniche, in qualunque tempo dell’anno, visiteranno, confessati e comunicati, una Chiesa, od Oratorio pubblico, ed ivi pregheranno secondo la sua intenzione: indulgenza Plenaria applicabile ancora alle anime del Purgatorio, in ciascuna di dette domeniche.

A coloro poi che non sanno leggere, o non potranno portarsi in qualche Chiesa, ove pubblicamente si fanno detti Ossequi, lo stesso Pontefice accordò la medesima Indulgenza Plenaria purché, visitando la detta Chiesa e pregando come sopra, recitino, invece degli Ossequi suddetti, sette Pater, Ave e Gloria in onore del santo Patriarca.

Corona dei sette dolori ed allegrezze di san Giuseppe.

1. O sposo purissimo di Maria Santissima, glorioso s. Giuseppe, siccome fu grande il travaglio e l’angustia del vostro cuore nella perplessità di abbandonare la vostra illibatissima sposa: così fu inesplicabile l’allegrezza quando dall’angelo vi fu rivelato il mistero sovrano dell’Incarnazione.

Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza vi preghiamo di consolar ora e negli estremi dolori l’anima nostra coll’allegrezza di una buona vita e di una santa morte somigliante alla vostra, in mezzo di Gesù e di Maria.

Pater, Ave e Gloria.

2. O felicissimo Patriarca, glorioso s. Giuseppe, che trascelto foste all’uffizio di Padre putativo dell’umanato Verbo, che dolore doveste sentire nel vedere nascere con tanta povertà il bambino Gesù! ma questo si cambiò subito in giubilo celeste nell’udire l’armonia angelica e nell’udir le glorie di quella fortunatissima notte.

Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza vi supplichiamo d’impetrarci, che dopo il cammino di questa vita, ce ne passiamo ad udire le lodi angeliche, ed a godere gli splendori della celeste gloria.

Pater, Ave e Gloria.

3. O esecutore delle divine leggi, glorioso s. Giuseppe, il sangue preziosissimo che sparse nella circoncisione il Bambino Redentore vi trafisse il cuore, ma il nome di Gesù ve lo ravvivò, riempiendolo di contento.

Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza, otteneteci, che, tolto da noi ogni vizio in vita, col nome santissimo di Gesù nel cuore e nella bocca, giubilando spiriamo.

Pater, Ave e Gloria.

4. O fedelissimo Santo, che a parte foste dei Misteri della nostra Redenzione, glorioso s. Giuseppe, se la profezia fatta da Simeone di ciò che Gesù e Maria erano per patire, vi cagionò spasimo di morte, vi ricolmò ancora di un beato godimento per la salute e gloriosa risurrezione, che insieme predisse dover seguirne, d’innumerabili anime.

Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza, impetrateci che noi siamo nel numero di quelli, che, per i meriti di Gesù e ad intercessione della Vergine sua Madre, hanno gloriosamente da risorgere.

Pater, Ave e Gloria.

5. O vigilantissimo custode, famigliare intrinseco dell’Incarnato Figliuolo di Dio, glorioso s. Giuseppe, quanto penaste in sostenere e servire il Figlio dell’Altissimo particolarmente nella fuga che doveste fare in Egitto; ma quanto ancora molto gioiste avendo sempre con voi lo stesso Dio, e vedendo cadere a terra gli Idoli Egiziani.

Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza, impetrateci, che tenendo da noi lontano il tiranno infernale, specialmente colla fuga delle occasioni pericolose, cada dal nostro cuore ogni idolo di affetto terreno; e tutti impiegati nella servitù di Gesù e di Maria, per loro solamente da noi si viva, e felicemente si muoia.

Pater, Ave e Gloria.

6. O Angelo della terra, glorioso san Giuseppe, che ai vostri cenni ammiraste soggetto il Re del Cielo, so che la consolazione vostra nel ricondurlo dall’Egitto si intorbidì col timore di Archelao; ma so pure che assicurato dall’Angelo, lieto con Gesù e Maria, dimoraste in Nazareth.

Per questo vostro dolore e per questa vostra allegrezza, impetrateci che da timori nocivi sgombrato il nostro cuore godiamo pace di coscienza e sicuri viviamo con Gesù e Maria e fra loro ancora moriamo.

Pater, Ave e Gloria.

7. O esemplare d’ogni Santità, glorioso s. Giuseppe, smarrito che aveste senza vostra colpa il fanciullo Gesù, per maggior dolore tre giorni lo cercaste, finchè con sommo giubilo godeste della vostra Vita ritrovata nel tempio fra i dottori.

Per questo dolore e per questa vostra allegrezza vi supplichiamo, col cuore sulle labbra, ad interporvi, onde non ci avvenga mai di perdere con colpa grave Gesù. Che se per somma disgrazia lo perdessimo, fate, che con tale indefesso dolore lo ricerchiamo, finchè favorevole lo ritroviamo, particolarmente nella nostra morte, per passare a goderlo in Cielo, ed ivi con voi in eterno cantare le sue divine misericordie.

Pater, Ave e Gloria.

Antif. Ipse Jesus erat incipiens quasi annorum triginta, ut putabatur Filius Joseph.

Ora prò nobis, sancte Joseph.

Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Oremus.

Deus, qui ineffabili providentia beatum Joseph sanctissimae Genitricis {105 [385]} tuae Sponsum eligere dignatus es, praesta quaesumus, ut quem protectorem veneramur in terris, intercessorem habere mereamur in Coelis. Qui vivis et regnas in secula seculorum.

Amen.

 

Altra orazione a s. Giuseppe.

Dio vi salvi, o Giuseppe, pieno di grazia; Gesù e Maria sono con voi; voi siete benedetto fra gli uomini, e benedetto è il frutto del seno della vostra sposa Maria. S. Giuseppe, padre putativo di Gesù, vergine sposo di Maria, pregate per noi peccatori adesso e nell’ora della morte nostra. Così sia

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