San Giovanni Bosco racconta la morte di san Giuseppe e la sua sepoltura
Informazione Cattolica vi offre una pagina al giorno (in una nostra versione nell’italiano odierno) del libro scritto da San Giovanni Bosco, nel lontano 1867, ma tuttora attuale, sulla VITA DI SAN GIUSEPPE SPOSO DI MARIA SANTISSIMA «PADRE PUTATIVO DI GESÙ CRISTO».
“Nunc dimittis servum tuum Domine, secundum verbum tuum in pace, quia viderunt oculi mei salutare tuum” (“Adesso lascia, o Signore, che se ne vada in pace il tuo servo secondo la tua parola: perché gli occhi miei hanno veduto il Salvatore dato da te”, LC. II,29).
L’ultimo momento era giunto, Giuseppe fece uno sforzo supremo per alzarsi e adorare colui che gli uomini consideravano quale suo figlio, ma che Giuseppe conosceva per suo Signore e Dio.
Egli voleva gettarsi ai suoi piedi e domandargli la remissione dei suoi peccati. Ma Gesù non permise che egli s’inginocchiasse, e lo ricevette nelle sue braccia.
Così poggiando il venerando capo sul Divin petto di Gesù con le labbra vicino a quel cuore adorabile spirava Giuseppe, dando agli uomini un ultimo esempio di fede e di umiltà.
Era il diciannovesimo giorno di marzo, l’anno di Roma 777, il venticinquesimo dalla nascita del Salvatore.
Gesù e Maria piansero sulla fredda spoglia di Giuseppe, e fecero presso di lui la mesta veglia dei morti.
Gesù lavò egli stesso questo corpo verginale, gli chiuse gli occhi e gli incrociò le mani sul petto; poi lo benedisse per preservarlo dalla corruzione della tomba, e pose a sua custodia gli angeli del Paradiso.
I funerali del povero operaio furono modesti come modesta era stata tutta la sua vita.
Ma se parvero tali in faccia alla terra ebbero per altro così grande onore che non vantarono certamente i più gloriosi imperatori del mondo, giacchè ebbero presso l’augusta salma il Re e la Regina del Cielo Gesù e Maria.
Il corpo di Giuseppe fu deposto nel sepolcro dei suoi padri, nella valle di Giosafat, tra la montagna di Sion e quella degli Oliveti.