Le denunce e le azioni spirituali di monsignor Francesco Savino

Le denunce e le azioni spirituali di monsignor Francesco Savino

di Bruno Volpe

IL VICEPRESIDENTE DELLA CEI PER IL SUD ITALIA RISPONDE A TUTTO CAMPO

“Non mi preoccupa l’ ateismo, ma l’indifferentismo religioso”: lo dice in questa intervista che ci ha concesso Monsignor Francesco Savino, Vice Presidente Cei per l’Italia Meridionale e vescovo di Cassano allo Jonio.

Monsignor Savino, da poco lei ha avviato una rubrica social che si chiama Caffè Spirituale, ricorda, sia pur alla lontana, il Mattutino del cardinal Ravasi. Ce ne parli…

“La differenza con il cardinal Ravasi è che il suo Mattutino riguarda la carta stampata, si tratta di uno spazio fisso su Avvenire. Una pubblicazione eccellente. Il mio caffè ha natura diversa, è social”.

Cioè?

“Al mattino sui miei contatti mando il Vangelo della liturgia. Voi tutti sapete che ogni giorno la Chiesa cattolica nella celebrazione della messa proclama la prima lettura, il salmo e il Vangelo. Io ho scelto quest’ultimo. Lo pubblico e lo faccio commentare ad un santo, ad un Padre della Chiesa, ad un testimone credibile, scegliendo talvolta quella che chiamo la mistica della strada. Poi concludo con una mia piccola riflessione”.

Qual è lo scopo?

“Fare in modo che la giornata inizi all’ insegna dello spirito, che il fedele possa unire cielo e terra allo stesso tempo”.

San Josèmaria Escrivà de Balaguer, fondatore dell’ Opus Dei, invitava a guardare alle cose del Cielo con i piedi piantati per terra…

“Affermava una cosa vera e bellissima allo stesso tempo. Ma andava giustamente oltre con una splendida intuizione. Egli invitava a svolgere nel modo più corretto e professionale possibile ogni lavoro, santificandosi per mezzo del lavoro. In fin dei conti egli invitava alla santità personale. San Josèmaria Escrivà in poche parole diceva che ciascuno di noi deve essere incarnato nella storia e nel mondo senza condividere i lati negativi del mondo, ma con uno sguardo rivolto al Cielo che è Dio. Insomma sapeva unire sapientemente Cielo e terra”.

Che cosa la preoccupa oggi da averla spinta ad aprire una rubrica spirituale?

“Oggi non mi preoccupa tanto l’ateismo, in questo momento storico la società è scossa da un altro aspetto negativo che è l’indifferentismo religioso, il non credere in niente o peggio nel credere in tutto, che una cosa valga l’altra”.

Che cosa pensa di chi dice: credo in Cristo, ma non nella Chiesa?

“E’ un vecchio e logoro slogan, Cristo sì, Chiesa no. Innegabilmente alcune volte a livello istituzionale alcuni uomini di Chiesa non hanno brillato e hanno favorito indirettamente questo errato modo di pensare. Tuttavia è attraverso la Chiesa che si conosce Cristo, solo per mezzo della Chiesa è possibile incontrare Cristo”.

Veniamo ai problemi sociali. Che cosa la lascia perplesso?

“La povertà. I poveri crescono di numero e succede che chi è povero lo diventa sempre più mentre accade il contrario con i ricchi. Lo vedo nella mia diocesi alla Caritas. Tutto aumenta, i costi crescono, persino quelli degli alimenti, e vi è chi non riesce a far la spesa. Vi dice nulla che nove milioni di italiani sono andati in Albania a fare un poco di vacanza per risparmiare? Per altro verso sono sconcertato quando leggo che in Salento si spendono venti euro per una puccia (un pane tipico della Puglia). Non giudico il ristoratore, per carità. Valuto con una certa perplessità chi a cuor leggero spende venti euro per questo o va al ristorante lussuoso pur sapendo che le sue tasche non lo permettono. Occorre tornare alla sobrietà e ad un consumo critico”.

Vi è chi si indebita per le vacanze..

“Una follia, alla pari di chi contrae debiti per la festa della comunione o del matrimonio dimenticando che prima di tutto sono sacramenti. Si tratta di un paradosso che va eliminato ed evitato. Si torni a considerare il matrimonio o la comunione e la cresima per quello che effettivamente sono, lasciando da parte ogni forma di sensazionalismo o esibizione, non è uno spettacolo teatrale”.

Cosa ne pensa del salario minimo…

“Non entro nella polemica politica e non mi compete, ma trovo ingiusto che talvolta un lavoro sia pagato a due euro l’ora e a mio avviso salario minimo e contratti collettivi non sono in antitesi, non vedo contraddizione. Resto tuttavia dubbioso e preoccupato per il futuro. Occorre maggior uguaglianza”.

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