Madre e Donna degli ultimi tempi

Madre e Donna degli ultimi tempi

di Pamela Salvatori

LA CHIESA ATTENDE LA SUA PERFEZIONE FINALE

La beata Vergine […] cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore […] per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo ella è diventata per noi madre nell’ordine della grazia. E questa maternità di Maria nell’economia della grazia perdura senza soste […] fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti.

La Madre di Gesù ha una missione in questo mondo. È una missione speciale, unica, affidatale dal Padre, che chiamandola ad essere Madre del Cristo, ha posto Maria al punto di partenza dell’umanità ri-generata, destinandola a divenire Madre della Chiesa. Si tratta di una maternità spirituale ed ecclesiale che, nel corso della vita terrena della Vergine, è maturata a contatto con il Figlio, per poi perfezionarsi nella glorificazione finale dell’Assunzione al cielo, e perdurare nel tempo della Chiesa, il nostro tempo.

Tale maternità, da Lei gioiosamente accolta, rivela i tratti squisitamente evangelici di un servizio totale di dedizione a Cristo e al suo mistico Corpo, la Chiesa. Ed è così che con premura materna Maria contribuisce al compimento degli ultimi tempi.

La sensibilità contemporanea invita a mettere a fuoco anche un aspetto poco valorizzato della missione di Maria, ossia il fatto che Ella operi in qualità di donna. Il suo corpo assunto nella gloria è il corpo trasfigurato di donna pienamente redenta.

Il celebre mariologo Renè Laurentin fa notare che il dato della femminilità di Maria non è affatto irrilevante nell’opera divina, infatti, «il mistero della salvezza sarebbe snaturato senza Maria. Sarebbe divino, maschile, omosessuale nel senso etimologico della parola», perché è proprio «in virtù dell’integrazione di Maria nel mistero di Cristo» che «la salvezza è ad un tempo maschile e femminile».

Anche san Giovanni Paolo II sostiene che «quella “pienezza di grazia”, concessa alla Vergine di Nazareth, in vista del suo divenire “Theotókos”, significa allo stesso tempo la pienezza della perfezione di ciò “che è caratteristico della donna”, di “ciò che è femminile”».

Nella Redemptoris Mater, poi, egli addita come tratti mariani «i più alti sentimenti, di cui è capace il cuore umano: la totalità oblativa dell’amore; la forza che sa resistere ai più grandi dolori; la fedeltà illimitata e l’operosità infaticabile; la capacità di coniugare l’intuizione penetrante con la parola di sostegno e di incoraggiamento». E, a guardar bene, si direbbe che questi tratti traspaiano persino tra le righe delle splendide dichiarazioni conciliari su Maria della Lumen Gentium. È come donna, infatti, che «Maria si uniforma ai tempi che si succedono in questo mondo; li vive dall’interno, ma in riferimento a Dio. Si identifica con il divenire della storia della salvezza […]. Il Figlio viene per mezzo di lei, dall’eternità al tempo, ed ella va, con lui, dal tempo all’eternità», scrive ancora il Laurentin.

È quanto rivela il mistero dell’Assunzione, che mostra una femminilità integralmente redenta al fianco del Cristo Risorto, con la sua natura umana maschile trasfigurata nello Spirito. Splendido mistero che richiama l’unità dei due (maschio e femmina) ad immagine dell’essere e agire trinitario! Gesù e Maria, infatti, sono inseparabili.

Come ricorda la costituzione Lumen Gentium al n. 61, Maria è associata al Figlio per restaurare la vita soprannaturale delle anime e chiamata a divenire Madre dei fedeli nell’ordine della grazia, secondo la volontà del Cristo morente sulla Croce (cfr. Gv 19,26).

Missione destinata a durare sino alla fine del mondo. Assunta al cielo, la Vergine non ha smesso di prendersi cura dei figli pellegrini nel tempo; non ha cessato di essere Madre dei credenti, che a Lei si affidano e in Lei cercano sostegno e guida nelle traversie della vita, anche contemplando in Lei il destino glorioso che attende tutta la Chiesa.

Un esercizio sempre attuale di maternità che si colloca in quel tempo destinato da Dio al compimento escatologico della Storia della Salvezza. Nel progetto divino quest’ultima fase dei tempi è destinata alla missione salvifica della Chiesa sotto la guida dello Spirito Santo ma, al contempo, è anche l’ora della missione di Maria nel medesimo Spirito. La verità, però, è che il tempo è compiuto!

Nella Lettera ai Galati si legge che «quando venne la pienezza dei tempi Dio mandò suo Figlio nato da donna» (Gal 4,4).

L’espressione «pienezza dei tempi» indica un compimento cronologico-quantitativo e qualitativo del tempo. Nella Persona del Verbo incarnato tempo ed eternità si sono incontrati. Il tempo è stato assorbito nell’eternità di Dio. Sebbene esso continui a scorrere per noi in attesa dell’ultimo giorno, l’Incarnazione-Morte-Resurrezione di Cristo lo ha invisibilmente, ma realmente, inserito nell’eternità di Dio. Ed è questo il mistero della S. Messa: un precipitare di ogni tempo nell’eternità, reale Presenza del Crocifisso risorto nello Spirito!

Per noi partecipare alla Messa, perseverando nello stato di grazia, significa vivere già l’eternità di Dio!

In tale mirabile economia, dunque, la Madre di Dio si colloca al principio del “tempo di Cristo”, quel tempo storico che va dal concepimento all’Ascensione di Gesù e, di conseguenza, anche al principio del “tempo della Chiesa”. Non fa meraviglia, allora, l’affermazione patristica secondo cui Ella, nel generare Cristo, sia divenuta spiritualmente anche Madre della Chiesa.

Proprio in quanto tale, inoltre, Maria è “inizio”, “figura”, “modello” della Chiesa nella fase peregrinante e in quella gloriosa. La Chiesa può contemplare in Lei ciò che progressivamente Dio sta realizzando nel suo mistico Corpo, ma che in Maria è già compiuto.

Sostenuta da questa certezza la Chiesa attende la sua perfezione finale piena di intima gioia, mentre vive tra gli affanni del mondo e le contraddizioni degli uomini, sotto la guida costante dello Spirito, sapendo di non appartenere a questo mondo e di non dover cercare il suo fine né il suo senso in esso. Come insegna la Lumen Gentium, in virtù dello Spirito Santo che la anima e la conduce, la Chiesa può già considerarsi una realtà escatologica: «La rinnovazione del mondo è irrevocabilmente acquisita e in certo modo reale è anticipata in questo mondo: difatti la Chiesa già sulla terra è adornata di vera santità, anche se imperfetta».

Per attuare la sua missione nel tempo essa può contare sulla presenza efficace di Maria. Presenza che, come testimoniano le apparizioni mariane, non si stanca di ammonire, consolare, ravvivare la fede, esortare alla speranza e alla conversione. Presenza che si offre discretamente all’uomo e attende dall’uomo la risposta dell’amore e dell’affidamento.

Presenza, infine, che non manca di farsi sentire a chi la prende con sé, come il discepolo sotto la Croce, comunicando pace, sollievo, sostegno e forza nella prova. Ed, in fondo, proprio in questa vicinanza quotidiana all’uomo si concretizza la missione mediatrice di Maria, che non trascura i dettagli delle nostre vite e non manca di ricordarci che il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino!

«Questa presenza di Maria ci assicura che lei ci cerca, e ci troverà. Come non possiamo sfuggire alle mani di Dio, così non possiamo sfuggire alle mani della Madonna! Possiamo dire di più; in modo più semplice: non sfuggiamo alle mani di Dio perché non sfuggiamo alle mani della Madre, perché Dio ci ama attraverso il cuore di una Mamma, perché Dio ha voluto salvarci attraverso la tenerezza, l’amore di una Madre che non può dimenticare il suo figlio. Queste poche notazioni ci assicurano e ci garantiscono in momenti gravi che indubbiamente la Chiesa oggi attraversa […]. Ebbene, in questo momento noi dobbiamo avere fiducia. Dio ci si è fatto vicino non solo nel cuore di un fratello, che è Cristo, nel cuore di uno sposo che è Cristo, ma nel cuore di una Madre che è la Vergine».

 

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments