Michela Murgia è stata la bandiera delle battaglie dell’individualismo e del soggettivismo più sfrenati

Michela Murgia è stata la bandiera delle battaglie dell’individualismo e del soggettivismo più sfrenati

di Costanza Miriano

VEDEVA PATRIARCATO E VIOLENZA MASCHILE ANCHE DOVE NON C’ERA

Il mondo ha il diritto di beatificare chi vuole con le sue liturgie laiche. Adesso è il momento di una scrittrice dalla buona penna e dall’intelligenza brillante che si è impegnata per diventare la bandiera delle battaglie dell’individualismo e del soggettivismo più sfrenati.

Aveva avuto un’infanzia oggettivamente difficile e questo ha inevitabilmente condizionato il suo sguardo sulla famiglia. Era uno sguardo ingannato, vedeva patriarcato e violenza maschile anche dove non c’era; forse non aveva conosciuto nemmeno un uomo di quelli che sanno dare la vita per una donna e dei figli, o forse quando li ha visti non li ha saputi riconoscere (era separata e non aveva avuto figli). Insomma rappresentava i non valori dominanti, quindi tutto meno che coraggiosa, perché totalmente a favore di vento, e grazie a questo la sua voce è stata molto rilanciata da quando il mondo si è accorto di lei (io l’ho conosciuta al Tg3 quando aveva scritto solo il suo libro sui call center, Il mondo deve sapere: davvero ha saputo sfondare partendo dal nulla).

Che il mondo la beatifichi dunque è normale. Che lo facciano i media cattolici sinceramente no. Ho sentito e letto dei pezzi che manco per santa Caterina da Siena.

Era schierata per tutto quello che è contro il Catechismo della Chiesa cattolica, aborto, eutanasia, dava dei fascisti a chi non la pensava come lei (quindi tutti i cattolici), era per promuovere forme di aggregazione basate sulla confusione sessuale, riteneva che il sesso non è un dato biologico oggettivo.

Mi chiedo allora perché abbia disposto che il suo funerale fosse in una chiesa e secondo un credo che contestava. Mi chiedo come mai i media cattolici siano affetti da un complesso di inferiorità così forte da esaltare chi contesta il Catechismo e la nostra visione dell’uomo.

Mi chiedo come si faccia a dire con tanta certezza che ha combattuto la buona battaglia, e che ha conservato la fede, come San Paolo. La fede non è solo sapere che esiste Dio. Magari l’ha riacquistata nell’ultimo momento, ma perderla l’aveva persa. Piuttosto possiamo dire che crediamo nella misericordia di Dio, e la invochiamo su di lei e su ciascuno di noi.

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Brava Costanza! Peccato che non tutti i cattolici siano così obbiettivi e onesti da guardare in faccia la verità, anzi come stiamo ancora una volta tristemente constatando, molti cattolici seguono le mode più degli altri! Appelliamoci all’infinita misericordia di Dio Padre, per questa donna e per tutti gli ingannati del mondo.

È morta e non scrivera’ più niente, meno male. Pace all’anima sua. Cattolici conigli, ingoiato tutto.