Il tristo annunzio, la strage degli innocenti e la sacra famiglia parte per l’Egitto

Il tristo annunzio, la strage degli innocenti e la sacra famiglia parte per l’Egitto

di San Giovanni Bosco

Informazione Cattolica vi offre una pagina al giorno (in una nostra versione nell’italiano odierno) del libro scritto da San Giovanni Bosco, nel lontano 1867, ma tuttora attuale, sulla VITA DI SAN GIUSEPPE SPOSO DI MARIA SANTISSIMA «PADRE PUTATIVO DI GESÙ CRISTO»

“Surge, accipe puerum et matrem eius et fuge in Aegyptum et esto ibi usque dum dicam tibi” (“L’angelo del Signore disse a Giuseppe: Levati, prendi il bambino e la sua madre e fuggi in Egitto e fermati colà fintantochè io t’avvisi”, MT. II,13”)

“Vox in excelso audita est lamentationis, luctus, et fletus Rachel plorantis filios suos, et nolentis consolari super eis quia non sunt” (“Si è sentito nell’alto voce di querela, di lutto e di gemito di Rachele che piange i suoi figli; e riguardo ad essi non ammette consolazione perch’ ei più non sono”, GER. XXXI, 15).

La tranquillità della santa famiglia non doveva essere di lunga durata. Appena Giuseppe era rientrato nella povera casa di Nazareth, un angelo del Signore gli apparve in sogno e gli disse: «Alzati, prendi con te il fanciullo e sua madre e fuggi in Egitto, e rimani là finché io non ti dica di ritornare. Erode cercherà il fanciullo per farlo morire.»

E ciò non era che troppo vero. Il crudele Erode ingannato dai Magi e furioso di vedersi sfuggire una si bella occasione, per disfarsi di colui che egli considerava come un competitore al trono, aveva concepito l’infernale disegno di far massacrare tutti i bambini maschi di età inferiore a due anni. Quest’ ordine abominevole fu eseguito.

Un largo fiume di sangue scorse la Galilea. Allora si avverò quello che aveva predetto Geremia: «Una voce si è fatta intendere in Rama, voce mista di lacrime e di lamenti. È Rachele che piange i suoi figli e non vuol essere consolata; essi non sono più.» Questi poveri innocenti, così crudelmente scannati, furono i primi martiri della divinità di Gesù Cristo.

Giuseppe aveva riconosciuto la voce dell’Angelo; nè si permise alcuna riflessione sulla precipitata partenza, a cui dovevano risolversi; sulle difficoltà d’un viaggio così lungo e così pericoloso. E sì che gli doveva rincrescere di abbandonare la sua povera casa, per andare attraverso ai deserti a cercare un asilo in un paese che egli non conosceva.

Senza nemmeno aspettare il domani, nel momento che l’angelo disparve egli si alzò e corse a svegliare Maria. Maria preparò frettolosamente una piccola provvigione di panni e di viveri che dovevano portare con se. Giuseppe intanto preparò la giumenta, e partirono senza rammarico dalla loro città per obbedire al comando di Dio. Ecco dunque un povero uomo, che rende vane le orribili trame del tiranno di Galilea; è a lui che Dio affida la custodia di Gesù e di Maria.

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