Uno scienziato pazzo, la società Thule e la formula dell’immortalità
di Francesco Bellanti
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LETTURE ESTIVE/ LA CLONAZIONE E L’IMMORTALITÀ
Uno scienziato pazzo, Erik il Rosso, che con una società segreta, la SOCIETA’ THULE, ha scoperto la formula dell’immortalità.
Il professore Gundar e la sua compagna che alla fine distruggeranno tutto il centro di ricerca.
- Benvenuti nell’immortalità – disse con un largo sorriso Erik il Rosso – Entrate.
Gundar e Lorena si guardarono negli occhi, accennarono un lieve sorriso. Anche Adelaide, statuaria e immobile dietro il marito, sorrise.
- No, non parlate – soggiunse Erik il Rosso – Capisco la vostra incredulità, conosco già le vostre mille domande. Vi spiegherò tutto lentamente. Adesso seguitemi.
Erik il Rosso chiuse la porta e si avviò, seguito in silenzio dagli altri, verso il salotto. Si fece spazio con una torcia elettrica tra sedie e tavoli, libri e scartoffie varie, ostacoli ignoti a Gundar e a Lorena, ma non a lui e a sua moglie. Spinse con un movimento preciso parte della piccola biblioteca del salotto, che si aprì come una porta. Erik chiese cortesemente a Gundar di non bere e, soprattutto, di non fumare quella sera. Entrarono in una piccola e nuda stanza. Erik il Rosso si chinò, fece pressione su parte del pavimento, si sollevò una botola perfettamente mimetizzata con le piastrelle di cotto. Erik il Rosso fece scendere sua moglie, poi Gundar e Lorena, quindi scese velocemente pure lui e chiuse la botola su di sé. Improvvisamente, s’illuminò un appartamento sotterraneo con molte stanze e un grande corridoio nel mezzo pieni di librerie, scaffali, armadi e vetrinette che, come in un museo, esponevano centinaia, migliaia, di ossa. Cominciarono a diffondersi note soffuse di Mozart.
- Quello che vedete – disse infine Erik il Rosso con enfasi, rompendo il silenzio e sovrastando la musica di Mozart – è la polvere che attende di diventare eterna, la vera resurrezione dei corpi, il traguardo definitivo della storia dell’uomo, clonazione e immortalità insieme per l’apoteosi della storia, l’approdo finale del tempo.
Poi, rivolgendosi a Gundar e Lorena, aggiunse:
- Alla fine della notte, voi certamente mi avrete compreso se non perdonato, ma intanto è giusto che io vi dica che voi avete fatto sempre parte del nostro progetto.
- Strano però che tu ce lo dica solo adesso – disse Gundar – Ti sei servito di me, di noi, hai messo a repentaglio la mia vita, in mezzo a tutti questi pazzi e visionari. Ed anche quella di Lorena, che per aiutarmi ha messo in pericolo la sua.
- Voi non siete mai stati in pericolo. Neanche Lorena è stata mai in pericolo. Nemmeno quella sera in cui si è introdotta furtivamente a casa mia per cercare di capire ciò che non avrebbe mai capito senza di me. E tu, Gundar, eri un passaggio fondamentale per la realizzazione del progetto. Un momento decisivo. Dovevo conoscere meglio chi mi seguiva da anni. Mi mancavano gli ultimi dettagli.
- Anche la falsa malattia, il testamento, la buffonata dei documenti sulle ricerche sul prolungamento della vita, la lettera sotto la porta con cui mi annunci l’immortalità, anche questo era un dettaglio?
- Dovevo prendere tempo, Gundar. Sapevo che avresti scoperto tutto, io lo desideravo e ti guidavo. Ma dovevo essere credibile. Dovevo darti un segno della mia amicizia, convincerti ad aiutarmi.
- Io, invece, – disse Gundar – non ero credibile, vero Erik? La mia vita non era credibile, io non ero affidabile, non potevo far parte della società, non è così, Erik? Io non ho mai fatto parte del tuo progetto, di’ la verità, Erik. Altrimenti, mi avresti chiamato prima.
- No, Gundar. Tu facevi, tu hai sempre fatto parte del mio, del nostro progetto. Non ti avrei permesso di giungere qui. E poi anche Lorena, naturalmente. Il fatto che io non abbia fatto in tempo a chiamarvi prima che veniste voi qui, ecco, questo purtroppo è solo uno spiacevole contrattempo.
- E per fare questo – disse Lorena – tu, la tua società, avete riempito l’intero villaggio di microspie. Le cene, i balli, le riunioni in comune… Un lavoro fatto bene, devo dire. Iniziato molti anni fa. Anche se non perfetto, visto che l’ho scoperto.
- Voi avete scoperto quel che io ho voluto che scopriste – ribatté Erik il Rosso.
- Devo farti ancora qualche domanda, – disse ancora Gundar – prima di continuare a conoscere questa specie di cimitero sotterraneo.
- Dimmi pure – disse Erik il Rosso.
- Chi è tutta questa gente che ho incontrato, tutte queste persone che si sono presentate come angeli, diavoli, immortali, fantasmi, e così via?
- Gente che ha cercato di impossessarsi della formula dell’immortalità – disse Erik il Rosso – ed ha utilizzato tutti gli espedienti possibili. Gente che fa parte di organizzazioni pericolosissime, spie al soldo di multinazionali, di Stati, che ha approfittato della tua esaltazione, della tua – come dire? – malattia, Gundar. Alcuni hanno lavorato con me e mi hanno tradito. Oppure, chissà, se ti piace crederlo, sono veramente angeli e diavoli e altre nature trascendenti che mi hanno sempre seguito fingendo di essere uomini. Altre domande?
- Un’altra domanda è questa, – disse Lorena – ed è una storia lunga, Erik. Dobbiamo parlare della Prima guerra mondiale e della IG Farben, della IG Farben Auschwitz e di tuo nonno Hermann Dietric, di Hitler e di Himmler, del lager di Auschwitz e di Mengele, degli esperimenti criminali, dell’olocausto degli ebrei, del Nazismo, del Processo di Norimberga, di tua madre, della fondazione della Industrie Pharmakon Avicenna di Dresda da parte di tuo nonno, della costruzione del villaggio La Valle del Sole, delle tue ricerche e dei tuoi viaggi…
- Oh, Lorena! – la interruppe Erik il Rosso – Ti prego, Lorena! Quanto tempo è passato, quanta storia! Un secolo di storia! Vicende familiari e vicende universali, la lotta del Bene e del Male, il cammino del progresso e della scienza, le ambizioni e i progetti di generazioni di uomini, i sogni di interi popoli! Hermann Dietric? Un grande scienziato colluso col nazismo comelo fu un intero popolo, un uomo che aveva un sogno e credeva di poterlo realizzare in quel tempo, in quella storia. Mia madre? Una grande donna, una studiosa eccezionale che cercò di condividere il progetto di un uomo ingiustamente sconfitto dalla storia. La Industrie Pharmakon Avicenna di Dresda? Una società creata per riprendere e completare un cammino interrotto, per realizzare un progetto immenso.
- E Hitler, Himmler, Mengele, Auschwitz, il nazismo, il Processo di Norimberga? – disse Gundar.
- Fantasmi. Fantasmi, Gundar. Fantasmi di un altro mondo, un mondo che ormai non esiste più. Quelli che hanno pagato erano colpevoli, ma non tutti hanno pagato.
- Che vuoi dire? – disse Lorena.
- Hitler, Himmler, Mengele, Auschwitz, il Nazismo, il razzismo…
Tutto questo è un prodotto dell’occidente, l’occidente ha creato Hitler, Hitler era un europeo, figlio di una cultura, della politica dell’occidente. Il Processo di Norimberga e i processi secondari? È come avere eliminato un senso di colpa. Ecco, abbiamo purificato la Germania, abbiamo liquidato i nazisti, il male venuto dal Demonio è stato sconfitto, possiamo riprendere il cammino interrotto. Semplice, no?
- Sì. Non sei il solo a dare questa lettura del Nazismo – disse Gundar.
- Hitler è un figlio dell’occidente, Gundar, il male non ha una faccia sola. Il Nazionalsocialismo è nato da una pace sbagliata, la Germania poi era il Paese meno razzista d’Europa. Le responsabilità della guerra sono di Hitler ma Hitler non avrebbe potuto distruggere l’Europa senza il concorso dell’Europa stessa. Mussolini, Stalin, Churchill, Franco, la debole democrazia francese, i dittatori dell’oriente, tutta l’Europa era folle allora. Lasciamo stare il passato, bisogna dimenticare, Gundar. Quello che conta nonè da dove si viene, ma dove si va. Il tempo passa, lascia dietro di sé scheletri e fantasmi, ma deve sempre inseguire i suoi sogni.
- In questo lungo cammino, – disse ancora Gundar – in questo secolo in cui tutto è passato, tuttavia, una lunga vicenda non ha mai avuto fine: la Società Thule.
Erik il Rosso non parve sorpreso. Sorrise, si avvicinò ad Adelaide. La strinse a sé.
- È l’amore – disse Erik il Rosso – È l’amore che non ha mai fine. L’amore di questa donna che ha rinunciato a tutto per me: ai figli, alla carriera, ai suoi studi, alle sue amicizie, per abbracciare un progetto immenso, per viverlo con me. Senza di lei, non avrei potuto fare nulla.
- Nemmeno queste ricerche e queste sperimentazioni sulla clonazione e sull’immortalità che hanno origine dalla morte e dal crimine – disse Gundar – Non è così? Quanto hanno influito gli studi fatti durante il nazismo sulla clonazione e sull’immortalità? Che esperimenti hanno fatto tuo nonno Dietrice Mengele? Questi esperimenti hai continuato a farli pure tu?
- La Società Thule – continuò Lorena – Dietro la Industrie Pharmakon Avicenna di Dresda si nasconde la Società Thule, non è così, Erik? Che cos’è la Società Thule? Sei un membro di questa società, vero? Non negarlo, te l’ho sentito dire l’altra sera.
Erik il Rosso guardò Gundar e Lorena con occhi compassionevoli, quindi si avvicinò a sua moglie.
- La Società Thule – disse infine – è l’idea, il progetto, lo spazio, il tempo
che ha divorato la storia, che ha attraversato le cose e gli uomini, che ha imbarcato ideologie, visioni, fantasie, miraggi, incubi, deliri, per realizzare un sogno: l’immortalità.
L’immortalità. Erik il Rosso tacque e sorrise. Lasciò che l’immortalità volasse e si posasse lieve sui volti di Gundar e Lorena. Poi guardò sua moglie, la accarezzò. Infine, cominciando a camminare lentamente dentro il grande corridoio centrale, continuò.
- La Società Thule, di cui io e mia moglie facciamo parte, la vostra società, se vorrete partecipare al nostro progetto, è una organizzazione che si occupa da più di un secolo dei metodi di clonazione e di allungamento della vita, nel contesto di un unico progetto, chiamato appunto Progetto Thule.
- Questo nome, Thule – disse Lorena – ricorda, però, la famigerata Società Thule, la Thule-Gesellschaft, un’organizzazione segreta di estrema destra, il nucleo originale del Partito Nazionalsocialista Tedesco.
- Già – aggiunse Gundar – La Società Thule o Ordine Germanico, una società antisemita, nazionalista, imbottita di teosofia, di paganesimo nordico… La ricerca della razza superiore. Sì. Il sogno allucinante di una congrega di folli e di pazzi visionari, lo conosciamo il Nazionalsocialismo, in tutti i suoi più nascosti segreti ed aspetti esoterici. Era una società che praticava rituali satanici, raccapriccianti, magia nera, una società piena di maghi, medium, che aveva come obiettivo l’avvento dell’homo superior ed il cambiamento totale della vita del pianeta. Ma tutti i progetti che hanno basi luciferine e si fondano su una visione demoniaca del mondo hanno poi il loro dissolvimento, il solito epilogo in un bunker. Perché la verità, caro Erik, non ènei bunker, nel mondo oscuro.
- Niente di tutto questo – disse Erik il Rosso, fermandosi davanti alla prima stanza dell’appartamento sotterraneo – E poi la Società Thule, quella vecchia Società Thule, insieme con altre organizzazioni e società esoteriche, fu soppressa da Hitler, subito dopo essere salito al potere. E molti dei membri di questa società furono inviati nei campi di concentramento. Ma parla, parlate, quando avrete finito parlerò io.
- Molti membri però, – disse Gundar – diventarono gerarchi del regime nazista. E lo stesso Hitler fu iniziato alla Thule nel 1919 dal leader della Società, che era allora Dietrich Eckart, ed a questi Hitler dedicò il suo Mein Kampf.
- No, Gundar – disse ironicamente Lorena – Sdrammatizziamo. E diciamo che la croce a svastica era presente nello stemma degli Hohenzollern, secondo una ricerca del nazista Hans Frank, giurista e governatore nazista della Polonia, impiccato a Norimberga…
- La Società Thule – continuò invece Gundar, deciso – si ispirava alle teorie che propugnavano il ritorno della grande Germania che avrebbe avuto dominio sul mondo e agli insegnamenti dell’Ordine dei Nuovi Templari, una setta che predicava l’esistenza della razza superiore costituita da ariani per liberare il mondo dagli ebrei.
- Roba vecchia, Gundar – disse Erik – Lascia perdere queste sciocchezze. Fanno parte ormai del pettegolezzo della storia.
- Sarà. Ma fammi finire – continuò Gundar – La Società Thule si ispirò anche al Buddismo tibetano, alle dottrine esoteriche, in particolare, di Helena Petrovna Blavatsky. Questa era una famosa medium e occultista, che aveva fondato la Società Teosofica Internazionale, e che diceva di essere in contatto medianico con gli ultimi sopravvissuti di una razza eletta che aveva vissuto nel Tibet ma che si era rifugiata, dopo una immane catastrofe, nelle viscere della Terra, e qui avrebbe fondato la leggendaria Agarthi, una grande civiltà sotterranea. I membri della Thule, attraverso riti occulti nei boschi o vicino ai fiumi, cercavano di entrare in contatto con questi superuomini sotterranei per preparare il ritorno della razza superiore.
- Via, Gundar – disse Erik il Rosso – Anche se sei uno scrittore visionario, mi meraviglia che tu creda a queste favole. E che tu abbia coinvolto Lorena in queste fantasie.
- Veramente, – disse Gundar – da quando sono qui, faccio fatica a distinguere tra visioni e realtà. E non credo sia colpa solo dell’alcol o dell’idea che io possa diventare immortale. Ma voglio finire.
- E per completare il discorso di Gundar, – intervenne Lorena – il Nazismo attinse a piene mani al mito thuleano di una terra abitata dalla società perfetta di una razza umana superiore di Iperborei per fondare il concetto di una razzaariana destinata a dominare il mondo.
- Adesso vi dirò la mia verità – disse Erik il Rosso – La verità. La Società Thule ha dovuto fare i conti con la storia, con le sue miserie, con la sua violenza, con il suo male. Hermann Dietric fu iniziato alla Thule giovanissimo, nel 1924. Come tutti gli iniziati, aveva un sogno: l’immortalità. Come tutti gli iniziati, dovette sopravvivere al marasma della storia. La Società Thule dovette mimetizzarsi, dovette nascondersi, purtroppo anche sotto i nomi di nazismo, Hitler, Himmler, Auschwitz, Mengele, IG Farben, Industrie Pharmakon Avicenna, La Valle del Sole. La Società Thule ha incontrato sulla sua strada anche le sozzure e i crimini della storia, idee malsane, criminali, ma ha tollerato, spesso inghiottito e digerito tutto, pur di portare avanti il suo progetto.
- Quante cose stupide! – intervenne Adelaide, guardando sorridente il marito – Quante cose false si sono dette su Erik! Che fosse un massone, un Rosacroce, un Templare, un fanatico religioso, tante altre cose. O addirittura che fosse un nazista. Per invidia, soprattutto, perché tutti hanno sempre invidiato il genio sublime di Enrico Guiscardo detto Erik il Rosso. Per strappargli il segreto dell’immortalità. Erik il Rosso ha solo portato a compimento un sogno di millenni, un progetto secolare.
- La Società Thule – continuò Erik compiaciuto – deriva il suo nome dalla mitica Thule, l’isola leggendaria del Nord di cui parlarono l’esploratore greco Pitea nel 330 a.C., la terra del fuoco e del ghiaccio dove il sole non tramonta mai. Ne parlarono anche Antonio Diogene nel romanzo Le incredibili meraviglie al di là di Tule, e Claudio Tolomeo nella sua Geografia. Forse era l’Irlanda, forse la costa norvegese. Virgilio la definì per la prima volta Ultima Thule, nel senso di ultima terra al di là del mondo conosciuto.
- Per questo la Società ha preso questo nome – aggiunse Adelaide – Thule come ultima terra, ultima frontiera dell’umanità.
- Sì – continuò Erik il Rosso – Ultima frontiera. Il fine ultimo dell’uomo, punto di arrivo della storia e di inizio dell’eternità. Clonazione ossea ed immortalità!
- Va bene – disse Gundar – Di immortalità ho sentito parlare fin troppo in questa storia. Ora mi spunta pure la clonazione ossea. Ma adesso, prima di riempirmi la testa anche di clonazione, e poi ancora di immortalità, prima di inoltrarci in questo tenebroso cimitero, completiamo questo discorso su questa misteriosa Società Thule.
- Sei ansioso, Gundar – disse Erik il Rosso – È giusto, è normale. Vi darò adesso solo qualche cenno. Ma le cose non sono disgiunte. La Società Thule è stata fondata cento anni fa per uno scopo, un progetto preciso, il Progetto Thule: la clonazione ossea e l’immortalità. Le due cose sono indivisibili. Purtroppo, nei primi decenni le conoscenze tecniche erano inadeguate per realizzare il progetto. Un grosso passo avanti fu fatto durante il Nazismo. Alcuni componenti della Società Thule, tra i quali Hermann Dietric, si nascosero nel magma devastante e passeggero del Nazismo per carpire i segreti degli esperimenti nei campi di concentramento nazisti.
- Gli esperimenti della IG Farben Auschwitz, di Mengele e compagnia… Esperimenti che non si sono più potuti fare dopo – disse Gundar.
- Sì, – disse Erik il Rosso – dopo non è stato più possibile fare certi esperimenti. Erano molte le società chimiche, tuttavia, che facevano questi esperimenti genetici in Germania allora. E non solo in Germania. Ma la Germania era molto più avanti in queste ricerche.
- Certamente – disse Lorena – Perché solo lì erano permessi certi esperimenti. Per esempio, di creare ibridi tra esseri umani e animali. Si creavano embrioni misti uomo-animale, chimere umano-animali. Si iniettavano su prigionieri vivi geni di altre specie.
- Lo sappiamo, purtroppo – disse Erik il Rosso – Si giunse perfino a creare un ibrido uomo-scimmia che avrebbe dovuto vivere 160 anni! Una scimmia col cervello totalmente umano. Si crearono anche topi col cervello umano al cento per cento.
- Sì – disse Lorena – Qualcosa abbiamo scoperto. Cose molto poetiche.
- Ma forse non avete scoperto – intervenne Adelaide meno ironica di Lorena – che fu creato un ibrido tartaruga-uomo, che avrebbe dovuto vivere, secondo il progetto genetico iniziale, circa 280 anni. A migliaia di prigionieri di Auschwitz furono iniettati geni di tartaruga.
- Caspita, che roba! – disse Gundar – Se il Nazismo non fosse stato sconfitto, avremmo avuto un mondo dominato da una super-razza di uomini- tartaruga con corazza sulla testa e corpo da verme!
- E magari eserciti immensi di uomini-scimmia schiavi! – soggiunse Lorena.
Erik il Rosso e sua moglie sorrisero. Gundar e Lorena no.
- Perciò ,– riprese Lorena – da quel che tu dici, la Società Thule non avrebbe più niente a che vedere col Nazismo.
- No, – continuò più serio e composto Erik il Rosso – la Società Thule non è mai stata nazista. La Società Thule è stata come un treno che ha attraversato montagne e pianure, città e villaggi, deserti e praterie, che ha imbarcato e scaricato uomini e idee, per poter proseguire sempre il proprio cammino e così giungere finalmente alla meta. Hermann Dietric è stato il macchinista che ha guidato questo treno per mezzo secolo, che ha dato un contributo decisivo per raggiungere questa meta. Egli ha continuato il progetto dell’immortalità, prima collaborando con i componenti della Società Thule nascosti nelle società chimiche di tutto il mondo, poi – aiutato anche da mia madre – ha creato la Industrie Pharmakon Avicenna di Dresda per dare una casa comune ai membri della Thule nell’ultima fase del progetto.
- E dopo la morte di tuo nonno, – disse Gundar – hai preso sulle spalle tu ilfardello della ricerca dell’immortalità.
Erik il Rosso e Adelaide si guardarono. Sorrisero.
- Sì – disse Erik il Rosso – Io e la mia squadra siamo arrivati dove mai nessuno era arrivato nella storia dell’umanità. Siamo adesso in grado di clonare cellule pure che permettono di trasferire informazioni da un corpo all’altro in mille, milioni, di corpi diversi, in un processo infinito. Sì, Gundar. Abbiamo creato la coscienza personale eterna.
- Bene, – disse Gundar – ma non scendere nei particolari. Qualcosa, in questi giorni, credo di avere capito, di immortalità. E la clonazione ossea?
Erik sorrise ancora. Guardò Gundar, guardò Lorena. La moglie gli si avvicinò, lo accarezzò compiaciuta.
- Per quanto riguarda la clonazione ossea, – disse Erik il Rosso – abbiamo scoperto qualcosa di ancora più immenso, di ancora più grande dell’immortalità, un metodo rivoluzionario che consente, attraverso le ossa, di avere cellule vive e quindi di clonare persone defunte. Insomma, abbiamo sperimentato un procedimento sensazionale che ci consente di estrarre un filamento di DNA completo dalle ossa. È un procedimento complesso che porta poi alla creazione di sangue e cellule staminali….
- Oh, non ricominciare, Erik… – disse Gundar – Capisco. Siete in grado di creare un essere vivente ex-novo che possiede le stesse informazioni genetiche dell’organismo di origine. Con la particolarità che questo organismo è defunto: cosa non da poco.
- Proprio così – disse sorridendo Adelaide, stringendo ancora di più a sé il marito – Siamo in grado adesso di far rivivere eternamente i morti. Daremo l’immortalità ai vivi e ai morti.
Gundar e Lorena si guardarono. Increduli. Videro Erik il Rosso che baciava sulla guancia la moglie. Silenzio. Erik il Rosso e Adelaide parlavano dell’immortalità dei vivi e dei morti come della spesa della mattina al mercato.
- Ma le influenze ambientali, Erik? – disse infine Lorena – I condizionamenti storici, geografici? Gli esseri umani vivono nel tempo, nella storia.
- Abbiamo ridotto al minimo le influenze e i condizionamenti ambientali – disse Erik il Rosso – Anzi, quasi a zero. Sarà decisivo il fattore ereditario. Soprattutto per i geni. Ma di questo vi dirò dopo.
- Comunque sia, – disse Lorena – se anche dovesse essere vero tutto quello che dite, volete popolare il mondo di zombie.
- Sarebbe così – tagliò corto Erik il Rosso – Se non che questi zombie saranno, anzi sono già, più vivi dei vivi.
Erik il Rosso tacque. Entrò nella prima stanza alla sua destra, fece entrare gli altri. Al centro della stanza c’era un tavolo rotondo con alcune sedie. Sedette, con un cenno fece sedere la piccola compagnia. Le pareti della stanza erano piene di vetrinette e scaffali con teschi, mandibole, ossa varie di esseri umani. Erik il Rosso ricominciò a parlare.
- La Società Thule nasce e si perpetua perché l’uomo vuole combattere e sconfiggere l’idea che la realtà del mondo sia costituita essenzialmente dalla vecchiaia e dalla morte. Tutte le ricerche sulla clonazione ossea e sul prolungamento della vita sono sempre state ostacolate e impedite. Hermann Dietric lo comprese subito, e fonda la Industrie Pharmakon Avicenna a Dresda per dare copertura alla mia attività di ricercatore genetico e al progetto della Società Thule. Fonda anche La Valle del Sole – ed altri centri secondari – per effettuare le sperimentazioni. Non fu una cosa semplice, ma convinse e coinvolse nel suo progetto molti amici che finanziarono le sue e poi le mie ricerche. Queste persone credettero nel suo progetto perché volevano sconfiggere la morte, volevano diventare immortali. Credettero in lui, sapevano che Hermann Dietric era in possesso di un bagaglio di conoscenze sterminato, sapevano che era possibile conquistare l’immortalità. La Società Thule doveva operare in segreto, naturalmente, e in segreto continuerà a lavorare.
- Io, – disse Lorena – quando sento parlare di società segrete penso sempre cose cattive, malvage. Complotti, cospirazioni, congiure, intrighi, malefatte, e così via.
- Posso capire – disse Erik il Rosso – Ma per il fine che si era proposto, la Società Thule doveva nascere come associazione segreta. Attualmente la Società Thule è composta da circa cinquemila persone, ed il suo primo scopo è quello di rendere immortali i suoi membri, condicio sine qua non per portare a termine il progetto, di cui adesso dirò.
- Lasciando da parte il passato, la prima cosa che mi viene in mente – disse Gundar – è chiederti se è affidabile oggi la vostra società. Voglio dire, se è sicura, se è governabile. Da chi è formata?
Erik il Rosso sorrise. Sorrise anche Adelaide.
- Voi credete – disse – che ci sia nel mondo un’organizzazione o un ente, un’associazione, che sia del tutto affidabile? Perché non dovrebbe essere la mia organizzazione a gestire queste straordinarie scoperte, visto che abbiamo dedicato per più di un secolo anima e corpo a questo progetto? E poi, l’ho
già detto, pensate veramente che la società mondiale nella sua espressione odierna – quella cosiddetta liberaldemocratica e capitalistica – possa accettare una cosa del genere? Una società che si fonda sulla morte e sul consumismo?
- Sì, – disse Lorena – in effetti nel tuo discorso ci sono elementi razionali. Soprattutto in questi ultimi giorni, abbiamo capito che l’immortalità significherebbe la distruzione dell’attuale società. Non riesco nemmeno a immaginare che cosa vorrebbe dire risuscitare i morti.
- Degli Stati in generale sapevamo – continuò Erik il Rosso – Dico degli Stati e dei grandi movimenti, delle grandi organizzazioni culturali, economiche, politiche, che erano interessati alle nostre ricerche. Il vero problema era per noi la questione delle sette, dei piccoli gruppi e dei solitari. Che non erano facilmente controllabili nei movimenti.
- Ho capito – disse Gundar – che sarebbe ancor più pericoloso e devastante se si impossessasse delle vostre scoperte uno di questi piccoli gruppi di pazzi. Noi abbiamo avuto la sensazione che la Industrie Pharmakon Avicenna sia sfuggita al tuo controllo, che vogliano farti fuori, ci sono troppi interessi di mezzo. È la logica di tutti questi personaggi misteriosi e di tutti gli ultimi eventi.
- No. La Società Thule è ancora padrona del suo destino.
- Mah! Ma come è organizzata la Società Thule?
- La Società Thule, – disse Erik il Rosso – che chiamiamo anche fra di noi Società degli Immortali, nella sua attuale organizzazione provvisoria, è formata da cellule nazionali e continentali e da un vertice mondiale di sette capi. Io sono uno di questi. Siamo proprietari di sette isole del Mediterraneo e di quaranta territori mondiali, che costituiscono al momento i centri di pianificazione delle attività e di operazione.
- Che attività, che operazione? – domandò Lorena – Per quale fine?
- Due fini. Uno è il benessere e il progresso dell’umanità. La democrazia, l’uguaglianza, la libertà, la giustizia: la Costituzione della Società Thule è il risultato fecondo delle più progredite leggi del mondo e delle conquiste civili migliori dell’umanità.
- Però a gestire tutto questo è una società segreta – disse Lorena – E qual è l’altro fine?
La Società degli Immortali gestirà questo progetto – disse Erik il Rosso – Perché non può essere diversamente. L’altro fine è ancora più grande. La Società Thule darà come premio l’immortalità a chi avrà dato un contributo decisivo per la realizzazione del progetto. Ai benefattori dell’umanità. Noi avremo i migliori statisti ed economisti nei più importanti Paesi del mondo, ma lo sapranno solo quelli della società. Avremo i migliori poeti ei migliori musicisti, i migliori artisti. Il Progetto Thule è esattamente questo, l’immortalità che dà l’immortalità. Forti dell’esperienza accumulata in secoli e secoli, il mondo sarà governato sempre meglio. Gli uomini migliori, quelli ritenuti migliori in ogni settore del lavoro, dell’arte, dell’economia, della politica, della cultura, usciranno dalla storia per entrare nell’immortalità. Nel piccolo consesso degli immortali. Che ve ne pare?
- Interessante – disse Gundar – Veramente interessante. Anzi, geniale. Da un lato si assicurerà il benessere e la felicità ai comuni mortali, perché di un mondo distrutto gli immortali non saprebbero che farsene, dall’altro si dà il giusto premio a chi diventa un benefattore dell’umanità. Del resto, per mezzo delle vostre scoperte, c’è sempre la speranza che uno, prima o poi, venga risuscitato e restituito alla storia. Anzi, all’eternità.
- Resterebbe sempre un’enorme ingiustizia – disse Lorena – Ci sarebbero sempre la sterminata massa di miserabili mortali e il gruppo esiguo dei pochi immortali.
- Non ci sarà nessuna ingiustizia – disse Erik il Rosso – I comuni mortali non si accorgeranno nemmeno che esistono gli immortali. Nessuno vedrà quando la storia entrerà nell’immortalità, e quando l’immortalità entrerà nella storia. Non ci sono alternative, l’immortalità non si può dare a tutti in modo indiscriminato. Ma tutti possono sperare, i morti possono sempre diventare immortali.
- E se un immortale si accoppia con una mortale? – domandò Gundar – O viceversa?
- Una cosa è certa: non faranno figli – intervenne Adelaide – Il programma prevede che un mortale non possa fecondare una immortale e viceversa, perché gli immortali subiranno una mutazione genetica.
- Uhm! – esclamò Lorena – È già qualcosa. Stavo per cominciare ad avere le visioni terrificanti dei semi-immortali, degli immortali al venticinque per cento, e così via. Di chi poteva campare 158 anni o 654, o milletrecento, o un milione di anni!
Gundar sorrise. Non sorrisero Erik il Rosso e Adelaide.
Gli immortali – continuò sempre grave Erik il Rosso – vivranno nel tempo e nell’eternità. Vivranno nel tempo per tanti motivi: perché sarebbe troppo noioso vivere per l’eternità con le stesse persone, occorre avere stimoli, crearsi interessi, provare nuove emozioni, innamorarsi. Gli immortali non dovranno vivere isolati nelle loro isole felici. Nei territori e nelle isole di cui ho detto prima, gli immortali torneranno per riposare e per ripianificare le attivitàfuture. Per l’obiettivo primario di governare il mondo.
Erik il Rosso si alzò. Immediatamente seguito prima da sua moglie, e poi da Gundar e Lorena.
- Adesso andiamo – disse – Avremo tempo per i dettagli. Ora vi mostrerò la storia che attende la giustizia.
Uscì dalla stanza e si fermò nel corridoio.
Da: Il villaggio degli immortali, Lulu.com, New York, 2022
Foto di Reimund Bertrams da Pixabay