Il “glorioso” Risorgimento italiano? Una tirannide
A cura della Redazione di Rassegna Stampa
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NEGLI ARTICOLI DE LA CIVILTA’ CATTOLICA LA VERITA’ SU UNA PAGINA ABUSTA DELLA NOSTRA STORIA
Perché ci si è dati e ancora ci si dà tanto da fare per dare allo Stato il monopolio della scuola e dell’educazione? Ovvio, perché chi controlla l’istruzione controlla la società, ad esempio propinando versioni della storia che avvalorano e sostengono le forze politiche e culturali che detengono il potere, le quali potrebbero essere messe in discussione se il popolo scoprisse come questo potere è stato conquistato ed è conservato.
Un esempio veramente calzante di ciò è il modo con cui si ancora racconta il Risorgimento e l’unificazione nazionale, in cui un avventuriero come Garibaldi è celebrato come eroe mentre gli eroici difensori del proprio legittimo re e della propria terra sono definiti “briganti”.
Eppure se solo si scava appena nel nostro passato, scalzando appena la crosta di vere e proprie menzogne o amnesie inculcate dai manuali scolastici, si scopre come una buona parte della storia d’Italia è raccontata in maniera diversa da come si svolsero veramente gli eventi ma riscoprirla è oggi un dovere per gli uomini e le donne che hanno a cuore la Patria, la religione, la famiglia, la libertà.
A tal proposito si propone un testo autorevolissimo: nella seconda metà dell’Ottocento Civiltà Cattolica fu il periodico culturale più letto nel mondo. L’autore dei saggi che costituiscono il volume non ci pare abbisogni di presentazione: il padre gesuita Luigi Taparelli d’Azeglio
Come la Rivoluzione Francese, anche il Risorgimento fu un periodo di orrende persecuzioni verso chi si batteva per la libertà. Padre Taparelli ne previde l’esito sanguinoso e ne spiegò le ragioni. Quasi un secolo dopo ne diede conferma, il più temibile pensatore social-comunista: «la Riforma sta al Rinascimento come la Rivoluzione francese al Risorgimento» [A. Gramsci, Quaderno 3 (XX) § (40)].
Dopo di lui, altri pensatori socialisti, aggiunsero: «come la Resistenza sta alla Rivoluzione Russa» (cfr. Il Manifesto, 18/3/2011, poi in Micromega stessa data).
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Foto di Leonhard Niederwimmer da Pixabay