Cina, l’intelligenza artificiale aiuta la dittatura comunista a controllare i cittadini

Cina, l’intelligenza artificiale aiuta la dittatura comunista a controllare i cittadini

di Angelica La Rosa

L’I.A. È STATA USATA PER ACCUSARE CRISTIANI E MUSULMANI

L’intelligenza artificiale sta aiutando la dittatura comunista in Cina a controllare i suoi cittadini. Non a caso la dittatura comunista cinese ha un grande interesse per i progressi dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Il fine è proprio l’utilizzo per rafforzare il controllo sulle attività dei cittadini cinesi, limitandone le libertà e i diritti. Tra le vittime di tale strumento, naturalmente, vi sono leader cristiani e musulmani.

In un ampio articolo, il quotidiano Global Times, affiliato al “People’s Daily” (organo del Partito Comunista Cinese), ha elogiato lo “sviluppo” dell’IA “made in China”, che continua a progredire nonostante la “feroce” concorrenza globale e gli ostacoli posti dagli Stati Uniti.

Questo tema è stato evidenziato anche durante la World Artificial Intelligence Conference (WAIC), iniziata nella metropoli economica e commerciale di Shanghai.

Esperti e parti interessate hanno sottolineato che la Cina deve ancora fare progressi per raggiungere “l’autosufficienza” nel settore dell’alta tecnologia, ma c’è grande fiducia nella capacità del Paese di raggiungere questo obiettivo, secondo il giornale del partito.

A dimostrare il potenziale di crescita e l’attrattiva della Cina è stato il gran numero di persone che si sono riunite per interagire con i modelli linguistici, che sono stati l’attrazione principale dell’evento di quest’anno.

NetEase Youdao ha presentato un chatbot interattivo per imparare l’inglese, che permette di esercitarsi con le lingue basate su modelli di intelligenza artificiale. Inoltre, durante l’evento, la società tecnologica locale Meituan ha lanciato la versione 4.0 del suo sistema di droni, con un raggio di erogazione più lungo e migliori prestazioni in condizioni meteorologiche avverse.

Secondo il rapporto 2022 pubblicato durante il WAIC, Pechino rimane al secondo posto nel Global AI Innovation Index per il terzo anno consecutivo, grazie all’accelerazione dello sviluppo dei talenti, alla promozione delle infrastrutture dati e ai nuovi progressi tecnologici.

In risposta alle critiche sulla perdita di appeal della fiera, soprattutto negli Stati Uniti, il Global Times ha citato una “affluenza record” di aziende internazionali. Infine, ha chiesto di intensificare gli scambi scientifici e tecnologici e la collaborazione con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo globale a beneficio dell’umanità.

Tuttavia, nonostante le promesse esterne di lavorare per lo sviluppo e il welfare, la Cina continua a utilizzare le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale per scopi repressivi in ​​casa, come ha fatto in passato con la creazione di “registri online” di sacerdoti, pastori e imam con la scusa di combattere le frodi.

Ne è un esempio il processo svoltosi il 28 giugno contro due leader cristiani accusati di frode. Uno di loro, Mu En, è stato condannato a tre anni e mezzo di prigione, mentre l’altro, Enoch Wang, ha ricevuto una condanna a tre anni e una multa corrispondente a migliaia di dollari.

Le autorità hanno utilizzato la tecnologia per recuperare i messaggi pubblicati su WeChat per scoprire i nomi e gli importi donati negli ultimi cinque anni. L’accusa sostiene una frode equivalente a circa 240.000 dollari.

Tuttavia, secondo gli attivisti di ChinaAid, il processo e la condanna sono un “tentativo deliberato” da parte delle autorità comuniste cinesi di fabbricare accuse commerciali per “coprire” la persecuzione religiosa, in quanto “i due cristiani condannati sono completamente innocenti”.

Il pretesto di “affari illegali” è stato utilizzato anche dalle autorità cinesi per attaccare il centro educativo della chiesa di Shengjia, dove il 24 maggio scorso è stato compiuto un raid che ha portato all’arresto di almeno quattro persone. Tra i detenuti ci sono il pastore Deng Yanxiang e tre associati, che sono attualmente detenuti nel centro di detenzione del distretto di Nanhai nella città di Foshan. Durante il raid, le forze di sicurezza hanno perquisito completamente il centro e sequestrato tutto il materiale didattico.

 

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