Perché alcuni media sono irritati da “The Sound of Freedom”?

di Angelica La Rosa

UN FILM CHE DENUNCIA IL TRAFFICO DI BAMBINI

Nonostante i 100 milioni di dollari di incassi al botteghino fino ad oggi, alcuni media sono irritati da The Sound of Freedom, un film che denuncia il traffico di bambini.

“I principali notiziari hanno distrutto il film usando le stesse identiche parole: ‘QAnon’, ‘teoria del complotto’, insomma  qualsiasi cosa per screditare questo film e gli orrori che evidenzia”, ha ricordato la dottoressa Jennifer Roback Morse, presidente del Ruth Institute statunitense. “Al centro della controversia c’è la brutta verità che la pedofilia ha fatto parte della rivoluzione sessuale fin dall’inizio. I pionieri della rivoluzione sessuale sostenevano che i bambini avessero una vita sessuale attiva. Per raggiungere i loro obiettivi, i rivoluzionari sessuali dovevano ridefinire l’infanzia. Così hanno cercato di convincerci che i bambini non sono esseri innocenti che hanno bisogno che i loro genitori li proteggano. Piuttosto, i bambini sono esseri sessuali che hanno bisogno che i loro genitori permettano loro di fare ciò che vogliono sessualmente, senza farli sentire in colpa”.

Secondo la dottoressa Morse non sorprende che “i pedofili siano attratti dalla rivoluzione sessuale e che riducano al minimo i danni dell’abuso sessuale sui minori. Ecco perché coloro che hanno giurato fedeltà al movimento vedono The Sound of Freedom negativamente.

“Non vogliono che il pubblico si concentri sul male di questa impresa criminale globale da 150 miliardi di dollari. Invece, vogliono coprire Drag Queen Story Hour ed etichettare gli stati che hanno vietato la chirurgia trans e i bloccanti ormonali per i minori come disumani. Vedono tutto ciò che ostacola la loro agenda come una minaccia”, ha concluso Morse.

Le ulteriori riflessioni (in inglese) sul fenomeno The Sound of Freedom si possono vedere qui:

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