Un sesto errore moderno (comune tra i fedeli): fraintendere la natura della tolleranza
di Mons. Charles Pope*
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CI SONO MOLTI ERRORI NEL NOSTRO TEMPO CHE SI MASCHERANO DA SAGGEZZA ED EQUILIBRIO
Ci sono molti errori nel nostro tempo che si mascherano da saggezza ed equilibrio. Il seguente elenco è più fenomenologico che filosofico.
Dire che qualcosa è fenomenologica significa indicare che è più descrittivo della cosa così come viene esperita che dell’esatto modo filosofico o scientifico di categorizzarla. Ad esempio, dire che il sole sorge e tramonta è descrivere il fenomeno, o ciò che vediamo e sperimentiamo. In realtà il sole non sorge né tramonta. Piuttosto, la Terra ruota rispetto al Sole, che rimane fisso. Ma usiamo il fenomeno (ciò che sperimentiamo) per comunicare la realtà, piuttosto che parole più scientifiche come apogeo, perigeo, nadir e periasse.
E così, nell’elenco che segue proponiamo alcuni errori fondamentali del nostro tempo che sono comuni, ma usiamo un linguaggio che riguarda meno le filosofie e gli errori logici, e più gli errori vissuti. Inoltre, mentre gli errori sono comuni nel mondo, li presentiamo come particolarmente problematici perché troppo spesso li troviamo anche nella Chiesa. Sono tristemente e comunemente espresse dai cattolici e rappresentano una sorta di infezione che si è insediata che riflette il pensiero mondano e secolare, non il pensiero pio e spirituale.
Oggi vediamo il sesto di questi otto errori: fraintendere la natura della tolleranza.
6. Fraintendere la natura della tolleranza
Oggi, la maggior parte delle persone identifica la tolleranza con l’approvazione. Pertanto, quando molti esigono o chiedono “tolleranza”, ciò che realmente esigono è l’approvazione. Ma tolleranza viene dal latino tolerantia che vuol dire sopportare, tollerare o soffrire. In quanto tale, si riferisce alla resistenza condizionale, o almeno alla non interferenza con credenze, azioni o pratiche che si considerano sbagliate. Si possono tollerare in una certa misura per evitare, ad esempio, imposizioni severe o sanzioni draconiane, intrusioni non necessarie nella privacy, ecc. Ma se manca la componente obiettiva, non si parla di “tolleranza” ma di “indifferenza” o “affermazione”.
E qui, appunto, sta il cuore dell’errore dei cattolici che abbracciano l’errore della tolleranza come approvazione. Molto semplicemente, ciò che chiamano tolleranza, e anche ciò di cui si rallegrano, è in realtà una forma di indifferentismo e soggettivismo. Non rispetta adeguatamente la visione morale di Dio. Invece di annunciare con gioia e zelo la verità rivelata da Dio, molti adottano una falsa tolleranza che è indifferente alla verità o addirittura afferma l’errore. E poi, per finire, si congratulano con se stessi per la “superiorità morale” della loro tolleranza. In realtà, è più simile alla pigrizia. In questo caso, la pigrizia è un’avversione a intraprendere l’arduo compito di dire la verità a un mondo che dubita e si fa beffe.
La tolleranza è una virtù importante nelle culture complesse e pluralistiche, ma non dovrebbe essere estesa a tal punto da perdere il suo vero significato, o resa così assoluta che la tolleranza è richiesta in ogni momento, semplicemente perché è richiesta.
I cattolici devono riflettere un po’ e rendersi conto che quando molti oggi ci chiedono tolleranza, non hanno alcuna intenzione di offrircela. Molti degli stessi gruppi di interesse che chiedono tolleranza stanno lavorando per erodere la libertà religiosa e sono sempre più riluttanti a tollerare opinioni religiose nella pubblica piazza. Il nostro costante cedimento alle richieste della falsa tolleranza ha ottenuto solo l’introduzione di grandi tenebre e pressioni per conformarsi o condonare peccati gravi.
* Fonte: National Catholic Register