Come superare le aggressioni negli ospedali? Medici e infermieri trattino con umanità i pazienti!

Come superare le aggressioni negli ospedali? Medici e infermieri trattino con umanità i pazienti!

di Angelica La Rosa

MEDICI E, SOPRATTUTTO, INFERMIERI, FACCIANO BENE IL LORO LAVORO E TRATTINO I PAZIENTI DA ESSERI UMANI. SOLO COSI’ FINIRANNO LE AGGRESSIONI NEGLI OSPEDALI…

L’Organizzazione mondiale della sanità segnala che fra l’8% e il 38% degli operatori sanitari ha subito una forma di violenza fisica nel corso della sua carriera e che sono ancora più numerosi coloro che sono stati aggrediti verbalmente.

Secondo i dati dell’Inail, le aggressioni al personale sanitario in Italia sono complessivamente 1.600 l’anno, con una media di poco più di 4 al giorno. Delle 4.821 aggressioni registrate dall’Inail nel triennio dal 2019 al 2021, il 71% ha avuto come vittima una donna; l’analisi per fasce d’età indica poi che gli operatori sanitari più colpiti (39%) hanno fra 35 e 49 anni, seguiti (37%) da colo che hanno fra 50 e 64 anni.

“Credo serva aumentare i presidi di polizia negli ospedali e nei pronto soccorso: credo sia questo il deterrente migliore. Ne parlerò con il ministro dell’Interno Piantedosi oggi stesso”. Lo ha detto ieri mattina il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine dell’evento organizzato da Legacoop Alimentare, commentando la lunga serie di aggressioni ai danni di operatori sanitari.

Avere maggiori presidi di polizia negli ospedali è un “obiettivo del governo e del ministero dell’Interno”, ha risposto, sempre ieri, a stretto giro di posta, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a margine del Comitato per l’ordine e la sicurezza a Como, aggiungendo che già 189 presidi sono stati ripristinati.

Ben vengano tutte le iniziative possibili in tal senso da parte di entrambi i ministeri. Ma facciamo ai nostri lettori una domanda: perché sono aumentate le reazioni, anche scomposte, nei confronti di medici ma soprattutto di infermieri e altro personale sanitario?

Tra le professioni sanitarie più colpite dalle reazioni i medici sono il 3% mentre è quasi dieci volte tanto la percentuale di violenza verbale o fisica nei confronti degli altri operatori socio-sanitari.

Invitandovi in molti ospedali del Sud (ma anche al Nord non scherzano) una persona di buona volontà se ne accorge subito del perché!

Molta gente normale, tralasciando quindi i casi dovuti ai tossicodipendenti, agli alcolisti e a coloro che hanno problemi di natura psichiatrica, si infuria con i sanitari per i seguenti motivi: arroganza e superbia di molti esponenti delle due categorie (medici e infermieri), mancata chiarezza nelle diagnosi, mancata informazione chiarificatrice ai pazienti, trattamenti spesso disumani nei pronto soccorso, scavalcamento delle competenze (con certi infermieri che si sentono dottori e non sanno neanche misurare correttamente la pressione…) e con dottori che hanno paura di mettere punti di sutura (cosa che qualche infermiere riesce a fare meglio…).

Volendo calcare la mano si potrebbero aggiungere ancora altri esempi. Tutti si possono riassumere in uno slogan. “Medici, infermieri e personale sanitari trattate umanamente i pazienti, riceverete in cambio lo stesso rispetto”.

 

 

Foto di Gerald Oswald da Pixabay

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