I tunisini non vogliono migranti nelle loro città, quelli che arrivano in Italia vanno bene?
di Angelica La Rosa
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LA TUNISIA, DICONO LE AUTORITA’, “NON ACCETTA CHE CHI NON RISPETTA LE SUE LEGGI RISIEDA SUL SUO TERRITORIO, NÉ CHE SIA PAESE DI TRANSITO (VERSO L’EUROPA) O TERRA DI REINSEDIAMENTO PER I CITTADINI DI ALCUNI PAESI AFRICANI”. MA E’ PROPRIO COSI’? INTANTO A SFAX I MIGRANTI SONO PRESI DI MIRA E LE DONNE E I BAMBINI VENGONO ABBANDONATI NEL DESERTO…
Sfax (circa 265mila abitanti, considerando l’agglomerato urbano, chiamato Grand Sfax, circa 500mila abitanti) è la seconda città e centro economico della Tunisia. È una città portuale situata sulla costa orientale del Paese, a circa 270 km a sud di Tunisi. Grazie alle industrie e al fiorente porto, la città gioca un ruolo economico di primo piano con l’esportazione dell’olio di oliva e del pesce fresco e congelato. Questo importante ruolo economico e la presenza di impianti di trattamento di fosfato non escludono la presenza di alcuni siti turistici, come la medina e Thyna.
Ma proprio in questa città, dove la situazione economica ha inasprito il malcontento per la presenza dei migranti subsahariani, da quattro notti ci sono forti scontri tra i residenti locali e i migranti che sono confinati alla periferia di Sfax. Gli scontri hanno subito una escalation dopo che un tunisino di circa 40 anni è stato pugnalato a morte e il procuratore di Sfax ha disposto la custodia cautelare per tre migranti subsahariani camerunesi, mentre un altro risulta in fuga.
E così molti tunisini hanno bloccata la strada per Sfax con pneumatici dati alle fiamme, c’è stato un fitto susseguirsi di sassaiole tra i gruppi rivali, con i residenti che hanno domandato alle autorità l’espulsione dei migranti irregolari dalla loro città. La polizia è dovuta intervenire pesantemente per riportare l’ordine.
Quello che risulta inquietante è che ci sono diversi video di uomini stesi a terra e circondati da gente con mazze di legno e altri video di uomini abbandonati alla frontiera. Ancora, è possibile vedere video di donne e bambini mollati nel deserto e di cui non si sa più nulla. Per quanto donne e infanti siano una minoranza dei migranti, ci si può e deve chiedere che fine abbiano fatto!
Nei quartieri popolari di Sfax, dove vivono i migranti, la violenza verbale e fisica subita da quest’ultima dai residenti è frequente. Una violenza che secondo gli osservatori è aumentata dopo un discorso del 21 febbraio del presidente Kais Saied che ha condannato l’immigrazione clandestina e l’ha presentata come una minaccia demografica per il suo Paese.
Durante una visita alla sede del ministero dell’Interno a Tunisi, Saied ha parlato della situazione a Sfax “dopo l’atto criminale che vi è avvenuto”. La Tunisia “non accetta che chi non rispetta le sue leggi risieda sul suo territorio, né che sia Paese di transito (verso l’Europa) o terra di reinsediamento per i cittadini di alcuni Paesi africani”, ha detto. La maggior parte dei migranti provenienti dall’Africa subsahariana, infatti, arriva in Tunisia per poi tentare di raggiungere l’Europa via mare, approdando clandestinamente sulle coste italiane. Secondo Saied dietro l’immigrazione clandestina ci sono “reti criminali” che mirano a turbare la “pace sociale in Tunisia”. Come riporta l’Ansa, secondo Romdane Ben Amor, portavoce del Forum per i diritti economici e sociali (Ftdes), ong locale che segue le questioni migratorie in Tunisia, l’attuale tensione a Sfax era “prevista”.
Da cosa nasce cosa.