Francia, le radici ideologiche della quasi-guerra civile
di Diego Torre
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LA SINISTRA ITALIANA È IMBARAZZATA. COME SI FA A CRITICARE MACRON?
Macchine in fiamme, negozi saccheggiati, caserme e municipi assaltati, scontri con la polizia da cui per puro miracolo non c’è scappato un bel numero di morti. Se non è guerra civile, poco ci manca. In piazza ci sono i minorenni delle banlieue, ed i social network amplificano ed estendono la rivolta.
La sinistra italiana è imbarazzata. Come si fa a criticare Macron ed il suo governo sempre così generosi nel denigrare la Meloni e il consiglio dei ministri italiano? Se anzicchè Macron il presidente fosse stata Marine Le Pen, che avrebbero detto e fatto? Avrebbero convocato la Commissione Europea e la NATO ed invocato sanzioni contro la Francia? E se qualcosa di vagamente simile avvenisse in Italia (come qualcuno ipotizza e spera) che farebbero?
Le analisi più “approfondite” (?) attribuiscono i disordini al fattore economico e alla mancata integrazione, perché derivate dalla lettura marxista della storia che riduce la persona umana a homo oeconomicus; è la versione della sinistra (anche) francese, che se la prende con la borghesia e la polizia razzista. Ma si tratta di una visione parziale dell’uomo che non soddisfa affatto. In realtà è il modello di integrazione francese (e in fondo europeo) che non funziona. E’ il fallimento del laicismo, posto a base della Republique, che pretende di surrogare e sostituire ogni anelito e bisogno religioso dell’uomo.
L’omologazione verso il basso, decisa dai poteri forti mondialisti, e portata avanti almeno da due secoli in Francia in nome della superiorità della République trova la maggiore opposizione proprie nelle forti identità religiose; dalla rivoluzione del 1789 in quella cattolica e tradizionale della Francia; da alcuni decenni anche in quella islamica degli immigrati, pur di quarta o quinta generazione e provvisti della cittadinanza francese. E’ un chiaro disegno massonico portato avanti in tutto l’800 ed il 900 fino ai giorni nostri, come volentieri riconobbe il presidente Hollande in visita al Grande Oriente di Francia. E’ un processo che la Chiesa cattolica ha in passato subito e denunciato. San Pio X nella Vehementer nos dell’11 febbraio 1906 denuncia il “tempo della persecuzione”, in cui si sperava di mettere la Chiesa nell’angolo della vita civile e sociale con leggi liberticide. E non ha dubbi il santo pontefice sui promotori di tale disegno: “Voi conoscete lo scopo delle empie sètte che curvano le vostre teste sotto il loro giogo, poiché tale scopo esse stesse l’han dichiarato con cinica audacia: decattolicizzare la Francia.” E continua : “È una tesi assolutamente falsa, un errore pericolosissimo, pensare che bisogna separare lo Stato dalla Chiesa. Questa opinione si basa infatti sul principio che lo Stato non deve riconoscere nessun culto religioso: ed è assolutamente ingiuriosa verso Dio, poiché il Creatore dell’uomo è anche il fondatore delle società umane e conserva nella vita tanto loro che noi, individui isolati. Perciò noi gli dobbiamo non soltanto un culto privato, ma anche un culto sociale e onori pubblici.”
Dopo più di 100 anni il tentativo è ancora in corso. Il paese continua ad essere vessato da una politica anticristiana che abbatte chiese, statue e campanili, proibisce l’esposizione dei simboli religiosi, limita sempre più la libertà delle scuolecristiane e vorrebbe imporre come suprema verità di riferimento gli slogan dell’individualismo liberista con spruzzi di statalismo napoleonico. Ma se la ricetta funziona a stento con un mondo cattolico rassegnato e numericamente calante, il giochino non riesce con gli agguerriti magrebini asserragliati nelle banlieue, autentici ghetti-dormitoio. E se è bastato l’uccisione del giovane Nahel per scatenare giorni di furia vandalica, dobbiamo pur chiederci perché in tutti questi anni sono state profanate chiese e cimiteri, uccisi sacerdoti, e si è scatenato un antisemitismo che ha costretto tante famiglie ebraiche a fuggire nello stato di Israele.
Evidentemente accogliere in modo indiscriminato, cianciando soltanto di diritti universali ed ignorando le radici (giudaico-cristiane quanto islamiche) non è un metodo saggio per gestire i flussi migratori. Lo capirà Macron ed i padroni di questa Europa? O forse lo sanno benissimo e gli sta bene così?
Della” Grandeur”, gli Islamici se ne fregano. SIC est.