È finita la retorica del 02 giugno

È finita la retorica del 02 giugno

di Daniele Trabucco

FRASI AD EFFETTO ED ESIBIZIONE DI UNA POLITICA DEL TUTTO INADEGUATA

Finalmente è passato anche il 02 giugno: festa zeppa di retorica, frasi ad effetto ed esibizione di una politica del tutto inadeguata. I valori, la Costituzione, la “Patria” meloniana (Kiev più di Roma altrimenti Giorgia non governa.

Gli ordini americani si devono, infatti, osservare) e le solite affermazioni che dimostrano, al di là di quanto avvenne quel 02 giugno 1946 (brogli? Leggenda metropolitana per alcuni, certezza per altri. Eppure le Province della Venezia Giulia, contese tra Jugoslavia e gli occupanti Alleati, non votarono, e neppure poterono esprimere il voto molti prigionieri di guerra all’estero etc.), come non si voglia cogliere la superficialità di un apparato che celebra unicamente se stesso.

Quali sono questi valori? Questi, come insegnava Carl Schmitt (1888-1985), sono modulabili, contingenti, anfibi, idonei ad assumere i significati di volta in volta imposti dalla società che è regola per la Costituzione e per l’intero ordinamento.

E, infine, qual è il fondamento del Testo costituzionale vigente se non il potere che lo ha imposto e che, lungi dall’essere da esso limitato (è l’illusione del costituzionalismo moderno. Si veda, a titolo esemplificativo, la gestione dell’emergenza sanitaria con la “tirannia” dell’interesse collettivo alla salute rispetto agli diritti costituzionalmente rilevanti), si serve della stessa “liquidità costituzionale” e dell’ “ecumenismo” del suo linguaggio per realizzare evolutivamente qualunque progetto dipendente dalle concrete aggregazioni del pluralismo. Per fortuna…oggi è un altro giorno…

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