Un segreto prezioso che ci permette di custodire la gioia del cuore
di Giuliva di Berardino
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IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Mc 10, 28-31
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
In questo brano del vangelo, che significa proprio “annuncio di gioia”, “buona notizia”, ci viene consegnato un importante insegnamento che può esserci molto utile per vivere la felicità oggi, in questo nuovo giorno che inizia e nell’eternità. Nel testo, infatti, compare subito Pietro che espone a Gesù tutte le rinunce fatte per Lui, come se stare al seguito di Gesù, in quel momento, come può essere anche per noi oggi, più una perdita che un guadagno. Si tratta di una tentazione, un pensiero negativo che si insinua in tutti coloro che seguono il Signore: a un certo punto si arriva a totalizzare la perdita e la mancanza di qualcosa che ormai è passato, ma che in realtà riemerge dentro di noi come una mancanza nel presente: “abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”, dice Pietro a Gesù.
Minimizzare la possibilità nell’oggi di vivere il dono della sequela, provoca una certa tristezza nel cuore, che Gesù non chiede, perché Lui ci vuole discepoli gioiosi! Per questo risponde a Pietro e corregge questa visione negativa di Pietro. Innanzi tutto mette l’accento sull’oggi: “non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto”. Ecco come ritrovare subito la gioia del cuore, quando siamo tentati di voltarci indietro e vedere non tanto la strada che abbiamo percorso, quanto abbiamo camminato, pur nella fatica, e rallegrarci per questo ma siamo concentrati su quello che non abbiamo fatto, o quello che abbiamo perso.
Riceviamo allora oggi un segreto prezioso, che ci permette di custodire la gioia del cuore considerando il punto in cui siamo oggi, quanto di bello e di buono abbiamo fatto, la strada che abbiamo percorso, quanto siamo diventati migliori, quante belle relazioni pure, sincere abbiamo intorno a noi rispetto al passato, in poche parole: essere grati a Dio, alle persone che Lui ci ha messo accanto, ma anche a noi stessi per aver avuto la forza di attraversare tempi duri e arrivare fino ad oggi. È l’oggi che fa la nostra salvezza, non perché il passato non conti nulla, ma perché il passato è stato attraversato per arrivare all’oggi, al presente. E chi di noi, se considera il presente, non può essere felice semplicemente considerando il fatto di esserci? Chi di noi può dire di non essere grato a nessuno?
Ma c’è anche un’altra condizione che fa la nostra felicità, ogni giorno e che cogliamo dalle parole di questo testo evangelico. Sembra infatti che Pietro dichiari a Gesù di aver rinunciato a tutto come se si aspettasse un guadagno corrispondente alla rinuncia, ma Gesù risponde affermando che il guadagno c’è, ma non è un guadagno corrispondente alla perdita. Questa situazione non può che rallegrare il nostro cuore, così come sicuramente ha rallegrato il cuore di Pietro, perché con Dio le nostre logiche di guadagno vengono completamente stravolte. La logica di Dio è l’amore che si dona gratuitamente e questo amore non può essere una questione di bilancio. L’amore và ben oltre il giusto guadagno, l’amore supera, eccede! I conti non tornano con Dio, mai! Per questo la conclusione del testo è una sintesi del Vangelo: “Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi”, a dire che Dio stravolge le nostre aspettative, e che la nostra felicità dipende proprio da questo stravolgimento, perché, se ci pensiamo bene, essere felici, in fondo, non dipende da quanto abbiamo guadagnato nella vita, ma da quanta gratitudine abbiamo oggi nel cuore per questa vita e da quanto sappiamo perdere per amore.
La nostra felicità dipende dallo stato del nostro cuore, dipende da quanto doniamo senza aspettarci di essere ricompensati. Chiediamo allora oggi al Signore di farci uscire dalla logica del profitto, del guadagno, per entrare in quella dell’amore gratuito che sa perdere con gioia, sì, con gioia! Perché se saprai essere ultimo oggi, in un futuro, fosse anche nel Regno di Dio, sarai tra i primi, tra i prediletti del Padre. Buona giornata!