Unità non significa mai uniformità

Unità non significa mai uniformità

di Giuliva di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA 

Gv 17, 20-26


In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Il vangelo di oggi ci presenta la terza ed ultima parte della Preghiera Sacerdotale, in cui Gesù guarda verso il futuro e manifesta il suo grande desiderio di unità e di pace per tutti coloro che lo seguono, affinché si possa accogliere il dono della vera conoscenza dell’amore del Padre per tutta l’umanità.

Nel Vangelo unità non significa mai uniformità, ma, secondo le parole che Gesù esprime in questa meravigliosa preghiera al Padre, “essere una cosa sola” significa rimanere nell’amore, malgrado le tensioni e i conflitti che possono sorgere in noi e intorno a noi. È l’Amore che unifica fino al punto di creare in noi l’armonia della nostra persona, a immagine della pienezza di relazione che vive e che danza in Dio Trinità, generando vita nuova. Gli sposi sono i primi testimoni di questo amore trinitario, amore di relazione. L’uomo e la donna, che nella Bibbia sono creati come complementari proprio perché chiamati a realizzare il progetto d’amore ad immagine di Dio, che è pienezza, sono chiamati a vivere una relazione sponsale che mostri cosa significa “essere una cosa sola”. Nel caso degli sposi si tratta della comunione di spirito e corpo tra due persone che si amano, nel caso delle persone comuni, non unite nel vincolo sponsale, comunque “essere una cosa sola” significa sperimentare la comunione nello spirito con Dio e con altre persone. È lo stesso amore, ma ha una profondità diversa, eppure, comunque si qualifichi, questa preghiera di Gesù ci mostra che la comunione, l’ “essere una cosa sola” è sempre un dono, perché non è scontato, anche tra persone che si amano. Una volta, quando ero giovane adolescente in ricerca, chiesi a un rabbino cosa ne pensasse sull’amore di coppia e lui mi disse: “l’armonia tra un uomo e una donna non è solo un semplice dono di Dio, ma è il più grande miracolo che Dio può compiere”. Non è il semplice “andare d’accordo” che salva l’umanità e custodisce la pace, perché tutto questo è solo una questione di accordi e di compromessi. Per vivere le parole che oggi il Vangelo ci consegna è necessario profondo rispetto di Dio e gioiosa collaborazione con Dio. Le parole di Gesù ci insegnano che l’unità è il desiderio di Dio per tutta l’umanità, il miracolo che si realizza nel quotidiano quando cerchiamo di accogliere chi ci vive accanto con pazienza, tenerezza e carità. Questo ci rende testimoni dell’amore: la pazienza, la tenerezza e la carità. Preghiamo che l’unità, l’armonia e la pace, cuore dell’ultima preghiera di Gesù al Padre, sia anche il desiderio radicato nel cuore di ogni cristiano: “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato“. Sia questa preghiera di Gesù, la nostra preghiera, in questo giorno di grazia che il Signore ci dona di vivere. Buona giornata! 

 

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