Appartenendo a Dio siamo “consacrati nella verità”
di Giuliva di Berardino
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IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Gv 17, 11-19
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».
In questi giorni ci troviamo nella novena di Pentecoste e, in attesa dello Spirito Santo, il Vangelo della liturgia ci propone di meditare la preghiera che Gesù fa prima di offrire la sua vita per noi. Lo Spirito Santo e la preghiera di Gesù sono due realtà profondamente collegate, perché la preghiera è come il respiro che ci unisce a Dio, e lo Spirito Santo agisce nella preghiera come fa il respiro nel nostro corpo. Ruah in ebraico e pneuma in greco, significano proprio soffio! Allora, se col respiro rigeneriamo e ri-ossigeniamo tutto il corpo, possiamo dire che con lo Spirito Santo Dio rigenera l’universo, mettendo tutto in comunione in noi e attraverso di noi, perché ciascuno di noi riceve lo Spirito Santo che unisce tutto in tutti. Allora ecco le parole della preghiera che Gesù dice rivolgendosi al Padre: “Custodisci nel tuo nome, coloro che tu mi hai dato, perché siano una cosa sola con noi!“. È Gesù stesso che oggi chiede al Padre che noi possiamo essere una cosa sola con Lui e il Padre. Per noi questa preghiera di Gesù è, di fatto, un vero e proprio processo che si realizza nel corso della nostra vita, un processo di unificazione in Dio. Certamente lasciar vivere in noi questo processo è qualcosa di molto esigente, perché il sistema di vita in cui viviamo, di per sé, ci disumanizza, rendendoci schiavi della logica di mercato, infatti molto spesso accade che il criterio economico arrivi ad invadere pienamente le nostre vite e perfino le nostre relazioni. Ecco allora che il Vangelo ci aiuta a vivere in pienezza, perché le parole di Gesù ci mostrano che essere uniti a Dio significa anche diventare più umani, liberarsi dai legami di interesse che possono influenzarci nelle relazioni e uscire dalla mentalità del profitto. Cerchiamo allora oggi dei momenti di riposo, di distacco dalla mondanità che ci invade, prendiamoci spazi di gratuità e chiediamo al Signore di mettere in noi il desiderio di restare autentici, uomini e donne capaci di umanità. Per avvicinarci di più a Dio e per sentirci di più fratelli tra noi, è importante cercare spazi di silenzio, in cui la Parola del Signore possa risuonare nel cuore e ricordarci che tutti noi, per la preghiera di Gesù, apparteniamo a Dio, perché siamo “consacrati nella verità”. Buona giornata!