Ecuador, i vescovi: “il Paese è in mano a mafie e bande criminali”
di Angelica La Rosa
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AL POPOLO ECUADORIANO VIENE CHIESTO DAI VESCOVI DI “ALZARE LA VOCE E RIVITALIZZARE LE ATTIVITÀ POLITICHE CON DEDIZIONE E SACRIFICIO”
La Conferenza Episcopale dell’Ecuador ha pubblicato un comunicato per stabilire la posizione della Chiesa nella grave crisi politica e istituzionale che il Paese sta attraversando.
I vescovi ecuadoriani ricordano che “la politica è una delle attività più nobili dell’uomo, poiché persegue il bene comune”. Chiedono di non trasformare la politica in “vendetta, odio, illegalità o irrazionalità”. “Una politica segnata dall’odio fa sprofondare la società nell’abisso di cui deve essere motore e forza”, aggiungono nella nota.
In questo senso affermano di vedere “con preoccupazione e sconcerto la situazione politica del Paese” e sottolineano che “nessuno sembra preoccuparsi della vita concreta della nostra gente”.
I vescovi lamentano che l’Ecuador sia “sotto la protezione di mafie e bande criminali mentre, lontano dalla realtà, chi ha promesso di difenderci è impegnato in uno spettacolo che non fa più ridere nessuno e che sfigura la nostra immagine di nazione democratica”.
Per questo i vescovi invitano i 18 milioni di ecuadoriani a “rispettare e difendere l’ordine costituito, il giusto processo e la sicurezza giuridica, esercitando cariche pubbliche con i più alti valori morali ed etici”.
Allo stesso modo, chiedono ai giudici “di adempiere alle loro responsabilità nel rigoroso rispetto della Costituzione e delle leggi della Repubblica”.
Al popolo ecuadoriano viene chiesto dai vescovi di “alzare la voce e rivitalizzare le attività politiche con dedizione e sacrificio”.
Infine, chiedono un “grande accordo nazionale in cui tutti i settori, gruppi e movimenti possano sedersi allo stesso tavolo, mettere da parte rivalità e rancori e che insieme possano sognare e costruire un nuovo Ecuador”.
Nei giorni scorso il presidente dell’Ecuador Guillermo Lasso, infatti, ha sciolto l’Assemblea Nazionale per evitare il carcere. La magistratura gli contesta l’appropriazione indebita, per una controversa assegnazione di un contratto alla compagnia di trasporto petrolifero Flopec, reato che lui nega.
Giocando l’ultima carta che gli restava, lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, Guillermo Lasso ha evitato un procedimento di impeachment e il carcere. Mentre i narcos dilagano nel paese latinoamericano, le prossime elezioni si terranno probabilmente entro la fine di agosto 2023.