È stato inferto un colpo diritto al cuore del nostro Paese
di Gian Piero Bonfanti
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COSA NE È STATO DEL NOSTRO AMATO PAESE NEGLI ULTIMI ANNI?
Ciò che sappiamo per certo è che è stato inferto un colpo diritto al cuore del nostro Paese, e che quindi è stata ferita la patria della cultura mondiale.
Questo piccolo grande Stato che si è sempre contraddistinto anche grazie all’appagamento dei nostri cinque sensi. Un Paese in cui si rimane strabiliati alla vista delle meraviglie naturali e delle incomparabili opere d’arte, in cui i turisti giunti da tutto il mondo rimangono incantati di fronte ai paesaggi naturali ed alle nostre città pregne di storia.
Uno Stato in cui vengono appagati i gusti di tutti grazie a cibi unici e genuini della dieta mediterranea. I sapori autentici e caratteristici della cucina di ogni regione hanno sempre arricchito i piatti di una diversità che ha sempre donato una nota incomparabile alla cucina italiana.
Un Paese dove ascoltare cantare qualcuno o udire musica è sempre stato per noi un fatto naturale e scontato. In molti casi non ci siamo mai resi realmente conto dell’unicità della nostra musica, quasi come se ci fosse il desiderio di dimenticare i nostri compositori e la nostra tradizione canora.
Che dire invece quando ad alzarsi al mattino percepiamo l’odore inebriante del pane fresco o dell’odore del caffè appena fatto? Che emozione suscita invece il profumo dell’erba appena tagliata o un campo di fiori in primavera? Quali sentimenti proviamo in un Paese in cui è possibile godere dell’odore del mare e del profumo della montagna?
Infine sappiamo che nulla potrà sostituire gli abbracci, le strette di mano e tutti quei contatti fisici, tipici di un popolo sempre alla ricerca di questi gesti di affetto per alimentare un’empatia fatta anche da una carezza o un buffetto, un bacio o semplicemente una testa appoggiata sulle ginocchia.
Tutti aspetti legati al nostro Paese e che grazie ai cinque sensi lo hanno sin dai tempi antichi caratterizzato donandogli una peculiarità impareggiabile. Tutto questo e molto altro è la nostra Italia, nella sua moltitudine di aspetti e valori, talmente numerosi che non si è in grado di elencarli. Un Paese dove ognuno fa la sua parte ed ognuno concorre ad arricchirlo.
Abbiamo sempre dato per scontato tutto ciò che nei secoli ci ha caratterizzato e contraddistinto ma oggi siamo riusciti in molti casi a percepirne la mancanza grazie alle limitazioni che abbiamo subito. È vero che dopo i vari lockdown tutto è ripartito, tutto sta cercando di tornare a come era prima dell’arrivo del Covid-19, sappiamo però che purtroppo non sarà per nulla facile. Si, è vero, ora si può tornare ad appagare nuovamente questi sensi, ma è altrettanto vero che il timore, il dubbio e la cautela spingono molte persone ancora ad agire con fare circospetto, con la paura negli occhi, con bocca e naso nascosti da una piccola protesi di carta e le mani odoranti dell’olezzo sgradevole di disinfettante.
Quando finirà questa condizione psicologica alla quale siamo stati obbligati e che ci trasciniamo ancora oggi? Quando riusciremo a cancellare il triste ricordo di un periodo passato in cattività? Forse mai, perché abbiamo vissuto un periodo in cui si è concretizzato qualcosa che quando eravamo bambini ci sarebbe sembrato assurdo, ciò che ancora oggi ci sembra impossibile sia potuto avvenire e ciò che in futuro saremo condannati a non dimenticare.
Vogliamo farci limitare nei movimenti, magari vivendo in “città dei 15 minuti”, in cui le persone sono costrette a vivere a pochi passi da casa propria, entro appunto i 15 minuti a piedi da casa, e tutto il resto osservarlo in cartolina, al computer o su uno smartphone? Vogliamo nutrirci di frutta con misure stereotipate, con alimenti prodotti con farina di grillo o bombardati con sostanze chimiche? Dobbiamo per forza riempire le nostre orecchie con tutto ciò che ci viene propinato dal mainstream con lo scopo di destrutturare e distruggere capolavori impareggiabili al solo scopo di una propaganda globalista? Torneremo prima o poi a godere degli odori e sapori che hanno accompagnato la nostra vita sino ad oggi o dovremo alla fine rassegnarci di vivere in una sorta di farmacia all’aperto?
Rassegniamoci invece per quel che riguarda il contatto fisico: nulla sarà più come prima anche se i soliti creduloni continueranno imperterriti a declamare il solito slogan “andrà tutto bene”. Quello a cui dobbiamo puntare è non farci privare della nostra unicità invidiata da tutto il mondo e continuare nel nostro piccolo, nella nostra quotidianità, ad essere parte determinante di questo grande Paese dove tanto ci è stato donato e tanto di nostro abbiamo sempre messo a sua disposizione.