Una sposa di Gesù, fervente e decisa
di Giuliva di Berardino
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IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Mt 25, 1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dàteci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compràtevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, àprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
Oggi la liturgia ci fa celebrare Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e d’Europa. Una santa giovane, che non ha vissuto nel convento, ma percorreva in villaggi italiani predicando nelle piazze. Non era una nobile, si dice che nessuno le avesse insegnato a scrivere, eppure è l’autrice di una grande opera teologica che le ha permesso di diventare dottore della Chiesa: il Dialogo della Divina Provvidenza. Ma non solo! Sono sue anche una serie di lettere che scrisse ai grandi personaggi politici del tempo e perfino al papa. Possiamo dire che lo specifico di Caterina è il suo ardente amore per Cristo, l’ardore di questo amore, che la rimandava sempre al sangue di Gesù, versato per amore suo.
Per Caterina Gesù è stato tutto, è stato la sua vita e infatti lei, fin da ragazza, si sentiva unita a Gesù e diceva che Gesù le aveva messo l’anello nuziale al dito e si dichiarava sposa di Gesù. Ecco perché la liturgia di oggi ci fa meditare la parabola delle 10 vergini, che aspettano lo sposo. Si tratta di una parabola che Gesù utilizza per insegnare come attendere il Regno di Dio e per farci percepire che tutta la nostra esistenza terrena è un’uscita incontro allo sposo, perché quando nasciamo usciamo dalla madre per venire alla luce della vita, e poi c’è una seconda uscita, quella dall’io verso l’altro, finché, un giorno, si uscirà anche dalla madre terra per andare incontro al Signore nella gloria.
Il Regno di Dio si attende in uscita, ma, per uscire, soprattutto nella notte, è necessario avere le lampade, e quindi l’olio, perché, bruciando, possa fare luce. In un’ambientazione a tema sponsale, propriamente biblica perché ricorda le profezie incentrate sulla relazione tra Dio e il uso popolo Israele, questa parabola, ci insegna il segreto di come poter vivere nella fede. Nel testo è scritto che le ragazze sagge avevano conservato l’olio in piccoli vasi. Ora, poiché nella predicazione cristiana antica, la parola “vaso” era indicata spesso in senso simbolico per indicare il corpo, secondo un linguaggio proprio derivato anche dalla filosofica greca, il Vangelo ci annuncia che per potersi assicurare l’olio della fede e della carità, è necessario saper contenere nel proprio corpo lo Spirito del Signore.
Anche se la parabola racconta che tutte le ragazze, anche quelle sagge, si addormentarono a causa del ritardo dello sposo, alla voce che le sveglia, e che spezza il buio, solo le sagge illuminarono il passaggio dello sposo, mentre le altre si dispersero, in cerca dell’olio, perché non avevano custodito il dono dello Spirito. Chiediamo allora al Signore, per intercessione di Santa Caterina da Siena, che tutta la nostra vita diventi luminosa per il dono dello Spirito Santo che tutti abbiamo ricevuto.
Preghiamo insieme questa preghiera di Santa Caterina da Siena: “O Spirito Santo, vieni nel mio cuore: per la tua potenza attiralo a te, o Dio, e concedimi la carità con il tuo timore. Liberami, o Cristo, da ogni mal pensiero: riscaldami e infiammami del tuo dolcissimo amore, così ogni pena mi sembrerà leggera. Santo mio Padre, e dolce mio Signore, ora aiutami in ogni mia azione. Cristo amore, Cristo amore. Amen.”