Ogni vocazione cristiana autentica è una vocazione apostolica
di Giuliva di Berardino
–
IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Mc 16, 15-20
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Oggi la liturgia ci fa celebrare San Marco evangelista e il Vangelo che viene proclamato è in onore di questa grande figura tanto cara a tutta la cristianità. Ogni battezzato, ciascuno relativamente alla propria particolare chiamata, riceve la vita luminosa di Cristo, capace di coinvolgere alla fede anche persone non credenti. Ecco perché possiamo dire che ogni vocazione cristiana autentica è una vocazione apostolica, un aggettivo che viene dal verbo greco apostello che significa inviare, e anche la vocazione cristiana è missionaria, un aggettivo che viene dal verbo latino mitto che significa anch’esso inviare.
La vocazione cristiana quindi è evangelizzatrice, dal verbo greco euaggelizomai che significa “annunciare la buona notizia”, che è quella della morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Oggi il Vangelo ci dona questa forza ed elenca cinque segni che accompagneranno gli annunciatori del Vangelo: 1. «nel mio nome scacceranno demòni»; 2.«parleranno lingue nuove»; 3.« prenderanno in mano serpenti», 4. «se berranno qualche veleno, non recherà loro danno»; 5. «imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Tutti e cinque questi “segni” sono indicazioni che confermano la fede. Tutte le volte infatti che noi, in comunione con la Chiesa, annunciamo la verità del Vangelo accade questo: gli spiriti della menzogna e dell’illusione vengono scacciati e vengono liberati dal dominio del male e del peccato tutti coloro che ricevono questo annuncio di salvezza. Questa azione di liberazione è sicura, perché la Verità scaccia l’errore e la Luce sempre fa fuggire le tenebre. Così l’annuncio del Vangelo ci rende capaci di capire la lingua dell’amore, del dono, della fratellanza, della pace.
Annunciare il Vangelo vuol dire diventare costruttore di pace, portare conforto, consolazione a chi soffre, a chi è solo, a chi viene emarginato. Ma annunciare il Vangelo vuol dire anche portare luce a chi cerca, a chi vive senza trovare un punto di riferimento nella vita. San Marco ci ha lasciato un grande testamento di fede attraverso il suo vangelo, ma ci ha lasciato anche il suo entusiasmo, la sua passione per questa fede in Gesù Risorto, confermandoci il fatto che evangelizzare, cioè accogliere e vivere il Vangelo, è l’avventura più bella e affascinante che esista. Un’avventura che diventa dono universale per il quale vale la pena perfino perdere tutte le proprie sicurezze e le proprie ricchezze, un’avventura che sa di vita eterna e che San Marco, secondo gli studiosi, ci racconta grazie alla sua vicinanza a Pietro.
Allora non possiamo che affidarci alle preghiere di questo grande santo evangelista ed evangelizzatore, chiedendo la sua intercessione perché anche noi oggi possiamo avere la grazia di annunciare il Vangelo con la nostra semplice presenza, per quello che possiamo, lì dove il Signore oggi ci manda. Buona giornata!