La fede nella vita eterna tiene attive fiducia e attenzione verso il prossimo
di Giuliva di Berardino
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IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Gv 6, 22-29
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Nel vangelo di oggi inizia la riflessione sul Discorso del Pane di Vita (Gv 6,22-71), che si prolunga durante i prossimi sei giorni, fino alla fine di questa settimana. Nel brano di oggi Gesù cerca di insegnarci a vedere in profondità l’evento moltiplicazione dei pani per la folla, in modo che possiamo apprendere a valutare in modo giusto gli eventi positivi, le gioie che la vita ci regala. Le parole di Gesù invitano la folla a non andare dietro segni miracolosi per uno scopo puramente materiale, come può essere quello di nutrire il corpo, ma insiste sul cercarne il senso profondo! Questa insistenza di Gesù è il dono che riceviamo oggi, perché il senso delle cose belle che sperimentiamo ogni giorno, di fatto, è ciò che permettiamo di far crescere dentro di noi della bontà di Dio. Più siamo capaci di cogliere le gioie e le soddisfazioni che ci vengono da Dio, cioè quelle di cui noi non abbiamo merito o non ci attribuiamo un merito, e più saremo capaci di apprezzare le piccole gioie di ogni giorno! Il Signore desidera insegnarci a nutrirci delle piccole gioie di ogni giorno. Non perché ci dobbiamo accontentare di poco, ma, al contrario, perché questo nutrimento ci dona la vita eterna, ci fa percepire la vita eterna anche su questa terra in cui si muore!
La fede nella vita eterna non ci toglie il gusto della vita e della gioia, ma ci fa tenere attive la fiducia e l’attenzione per chi ci vive accanto. E come Gesù quel giorno ha chiesto a quella gente di fare un passo in profondità, oggi lo chiede anche a me e a te, perché andare in profondità in noi stessi e nelle nostre realtà quotidiane, nelle relazioni, significa lavorare solo per ciò che davvero sostiene la nostra vita. Invochiamo lo Spirito Santo perché ci aiuti a cogliere Dio nelle piccole cose! Diceva Sant’Agostino, “Deus interior intimo meo et superior summo meo“cioè “Dio è più intimo a me di me stesso e infinitamente al di là di me stesso“. Non lasciamoci ingannare dalla tentazione della facilità e della superficialità, ma accogliamo le parole di Gesù, che ci dice oggi: “Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”. Il sigillo del Padre sul Figlio è l’amore, ed è questo amore che sigilla le nostre relazioni e le nostre vite per l’eternità. Che oggi il Signore ci faccia accogliere pienamente, nell’intimo, il suo amore che nutre la nostra vita. Buona giornata!