Chi ce l’ha con Giovanni Paolo II? E perché?
di Diego Torre
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È UNA VENDETTA DEGLI ORFANI DEL COMUNISMO CONTRO COLUI CHE NE HA DETERMINATO LA SCONFITTA?
Gli attacchi a San Giovanni Paolo II sono semplicemente vergognosi. Papa Francesco lo ha denunziato proprio nella festa della Divina Misericordia istituita dal santo pontefice al termine del Regina Coeli: “Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo rivolgo un pensiero grato alla memoria di san Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”. A seguire una dichiarazione della Presidenza Cei: «Non ci possono essere mezzi termini, infatti, per definire i recenti attacchi verso San Giovanni Paolo II».
Il Papa si riferiva alle dichiarazioni venute fuori alla riapertura del caso giudiziario relativo alla sparizione di Emanuela Orlandi, e faceva seguito all’indignazione ancora più duramente espressa dal cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia, per 40 anni segretario particolare di Wojtyla: “Negli ultimi giorni alcune avventatissime affermazioni, ma sarebbe più esatto subito dire ignobili insinuazioni, proferite dal signor Pietro Orlandi …che si vorrebbero all’origine scaturite da inafferrabili ambienti della malavita romana … accuse farneticanti, false dall’inizio alla fine, irrealistiche, risibili al limite della comicità se non fossero tragiche, anzi esse stesse criminali. Un crimine gigantesco infatti è ciò che è stato fatto a Emanuela e alla sua famiglia, ma criminale è lucrare su di esso con farneticazioni incontrollabili, volte a screditare preventivamente persone e ambienti fino a prova contraria degni della stima universale”.
In Polonia l’aggressione mediatica dura ormai da parecchi mesi. A Lodz, la notte dell’1 aprile, davanti alla cattedrale, la statua del santo pontefice è stata imbrattata con vernice gialla e rossa, con la scritta ai suoi piedi “Maxima Culpa”, titolo di un libro uscito in polacco il 3 marzo, in cui si accusa Wojtyla, cardinale a Cracovia, di aver coperto alcuni preti accusati di abusi sessuali. Poi è stato il turno della statua di Stalowa Wola, mentre a Breslavia la stessa sorte è toccato ad un murale.
Tali episodi sono effetti di una precedente campagna ben orchestrata, proprio in terra polacca, da organi di stampa e televisioni riconducibili all’area liberale di sinistra che mal sopporta l’attuale governo e la figura del Santo Pontefice. L’obiettivo finale è condurre quella nazione dentro i canoni del politicamente corretto; lo stesso perseguito dalle precedenti pressioni dell’Unione Europea, sospese dall’inizio della guerra in Ucraina a causa della posizione strategica della Polonia. Inoltre non è un mistero che San Giovanni Paolo II è il massimo punto riferimento morale dei conservatori polacchi (e non solo polacchi); si aggredisce lui per colpire la maggioranza di governo.
Così la pensa anche il card. Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio , che dichiara a Famiglia Cristiana: “Sappiamo tutti che in Polonia da tempo ormai è in corso un duro scontro tra i vari partiti su tematiche delicate come l’aborto, i matrimoni tra gay, coppie di fatto, difesa della famiglia tradizionale composta da un uomo ed una donna uniti in matrimonio. Tematiche sulle quali l’insegnamento di Papa Wojtyła è stato fin troppo chiaro, nel senso di difesa del vincolo matrimoniale, difesa della vita dal primo concepimento fino alla morte naturale. Per cui temo che nel mio Paese da quegli ambienti politici contrari a questi insegnamenti morali qualche gruppo non trova di meglio che attaccare ferocemente San Giovanni Paolo II con accuse infamanti, prive di fondamento”.
Ma la reazione dei cattolici polacchi non si è fatta attendere. Già alle 7 del mattino dopo l’imbrattamento del monumento a Lodz, l’Arcivescovo, mons. Grzegorz Rys, si è piantato in preghiera per un’ora dinnanzi alla statua, pregando il Rosario e la coroncina della Divina Misericordia per … “i colpevoli”. Zbigniew Rau, ministro degli Esteri polacco, ha parlato di “atto spregevole”, dopo essere andato presso la statua. Nei giorni seguenti centinaia di migliaia di persone (50.000 a Varsavia, 20.000 a Cracovia) sono scese nelle piazze e nelle strade di città e borghi a manifestare il loro amore per il pontefice connazionale (i media italiani se ne sono accorti?); marce che si sono concluse con la celebrazione di S. Messe. I manifestanti portavano croci, rosari, immagini di San Giovanni Paolo II e bandiere vaticane e polacche.
Le reazioni in Patria e in Vaticano sembrano aver chiuso il caso. Ma rimangono inevasi tanti interrogativi. E’ una vendetta degli orfani del comunismo contro colui che ne ha determinato la sconfitta? Non è certo un caso che le affermazioni del succitato libro del giornalista olandese Ekke Overbeek (Maxima culpa. Giovanni Paolo II sapeva) siano basate in gran parte su rapporti dei servizi segreti comunisti, il cui obiettivo era di screditare la chiesa cattolica. Non è abbastanza chiaro che si tratta dell’ennesimo episodio di cancel culture in terra europea e, ancor più polacca, finalizzato a distruggere le radici? Quando e come sarà la prossima mossa? E soprattutto: Qui prodest? Segui la pistola fumante e troverai il dito che ha premuto il grilletto.