Comencini (Centro Studi Suvorov): “i leader occidentali, con malizia o superficialità, hanno favorito il conflitto”
di Matteo Orlando
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CON IL “CENTRO STUDI SUVOROV” VOGLIAMO DARE “UNA RISPOSTA CULTURALE E DI RICERCA CHE GUARDI IN MANIERA SERIA VERSO L’EURASIA. PER QUESTO ABBIAMO DECISO DI INTITOLARLO AL GRANDE GENERALE”
A Verona, da qualche tempo, opera un interessante Centro Studi intitolato a Aleksandr Vasil’evič Suvorov. Abbiamo voluto saperne di più intervistandone il Presidente. Si tratta di Vito Comencini.
Dottore in Giurisprudenza, la scorsa legislatura Comencini è stato segretario della Commissione Affari Esteri e membro della Camera dei Deputati per conto della Lega. Attualmente lavora presso uno studio legale e da 6 mesi è il presidente Centro Studi Suvorov”.
Onorevole Comencini, chi è stato Aleksandr Vasil’evič Suvorov?
È stato uno straordinario generale dell’esercito zarista, che ancora oggi ha una grande fama in Russia, dove gli sono state dedicate molte strade e scuole. A San Pietroburgo c’è un museo dedicato alla sua figura, che ho avuto l’occasione di visitare e mi ha colpito molto. Sfortunatamente è meno noto nel nostro paese, nonostante abbia avuto un ruolo rilevante nella cacciata di Napoleone dall’Italia. Alla guida della truppe austro-russe marciò infatti proprio da Verona, più precisamente da Piazza Bra, per poi attestarsi su Valeggio sul Mincio per organizzare la successiva offensiva contro i francesi. Liberata Milano, inseguì i napoleonici fino sulle Alpi svizzere. Di questa celebre operazione sulle montagne innevate c’è un bellissimo quadro, che lo ricorda. Si dice che abbia vinto ogni battaglia e che ad ogni capitello o immagine religiosa che incontrasse si fermasse per farsi il segno della croce. Un uomo di grande fede ed un militare d’altri tempi probabilmente.
Di cosa vi occupate con il “Centro Studi Suvorov”?
Abbiamo deciso di aprire un centro studi per cercare di dare una risposta culturale e di ricerca che guardi in maniera seria verso l’Eurasia. Per questo abbiamo deciso di intitolarlo al grande generale Suvorov, come emblema della grande forza dell’asse eurosiatico, soprattutto dal punto di vista valoriale e culturale. L’obiettivo è guardare a ciò che ci unisce e non ciò che ci divide.
Un grande generale russo del passato ci fa pensare alla guerra in corso oggi tra Russia e Ucraina. Che idea si è fatto sul conflitto?
In primis che si poteva assolutamente evitare, ma i leader occidentali con malizia o superficialità non hanno voluto questo, ma hanno invece gettato benzina sul fuoco delle tensioni, che covavano soprattutto sul Donbass. Per la Federazione Russa è diventata sempre di più una sfida vitale o addirittura esistenziale. Il patriottismo e l’orgoglio nazionale dei russi si è certamente rinvigorito. Dall’altra parte l’occidente non si capisce bene dove voglia andare a parare e fino a che punto. Ci sono però anche segnali controcorrente e di grande cambiamento, come le posizioni della Turchia e dell’Ungheria, ma anche il Brics e la partita della Cina su Taiwan.
Cosa accadrà nel prossimo futuro tra Russia e Ucraina?
Difficile prevedere come finirà e quando mai si potranno risanare queste profonde ferite che lascerà il conflitto in corso. Continuando su questa strada credo che della terra di confine, come dovrebbe essere l’Ucraina, rimarrà gran poco. Ma mi auguro che prima o poi possa tornare la pace, la fratellanza e sana cooperazione tra Europa e Russia.
C’è una sorte di ostracizzazione di tutto ciò che è russo in Italia. Qual è il suo commento?
La russofobia è emersa in questo anno di conflitto con grande rabbia e senso di frustrazione. Si è arrivati al punto di farla ricadere persino sul mondo dell’arte, della cultura e dello sport. Scelte folli ed ideologiche, di un Occidente ormai frastornato e per certi versi perverso. Ma la società civile, i cittadini di buon senso hanno saputo reagire con coraggio e fermezza. Lo dimostrano i sondaggi sulla posizione della gente in merito alla scelta scellerata di inviare armi. Con grande piacere vedo che nonostante il clima russofobico e putinofobico creato dai media, nella mia meravigliosa città Verona diverse pasticcerie producono e vendono ancora in grande quantità la tipica “Torta Russa” a forma di colbacco.
Grande disgusto per questa informazione di parte e filorussa. E voi vi definireste cattolici? Ma vergognatevi.
Penso che non ci siano risposte al mauro di cui sopra ! L’unica risposta che mi viene da dare è. . . . con Dante :
NON TI CURAR DI LOR , MA GUARDA E PASSA !